martedì 10 dicembre 2019

venerdì 6 dicembre 2019

Le poesie del Natale 2019




Abete di Natale
di Graziella Cappelli

Ora diffondi
il tuo ultimo respiro
nelle case surriscaldate
in un burka
di lustrini
e palline.
Tra breve
ti vedrò defunto
al cassonetto.



Cuori caldi a Natale
di Renzo Montagnoli


Non c’è quasi più memoria
di inverni gelidi e nevosi
e chi ne racconta – e ormai son pochi -
stupisce chi distratto ascolta.
Dice il vecchio:
Cari miei, ai miei tempi
sì che c’era l’inverno
ghiaccio e neve in abbondanza
freddo tanto che crepava le piante.
Tremavi solo al pensiero d’uscire
ma vento o neve non si mancava
alla messa di mezzanotte
perchè altrimenti non era Natale.
Stretti l’uno all’altro si scivolava
lungo le bianche strade
e nella chiesa le fiammelle delle candele
davano l’illusione di un ricco tepore.
Eppure se il freddo era fuori
caldi erano sempre i nostri cuori.
Si cantava per non gelare il fiato
si camminava rapidi per non bloccarsi
ma quella notte, la notte della Natività,
tutto sembrava diverso,
anche il freddo rafforzava l’entusiasmo,
era un rinascere anche noi
era la gioia d’essere parte di un mito,
di trovare in quel bimbo di creta
nella greppia del presepe
nuovamente la speranza
per un mondo diverso
che solo a Natale si poteva sognare.


Da Lungo il cammino





E’ già festa
di Carla De Angelis


È già festa, hanno appeso le luminarie
Quest’anno anche il centro commerciale
brilla di luci bianche e colorate.
Di nuovo Natale con i pacchetti da scartare
il rito degli auguri senza l’armonia delle voci
messaggi su whatsApp e messenger.
Ci saranno frigoriferi e tavole colme
poi riciclo o spreco.
Questa abbondanza non arricchirà
altre mense dove la miseria farà la tavola vuota
Anche a Natale
Faremo come i bambini che credono alla favola
metteremo una cometa sopra la capanna,
i pastori, il gregge e la neve.
Un canto sarà il nostro alibi.
Il ciocco nel camino diverrà
rosso di brace come la speranza






La fiaba del folletto per addormentare
i bimbi la notte di Natale
di Danila Oppio





"C'era una volta un cero di cera"
...iniziò così questa sua fiaba...
"che lentamente si scioglieva”.
- Come si dice
se una candela finisce? -
Ah sì, “fino a ridursi 
ad un piccolo moccolo 
che quasi non si vedeva 
neanche con il binocolo.
Fu calpestato con lo zoccolo
di un bimbetto coccolo
seguito da un anatroccolo".


E dopo cosa accadde?
Successe che, d'improvviso
la fiamma del cero si spense
e il folletto smise di leggere.


E poi? Come finisce la storia?
Finisce che fu acceso 
un altro cero di cera
e questa è la storia vera.
Non si può leggere
senza un lumino
fosse pure molto piccino.
E ricominciò a narrare la fiaba.


"C'era una volta un cero di cera...”


Purtroppo si è di nuovo
consumata la candela.









Natale (1988)
di Mariangela De Togni


 Ho l’anima leggera
come la nota d’un flauto
perduta
nella magnificenza
dell’immensa vetrata
del mattino.

Da Chiostro dei nostri sospiri (Ibiskos Editrice, 1998)





Natale (1990)
di Mariangela De Togni

Colgo tra le mani
l’aurora
per dipingere
adesso
il mio pezzo
di cielo.

Da Chiostro dei nostri sospiri (Ibiskos Editrice, 1998)






Natale  (1994)
di Mariangela De Togni


In un presente
che sospende
il tempo
i rovi
sono in fiore
intorno
alla mia gioia.

da Chiostro dei nostri sospiri (Ibiskos Editrice, 1998)






Natale oggi
di Graziella Cappelli

Gli Angeli
han riposto le trombe
e annunciato
via e-mail
la nascita di Gesù.


Natale
breve tregua
consumata
alle tavole imbandite
tra una fetta
di panettone
e un calice di spumante.


Domani
tutto ricomincia…




Natale
di Graziella Cappelli

Profumo di Natale

rarefatto
tra i miasmi
di una società
spazzatura.


La Crudeltà
dirige
le fabbriche
della guerra
a pieno regime.


La Terra depredata
gli animali torturati
le foreste abbattute
mentre
i bambini poveri
aspettano …

Fiori vilmente ignorati …





Orb*
di Gloria Venturini


Puntualmente appari
come un fascio luminoso nel meriggio,
affiori come uno scirocco
a far muovere le girandole
-          ti penso così – 
perché i ricordi fanno rumore
e la sacralità del tuo silenzio
va oltre l’accendere candele votive
davanti al granito e alla fotografia
che sa di romanza e di ridondanze.
Risuonano note di Chopin
tra gli appunti della mente,
vibrazioni cerebrali e contrappunti,
così mi adagio nel sottofondo
di un’immaginazione…         
-  e ti ci porto.
Si parlava dell’andare del tempo,
degli anni passati e dei cammini non fatti,
delle dimore e della fermezza,
e mi chiedevi perché si perda strada
quando abbiamo ancora scarpe ai piedi,
-          ma io non avevo più terra da percorrere,
vivevo tra le nuvole e portavo temporali,
e dentro    un dolore incancellabile.
Ma adesso, tu lo sai,
sai che se anche la mente va per i fatti suoi,
tu resti e perduri anche se sei andata via,
non ti ho chiusa dentro a una cornice,
t’intravedo in improvvise esili luci.

 * Orb è un termine di lingua inglese che definisce un effetto ottico risultante in piccole sfere (somiglianti a globi di luce)





Pranzo dei poveri
di Gianluca Ferrari

O Gesù, quanto poco sei rimasto bambino!
Eri già, nella dodicesima ora,
la moltitudine composta e affamata
sotto il cielo di tralicci d’un capannone.
C’era il canto lieve delle buone cicale
d’argento a scavare le rotonde sfere,
a sfamare;
c’erano, nel silenzio, maglioni sdruciti
mani grossolane di chi conosce bene
la strada col suo scabro presepe
(qualcuno va a dormire nei più impensati
buchi neri, in cimiteri di comete).
Per oggi, le schiene più mitemente
ingobbite, la croce un istante posata.



Quando dopo il sei gennaio
di Carla De Angelis

Quando dopo il sei gennaio
i giocattoli sparivano
io nascondevo la chitarra,
anche se non potevo toccare le corde;
e non ricordo se era più bello
piangere, ridere o abbracciarla sotto le coperte
La bicicletta. no, non potevo nasconderla
non l’ha mai portata
Veniva da lontano, era stanca di
quel dondolare lento della scopa
che riduce a
moccolo le braccia e intorpidisce le gambe
Nessuno se ne è mai accorto,
usava la mia bicicletta



Regali di Natale
di Sergio Menghi


Hai detto che gradivi
un foglio di carta colorata.


Ecco, esso è bianco come la neve
Che riveste la vallata.


Gelido è pure il mio cuore
Ma il tuo amore lo sbrina.


Ora appaiono i colori
Forti ed intensi come i tuoi sentimenti


C’è l’azzurro ocra del mare tropicale
Ed il verde dei pini della Valnerina
E il fucsia della maglietta della Fornarina.


E mille altri colori per ogni sentimento
Che ci lega ad amici e parenti


Ai nipotini piccoli e grandi
Ai genitori ammalati e stanchi


Tanti colori per ogni buona azione
Anche se tra sofferenze ed affanni.


Quando ti sentirai avvilita
Ripensa a questo foglio di carta colorata.





Tornano a Natale
di Michael Santhers

Tornano a Natale
a raccogliere l'infanzia
il primo sguardo all'arrivo
cade nelle muffe di muri vecchi
poi su un nido di piccioni in una buca
ove fuoriescono pagliuzze
che sembrano uno stradario di ricordi
persi oltreoceano
Tonde e levigate pietre del selciato
palloni a cui ognuno ha dato un calcio
per disfarsi della noia ora impiccata
ad antenne arrugginite
Il campanile addobbato a esche
si tiene stretto il suo cielo
come a dire è troppo l'infinito
e le preghiere sempre rare
devono prima germogliare nelle anime
e poi il fiore al Supremo
Prima dei parenti si incontra sempre
un viandante claudicante
che spara aria ai solo due denti
e calendario degli anni andati
addolcisce il distacco
e l'emozioni di rivedere le facce,
quattro chiacchiere
che diventano calamite
alla malinconia
Quest'anno non è la stessa cosa
gli alberi truccati a implori
l'intonaco ha più rughe
e alcuni nomi sposi forzati a un'icona
scritti in nero a una bacheca
Meno male un vagito stridulo
inietta una speranza ai cuori
stanchi e meccanici
a pulsare ciechi nell'oblio

da
 Quando Gli Alberi Si Rifiutano Di Ospitare Le Foglie





Un ricco Natale
di Felice Serino




(essenza in fuga è il cuore
a disperdersi
tra luminarie ed epifanie del nulla)


mi sovviene quel Natale
che l' angelo si staccò da me
per chinarsi benevolo
sul derelitto sotto i portici all'addiaccio


fu il calore in quel giorno santo
a farlo sentire ancora
persona