sabato 20 marzo 2021

Poesie per l’equinozio di primavera

 


E' dolce primavera

di Publio Virgilio Marone


Alla selve, alle foglie dei boschi è dolce primavera;
primavera gonfia la terra avida di semi.
Allora il Cielo, padre onnipotente, scende
Con piogge fertili
E accende ogni suo germe. Gli arbusti risuonano
Del canto degli uccelli, i prati rinverdiscono.
E i campi si aprono: si sparge la tenera acqua;
ora al nuovo sole si affidano i nuovi germogli.




Fiori rossi

di Gabriele Oselini


fiori rossi ciclamino

coppe color cobalto

bianco innocenza

di sterminate margherite

umili vele di nubi

nel cielo terso

caldo rubino


è rinata la primavera?



mistero racchiuso

nel gioco aereo degli uccelli

nel grido della civetta

in un piccolo riccio

di nuovo sveglio

dietro un lauro

nel rinato canto del cuculo

canto di resistenza






La primavera sorrideva

di Antonio Machado

 

...Un giorno  mi sorprese la primavera

che In tutti i campi intorno sorrideva.
Verdi foglie in germoglio 
gialle rigonfie gemme delle fronde, 
fiori gialli, bianchi e rossi davano
varietà di toni al paesaggio.
E il sole
sulle fronde tenere
era una pioggia 
di raggi d'oro;
nel sonoro scorrere 
del fiume ampio
si specchiavano
argentei e sottili i pioppi.





L’aquilone

di Giovanni Pascoli


C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole,
anzi d'antico: io vivo altrove, e sento
che sono intorno nate le viole.

Son nate nella selva del convento
dei cappuccini, tra le morte foglie
che al ceppo delle quercie agita il vento.

Si respira una dolce aria che scioglie
le dure zolle, e visita le chiese
di campagna, ch'erbose hanno le soglie:

un'aria d'altro luogo e d'altro mese
e d'altra vita: un'aria celestina
che regga molte bianche ali sospese...

sì, gli aquiloni! E' questa una mattina
che non c'è scuola. Siamo usciti a schiera
tra le siepi di rovo e d'albaspina.

Le siepi erano brulle, irte; ma c'era
d'autunno ancora qualche mazzo rosso
di bacche, e qualche fior di primavera

bianco; e sui rami nudi il pettirosso
saltava, e la lucertola il capino
mostrava tra le foglie aspre del fosso.

Or siamo fermi: abbiamo in faccia Urbino
ventoso: ognuno manda da una balza
la sua cometa per il ciel turchino.

Ed ecco ondeggia, pencola, urta, sbalza,
risale, prende il vento; ecco pian piano
tra un lungo dei fanciulli urlo s'inalza.

S'inalza; e ruba il filo dalla mano,
come un fiore che fugga su lo stelo
esile, e vada a rifiorir lontano.

S'inalza; e i piedi trepidi e l'anelo
petto del bimbo e l'avida pupilla
e il viso e il cuore, porta tutto in cielo.

Più su, più su: già come un punto brilla
lassù, lassù... Ma ecco una ventata
di sbieco, ecco uno strillo alto... - Chi strilla?

Sono le voci della camerata mia:
le conosco tutte all'improvviso,
una dolce, una acuta, una velata...

A uno a uno tutti vi ravviso,
o miei compagni! E te, sì, che abbandoni
su l'omero il pallor muto del viso.

Sì: dissi sopra te l'orazioni,
e piansi: eppur, felice te che al vento
non vedesti cader che gli aquiloni!

Tu eri tutto bianco, io mi rammento:
solo avevi del rosso nei ginocchi,
per quel nostro pregar sul pavimento.

Oh! te felice che chiudesti gli occhi
persuaso, stringendoti sul cuore
il più caro dei tuoi cari balocchi!

Oh! dolcemente, so ben io, si muore
la sua stringendo fanciullezza al petto,
come i candidi suoi pètali un fiore

ancora in boccia! O morto giovinetto,
anch'io presto verrò sotto le zolle
là dove dormi placido e soletto...

Meglio venirci ansante, roseo, molle
di sudor, come dopo una gioconda
corsa di gara per salire un colle!

Meglio venirci con la testa bionda,
che poi che fredda giacque sul guanciale,
ti pettinò co' bei capelli a onda tua madre...

adagio, per non farti male.




La primavera

di Renzo Montagnoli

 

Raggio dopo raggio

s'infradicia il bianco

gocciolano allegre le grondaie

una carezza di sole

dà l'addio all'ultima neve.

Nell'aria ancor fresca

la primavera s'annuncia

fra crochi esitanti

che sporgono il capo

e la gioia di vivere

di rondini tornate

dai caldi deserti d'oltremare.

Un vecchio in panchina

scalda le dolenti giunture

e la bocca sdentata

s'apre in un rapido sorriso.

Un'altra primavera

un'altra stagione

rubata all'eternità.




Primavera

di Giovanna Giordani

  

Mani di nuvola
mi premono il respiro
e il passo ardito ora si fa lento

E' interrotto l'andare
da un incanto
improvviso
che mi avvinghia
e frantuma la ragione

L'aria dai tetti semina germogli
che infiorano giardini dentro al cuore
assorto
nell'ascolto
della voce che sale dalla terra

E sono un mandorlo in fiore
che canta il prodigio rinnovato
e un mare verde
mi naufraga negli occhi
mentre beato
mi sorride
il prato.




Primavera

di Piera Maria Chessa

  

La vedi che arriva leggera

ancora un po' incerta,

la senti nell'aria

posare in silenzio il suo fiato sui fiori,

sulle gemme, sulle tenere foglie

che ricoprono i rami.

 

La senti nel cuore

che vibra sereno al suo arrivo,

nella mente che si apre al sorriso

dopo i giorni di freddo e di amaro.

 

La scopri negli occhi dei bimbi

che sanno gustare

un presente leggero di pene,

ignari di un mondo

che conosce il dolore.

 

Ma anche negli occhi dei vecchi

che si illudono ancora

di poter raccontare

un'infanzia ora molto lontana.




Primavera

di Vincenzo Cardarelli


Oggi la 
primavera
è un vino effervescente.
Spumeggia il primo verde
sui grandi olmi fioriti a ciuffi:
Verdi persiane squillano
su rosse facciate
che il chiaro allegro vento
di marzo pulisce:
Tutto è color di prato.
Anche l'edera è illusa,
la borraccina è più verde
sui vecchi tronchi immemori
che non hanno stagione.
Scossa da un fiato immenso
la città vive un giorno
d'umori campestri.
Ebbra la 
primavera
corre nel sangue.




Sinfonia agreste

di Maria Teresa Santalucia Scibona

  

Al mio amico Alfio Bellucci

  

La primavera era giunta,

sui diletti pascoli

ornata di monili

e fregi d'oro.

 

Sotto lo sguardo ardito

dei papaveri. Ballavano

le margherite, scuotendo

il giallo capolino al ritmo

sonoro del vento che aveva

imbastito l'allegra serenata.

per farle innamorare.

 

La terra genitrice

leggiadra  verdeggiante

di frondose ramaglie,

opimi frutti spandeva

generosa, sulle scoscese balze

e sui morbidi clivi

 



Tempo di primavera

di Attilio Bertolucci

  

È venuto il tempo
che il ranuncolo limpido
rischiara
l'erba folta ed amara;
fitte e stupite
si schierano sulle prode
le margherite;
già l'usignolo s'ode.




Torna il vento di primavera

di Vincenzo D’Alessio



Torna il vento di Primavera

a seminare la vita.



Tornano rondini sul Tirreno

viaggi antichi.



Torna il sole ogni giorno

a vincere la notte.



Torna il calore del tuo sorriso

nell’aurora sugli scogli.







Vento di primavera

di Franca Canapini

  

Giunse dal buio di lontanissime giogaie

s'insinuò nel placido cuore della Notte;

prima di sprofondare in folli abissi,

all'orecchio, soffiò parole arcane.

Risorse dal grigio marciume della pioggia

baciò leggero gli anemoni del bosco

- bimbe si precipitavano dall'erta

di fiori in frenetica raccolta –

era una musica che ammaliava l'aria

era più del canto degli uccelli

era una melodia sublime

che trascinava a vita nuova

: E ORFEO NON SI VOLTAVA

- stringevano, piccole le mani

mazzolini e fremiti in offerta -

Avvolse i palazzi di tepore

sollevò nuvole di petali;

sbiancarono le case, s'aprirono finestre:

Magnifica Proserpina, coperta di colori

si scioglieva sulla Terra in mescita odorosa

- scivolavano nello specchio i cigni bianchi

come vele tese sull'azzurrità del mare

con sovrumana indicibile lentezza

con inaudita indicibile bellezza -












MondoBlog del 20 marzo 2021

 

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