venerdì 6 marzo 2020

Poesia religiosa





Acqua
di Debora Rienzi


Acqua
dammi l’acqua
che non fa inaridire i cuori.


Non è il mio corpo che chiede,
questo corpo può morire.
È il pezzettino di terra
che ci hai affidato
e ora secca screpolato e imbruttito
dimentico dei germogli e delle farfalle.


Abbiamo peccato, Padre,
di incuria, superbia, pigrizia, indifferenza
e ora raccogliamo sterpi e serpenti.
Perdonaci! Risanaci!
Riprendici con te
e lavaci


e potremo innaffiare il tuo giardino,
raccogliere i tuoi frutti
e sorridere alla tua luce,
come piccola perla del tuo regno.
Da Mi bolle il cuore (Fara, 2018)




Dove nascono gli angeli
di Mariangela De Togni


Da dove vengono gli angeli,
da quale cielo il loro mistero.
Forse la notte quando sprigiona
le stelle nel firmamento,
lo sa, o l’arco della luna.
Lo sa forse il vento
mentre percorre i fiumi
e i mari e i ruscelli pieni di sole.
Forse la pioggia di primavera
sollevando le tenere corolle
dei gelsomini.
Forse lo sa la gioia.
Forse il bambino
smarrito nello stupore
della bellezza
d’una goccia di rugiada.
Forse l’incanto del creato.
O forse è solo Dio
a donarci un custode
pieno di luce
e a farlo nascere così
nel nostro cuore.


Da Frammenti di sale (Fara Editore, 2013)






Esplodono parole
di Debora Rienzi


Esplodono parole
nel mio petto,
il silenzio le chiama…
arrivano come segreti
attesi da sempre.
Vogliono dire
alludere
e ricamare…
vogliono indicare la via
per far entrare la verità nella vita.


Cedo subito, sedotta.


Temo e fremo,
di un desiderio estremo
e invoco protezione dall’alto


mentre l’anima s’inabissa nelle tenebre.
Vieni con me.

Da Mi bolle il cuore (Fara, 2018)



Il crocefisso
di Renzo Montagnoli
 
 
Ricordo bambino
le ginocchia sui lastroni
ruvidi d'anni di passi,
raccolto a mani giunte
a guardare un dolore
che né spine né chiodi
potevano  provocare.
C'era tutta la sofferenza
di un mondo di ombre
schiacciate dalla forza del male
e sempre mi chiedevo
perché mai l'avesse fatto
perché parlare di vita nuova
senza poi esser ascoltato.
Lui capiva
vedeva la pena che provavo
e anche questa raccoglieva.
 
Gli anni son passati
la risposta non è arrivata.
Eppure se vado
a cercar quella croce
se ancora ne provo la pena
se scorgo le lacrime amare
di chi non ha pranzo né cena
se l'ultimo respiro
può essere meglio della vita
m'accorgo che il suo dolore
è la nostra speranza
che la smorfia del suo viso
è il suo messaggio d'amore.
 
 da La pietà



Il pozzo di Sichar
di Maria Teresa Santalucia Scibona
 

Illune
 è la notte dell'anima.
Impervie rampe ascendono
al “castello interiore”.
Sabbie infide favoriscono
miraggi. Smarrito
ho il vincastro
nell' intricato labirinto
delle selve.
Profetici sciamani sublimano
epidermiche felicità.
Labile è il filo
nel palmo di Arianna.
Giungerò mai
al pozzo di Sichar?
 
Da Codice Interiore (Cantagalli, 2012)
" Ama e fa quello che vuoi" Sant'Agostino.
 
L'intento spirituale vorrebbe dimostrare che Gesù è il Signore di tutta l'umanità ferita. L' acqua del pozzo, è simbolo di purificazione per chi con intenso amore accolga il Suo progetto redentivo.



Il proprietario di Viboldone
di Luisito Bianchi

Vicus Boldonis, terra di marcite,
son quattro case, la rossa abbazia,
una cascina, l'antica osteria,
dieci galletti da gole impazzite,
cento muggiti dai cani orchestrati,
mille arpicordi d'argento sui coppi,
braccia infinite di tigli e di pioppi,
rade clessidre di ragli ostinati.
Una manciata aggiungi di melismi
quando la sera spegne ogni frullio,
groppi di stelle disposte a quilismi
e lo sfiatato vate qual son io
che s'arrochisce a legger gli aforismi
del Proprietario, se li firma: Dio.


Tratto da “ Vicus Boldonis terra di marcite” , edito dall'Associazione Amici Abbazia di Viboldone




Nostalgia di Padre Pio
di Maria Teresa Santalucia Scibona


Sul Gargano ventoso
l’alba rosata disperde l’ ombre.
Dopo estenuante viaggio
la folla è venuta
a ritrovare certezze
d’un inquieto domani.
Nel brusio che sovrasta le navate
e d’incanto si placa
Egli s’avanza assorto
pressato dal peso delle attese.
Corale si eleva la preghiera
al lume tremolante di candele.
Ci benedice lento
e scruta tutti e ognuno
con sguardo penetrante
che scioglie dentro
un nodo irrefrenabile di pianto
e mette a nudo l’anima.
Il testo dedicato all'amato San Pio è un tenero ricordo nitido e indelebile della vita collegiale. Era primavera, quando le Suore Betlemite di Andria, dove frequentavo le Magistrali, il 25 Aprile 1952, ci portarono in gita scolastica a San Giovanni Rotondo. All'alba, nella vecchia chiesetta del Convento, ebbi il gran privilegio di ricevere la Santa Comunione, dalle mani piagate di S.Padre Pio, che dal Cielo continua a vegliare su di me.




Sei tu Gesù
di Renzo Montagnoli
 
 
C'è forse ancor oggi
una capanna
di pastori del deserto
in cui la notte albeggia
un astro di calda luce.
Ti cerco da tempo, Gesù,
ma non ti scorgo
nelle mille ombre
brulicanti sul pianeta.
Eppure
 
Se guardo il volto sfatto
di una madre che implora
cibo per il suo bambino
 
Se cerco fra la folla
l'umile sguardo
di chi procede nel silenzio
 
Se mi soffermo
davanti al vecchio mendicante
che tende la mano stanca
 
Se i miei occhi incontrano
quelli di chi
soffocato ormai dall'ingiustizia
lotta ancora  per tutti questi vinti
per tutti questi uomini che nulla hanno
perché a loro tutto è stato tolto
 
Allora ad uno ad uno chiedo:
Sei forse tu, Gesù?
E nel silenzio che segue le mie parole
é il cuore che risponde
e dice
Sei tu Gesù.
 
Da La pietà



Settimana santa
di Mariangela De Togni


Fu un vento di sole
un soffio appena a sfiorare
la fredda pietra
del sepolcro.
Veniva dal deserto del Neghev
in un ago di cielo
a raccontare all’aurora
liquida di luce
il dolore immenso
inchiodato alla croce
ancora per far risorgere noi
dagli abissi della colpa.


I pensieri corrono
per i viottoli della memoria
cercando immagini
da fermare in riva agli oceani.
Fotogrammi sospesi,
flutti di silenzio.


E un Dio che si fa umano
nell’amare la bellezza
della sua creatura.


da Si può suonare un notturno su un flauto di grondaie? (Fara, 2016)