lunedì 14 gennaio 2019

Dormire, di Cristina Bove




Dormire
di Cristina Bove



il sonno ci conduce sul confine
quasi una morte in prova
_ poi si torna_


ma quando resteremo addormentati
in un mattino che non ci vedrà
che non vedremo
avremo perso il giorno
e non sapremo della nostra assenza
_né che non si ritorna_


Finestra fiorita, di Gianluca Ferrari





Finestra fiorita
di Gianluca Ferrari




Quale donna giace nell’ombra odorosa,
oltre la finestra folta di fiori?
(Sono giacinti dal color di cielo
antico, sospesi su quel vano dei segreti).


Donna ch’esiste solo finché dura
un canto d’usignolo e l’ultimo
riverbero di luna;
il cuore è un indistinto
mormorio d’acque remote,
la pelle, un brivido di stelle
svanenti nell’aurora.


Donna dal sospiro ch’è già volo.


Da Fiori (edito in proprio)


Inverno, di Luigi Panzardi





Inverno
di Luigi Panzardi



Dimora dentro di me l'assenza
che nero alitare percorre le strade
del sangue ed arriva per gangli e rovi
alle cellule stanche.

Tradimento le tue parole nell'aria chiara,
verbi dissonanti, affilati suoni
emergenti da alabastri di ghiaccio.

Il tuo volto sagoma di bianche luci
in un mio sogno ho rivissuto
col remoto sentore dei baci.

E' inverno disteso in lunghi giorni,
vasto di pallore immoto, su coltri
di neve senza soste, annegante
infelice nell'orizzonte
di disperata lontananza.

Inverno quest'anno la tua assenza
adorno ricamo di gelide spine
laceranti il fragile tessuto del tempo.

Tra le dune di pallida neve
al freddo si sfiocca
l'amore stremato
e dalle gocce di ghiaccio tremanti
nasce il ricordo di sguardi
che piano la neve fragrante sommerge.

Opprime l'inverno forte della tua assenza.


La vecchia dimora, di Renzo Montagnoli





La vecchia dimora
di Renzo Montagnoli


Mura sbrecciate
vicino alla cavedagna
ciò che resta
corrosa dal tempo
di quella che
in giorni di certo migliori
era una casa colonica.


Là dimorava il contadino
con la famiglia,
là la sera, intorno al fuoco,
si parlava degli anni passati
fiorivan leggende
storie di molesti fantasmi
mentre il lume a olio
gettava giochi di ombre.


Quante parole di sera
a chi di giorno era silente!
Quanti amori sbocciati
con un semplice sguardo!


Altri tempi, altri sogni,
altre speranze, e poi la guerra,
e dopo l’industria
che mangia la terra.


La casa si svuota
in città è il nuovo miraggio.
Restano gatti e serpi
fra quei mattoni sbiaditi.


Pioggia, vento, neve,
il soffitto che crolla
i muri che cadono
le erbacce che avanzano.


Ecco quel che resta
di una vecchia dimora
tre muri sbrecciati
come ossa spolpate.


Da Il mio paese



Le foglie morte, di Sergio Menghi





Le foglie morte
di Sergio Menghi



Quelle foglie che, rigogliose, ornavano
Le chiome maestose dei platani
Oggi, ad un tratto, tappezzano la via.


Risuonano insecchite sotto i nostri passi
Quasi divertiti le calpestiamo
Ma un vago pensiero ci assale.


Domani, alla prima pioggia,
quelle foglie saranno già marce
e di loro non resterà che il ricordo.


Eppure in quello stato
Esse ci beneficeranno.
Arricchiranno la terra


Di molte sostanze vitali
Assorbiranno i veleni
Della nostra stirpe crudele


Ci saranno di monito
Che non sono morte invano.


Luccichii, di Piero Colonna Romano





Luccichii
di Piero Colonna Romano



Vago per colli e lontano quel mare
manda al mio cuore il suo salso respiro,
da lui ritorno e soltanto sospiro
grande è l'amare.

Foran le fronde lucenti bagliori,
raggi si vestono d'oro e di verde
l'ombra trasformano e quasi si sperde
in quei colori.

E' il mare che avanza nella mia mente,
danza d'argento la sua spuma bianca
e il blu cobalto che sempre mi manca
solo non mente.

Ballano assieme colori fatati,
musiche dolci risuonan serene
per alleviar le nostalgiche pene
di tempi andati.


Notte, di Graziella Cappelli





Notte
di Graziella Cappelli


Campana a martello
nella notte
assoluta.
Scende l’inverno
sui rossi papaveri
ancor
stretti sul petto.
Per campi nudi
vaga
un gemito struggente
d’animale ferito …


Piccolo germoglio di sole, di Tiziana Monari






Piccolo germoglio di sole
di Tiziana Monari




Raccontami della vita, dell’azzurro a mezzo cielo
del sole che stringe le ciglia del mare
vestito di luce e silenzio
e da una nuvola ci sorride


fammi sapere dove vanno a finire le onde, le impronte sulla sabbia fine
osserva le formiche operose che corrono in fila indiana
ascolta il canto delle cicale, il frinire dei grilli in un campo di grano
odora il basilico di giugno,le viole di marzo
il gioco dei sensi del rosmarino e della salsedine


e getta il cuore su questa terra che accarezza i sassi e l’acqua
le ombre di antichi ulivi
l' ibiscus e le bouganville
la candida neve dell’inverno


ascolta i capricci del vento che soffia sui bordi delle chiese,sulle case bianche
sulle absidi d’oro, su guglie e falansteri
sulle finestre che brillano di tenere luci, di amori appena nati
di amori nati e mai finiti.


E resta stupita della pioggia gentile del crepuscolo
delle rose gialle di primavera
del falco e della colomba
dei fili d’erba a primavera


cerca nell’infinito la pigra luna di novembre
le stelle che si consegnano come spose all’alba
nella malinconia leggera di settembre


e slega l’anima
fatti consumare dalla notte
accosta l’amore a questi giorni che lievi invadono le tue vene nude.


Ed ama la vita, questo piccolo ,grande germoglio di sole.








San Giovanni del Sinis, di Piera Maria Chessa






San Giovanni del Sinis
di Piera Maria Chessa


E’ inquieto oggi il mare
a San Giovanni,
non ha più
i colori limpidi e avvolgenti
dell’estate,
una schiuma rabbiosa
colpisce la spiaggia
con alte e lunghe onde
bianche.
Sulla sinistra
la torre del Capo San Marco
fa la guardia con pazienza
controllando, come può,
le intemperanze del suo mare.


Silenzio arcano, di Gavino Puggioni





Silenzio arcano
di Gavino Puggioni


Sono assente
questa sera
in un silenzio arcano
profanato da stridori
improvvisi
M’allontano nell’altrove
fra ombre di dubbi
immerse in una musica
che non ascolto
M’accompagnano
fili di pioggia
come carezze
di un cielo che m’ama
e non mi conosce
Scendo in queste scale
e mi pare una salita


Vento di Maestrale, di Vincenzo D’Alessio





Vento di Maestrale
di Vincenzo D’Alessio



Vento di Maestrale
raccogli il dolore
disperdilo nel fondo del mare


corallo diverrà, dura pietra
bello e lucente sul petto
della donna che mente.


Da Dopo l’inverno (Fara, 2017)


Vivere in volo, di Felice Serino





Vivere in volo
di Felice Serino


fantasia questo vivere
in volo
nella liquida luce


notti acrobate
a fare incetta di sogni
per un’alba d’inchiostro


MondoBlog del 14 gennaio 2019


MondoBlog


Ecco alcuni articoli che potrebbero interessare: