giovedì 14 ottobre 2021

Dieci poeti per l'autunno

 



Autunno

di Vincenzo Cardarelli


Autunno. Già lo sentimmo venire 

nel vento d'agosto,
nelle piogge di settembre 
torrenziali e piangenti,


e un brivido percorse la terra
che ora, nuda? e triste,
accoglie un sole smarrito,
Ora passa e declina ,
in quest'autunno che incede
con lentezza indicibile,
il miglior tempo della nostra vita
e lungamente ci dice addio.





Giardino autunnale

di Dino Campana


Al giardino spettrale al lauro muto
De le verdi ghirlande
A la terra autunnale
Un ultimo saluto!
A l'aride pendici
Aspre arrossate nell'estremo sole
Confusa di rumori
Rauchi grida la lontana vita:
Grida al morente sole
Che insanguina le aiole.
S'intende una fanfara
Che straziante sale: il fiume spare
Ne le arene dorate: nel silenzio
Stanno le bianche statue a capo i ponti

Volte: e le cose già non sono più.
E dal fondo silenzio come un coro
Tenero e grandioso
Sorge ed anela in alto al mio balcone: 
E in aroma d'alloro,
In aroma d'alloro aere languente,
Tra le statue immortali nel tramonto
Ella m'appar, presente.





Tempo di castagne

di Camilla Del Soldato


Nei castagneti dell'Italia mia,
tanto in Piemonte, quanto in Lucchesia,
quand'è l'autunno, per tutti i ragazzi
è grande l'allegria.
Li vedi armati d'un grosso randello,
lungo e diritto come un alberello,
andar pei greppi a corsa come pazzi.
E lì comincia il bello.
Agli annosi castagni, randellate
danno a gran forza, finché sian cascate
tutte le frutta, e dai bei ricci infranti
occhieggino, morate.
E i ragazzi a gridare - La ballotta!
La caldarrosta, pronta appena cotta;
le frittelline dolci, avanti, avanti!
La polenta che scotta!
Di mangiar le castagne in Lucchesia,
ed in Piemonte e in tutta Italia mia,
ogni maniera è buona, se vi sia
 vin nuovo, foco acceso e compagnia.




Autunno

di Ceccardo Roccatagliata Ceccardi


L'autunno di ramo
in ramo si raccoglie
come un uccello al vento;
e un lamento di foglie
mesce con un richiamo
di piogge, di fontane
e d'ombre. Il pianto
vaga nell'aria a lontane
solitudini, oscilla
di villa in villa,
e scolora ogni fronda.




Autunno

di Corrado Govoni


Il vento alle porte

urta insistentemente
ed il mio cuore si sente
pieno di foglie morte.




Autunno

di Rosa Staffiere


Come erano spensierati gli autunni
dei miei tempi quando
la casa odorava di mele cotogne
e nei tini bolliva il mosto.
La nonna accatastava la legna
per l'inverno che già si avvertiva
La mamma laboriosa cuciva i grembiuli
per noi scolari e borse e quaderni
neri con i bordi rossi
comprava e uno sull'altro
sul comò li poneva.
Nel focolare bruciava il fuoco
facendo una brace rossa
come un cuore innamorato
e sopra mettevamo le castagne
appena uscite dal riccio
mentre si cuocevano cominciavano
a scoppiare facendo tric trac
come quando si sparavano i mortaretti.
La nebbia che saliva dalla terra
pareva una signora vestita di tulle
trasparente che non copriva niente
e in questo intravvedere
usciva una figura magica, fatata
e tu vedevi quello che desideravi




Notte d'autunno 

di Rainer Maria Rilke


Le stelle, tacendo,
rimiran la pallida luna:
barchetta d'argento,
che sogna l'approdo
per entro le chiome dei tigli.
Richioccola lungi una fiaba
la garrula fonte, sommessa.
Un tonfo leggero di pomi
sull'erba che immobile sta.
Dal poggio vicino,
la brezza notturna spirando,
mi reca sovr'ali d'azzurra
falena, traverso le querce,
un greve sentore
di fervidi mosti recenti.




La prima pioggia

di Marino Moretti


Scendon le gocce della prima pioggia
che sui selciati ancor timida batte,
mentre settembre lietamente sfoggia
l'ardire delle sue bacche scarlatte.
E' dolce il chiacchierìo di tante foglie
in capannelli sugli alberi spessi
come quello che fan sopra le soglie
le comari che parlan d'interessi.
E invece tante foglie chiacchierine
parlano dell'autunno che ritorna
e che, sotto la pioggia fine fine,
di pampini e di bacche agile s'orna.




Canzone d’autunno

di Paul Verlaine



I lunghi singulti
dei violini
d'autunno

mi lacerano il cuore
d'un languore
monotono.

Pieno d'affanno
e stanco, quando
l'ora batte

io mi rammento
remoti giorni
e piango.

E mi abbandono
al triste vento
che mi trasporta

di qua e di là
simile ad una
foglia morta.




Ora l’autunno

di Salvatore Quasimodo


Ora l'autunno guasta il verde ai colli,
o miei dolci animali. Ancora udremo,
prima di notte, l'ultimo lamento
degli uccelli,

 il richiamo della grigia
pianura che va incontro a quel rumore
alto di mare. E l'odore di legno
alla pioggia, l'odore delle tane,
comè vivo qui fra le case,
fra gli uomini, o miei dolci animali...
Questo volto che gira gli occhi lenti,
questa mano che segna il cielo dove
romba un tuono, sono vostri, o miei lupi,
mie volpi bruciate dal sangue.
Ogni mano, ogni volto, sono vostri.

Tu mi dici che tutto è stato vano,
la vita, i giorno corrosi da un’acqua
assidua, mentre sale dai giardini
un canto di fanciulli. Ora lontani,
dunque, da noi? Ma cedono nell’aria
come ombre appena. Questa la tua voce.
Ma forse io so che tutto non è stato.















MondoBlog del 14 ottobre 2021

 

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