Storia
di Sirio
Parabola per la nuova generazione
di Ferdinando Camon
Garzanti Libri
Narrativa romanzo
Pagg. 152
ISBN 9788811660675
Prezzo € 12,00
La speranza non deve morire
Non si può certo dire che
Ferdinando Camon sia monocorde, che i suoi scritti trattino sempre lo
stesso tema e così, dopo aver dato alle stampe i romanzi del Ciclo
degli ultimi, per intenderci quelli che parlano della scomparsa della
civiltà contadina, ha osservato il mondo che lo circonda, la società che lo
occupa, cogliendo, insieme con gli aspetti esteriori più significativi, le
carenze di fondo, in un invito a meditare e, soprattutto, a cercare
di cambiare le tante troppe storture. E’ il caso questo anche di Storia
di Sirio, che sembra un’opera rivolta più all’attuale generazione
giovanile, ma che interessa tutti, anche quelli più avanti negli anni, figli di
quel dopoguerra che hanno accettato supinamente la civiltà industriale, quella
dei consumi, salvo poi lamentarsi sterilmente. Un giovane deve necessariamente
maturare attraverso le esperienze e Sirio è un emblema di questo processo, un
prodotto tipico in cui la generazione attuale troverà non pochi punti di
contatto. Ma finisce con l’essere un atto di accusa anche nei
confronti dei genitori, ingabbiati, come i figli, in una struttura piatta che
nell’illusione di uno sprazzo di benessere finisce con lo schiavizzare, con il
rendere succubi a un sistema capitalistico impietoso che poco dà per togliere
invece tanto. In questo quadro Sirio, figlio di un industriale, quindi di un capitalista,
con quella voglia di aria nuova che è proprio dei giovani, prima si ribella al
padre, avviando una serie di esperienze totali come una vita da sbandato con
l’assunto che lavoro equivalga a schiavitù, poi prova l’ebbrezza del primo
amore e la delusione che ne deriva quando questo diventa noia, e infine arriva
all’autoanalisi interiore, quasi a voler dimostrare che qualsiasi aspirazione
di cambiamento è inevitabilmente destinata alla sconfitta se non cambiamo prima
noi stessi. Però, se è pur vero come dice Camon che si tratta di una
parabola per la nuova generazione, ho colto altri motivi di interesse, forse
nemmeno tanto impliciti, che l’uomo, scrittore, insegnante e padre, non può
aver messo lì per caso o unicamente a supporto del suo discorso.
Camon, legato per nascita alla campagna e
a quella civiltà contadina ormai scomparsa, vede nell’imperante capitalismo lo
stesso nemico di Marx, ma ciò non vuol dire che lo scrittore padovano sia
un comunista, perché la sua aspirazione volge più a una visione cristiana
dell’esistenza, un’immagine a lungo costruita che vede ogni uomo padrone di se
stesso nell’equilibrio di un mondo non più votato all’autodistruzione e dove
ragione e sentimento si fondano in un unico anelito di umanità. In questo senso
la sua ostilità per la città, per quella massa di condomini, alveari dove è
raro che gli abitanti non solo s’incontrino, ma possano avere almeno un barlume
di reciproca conoscenza, è una sua costante, perché rappresenta lo
spossessamento dell’indole naturale degli esseri umani a comunicare e la supina
accettazione di un ordine costituito in cui pochi dominano tutti gli altri.
Questo aspetto è ripreso anche in Storia di Sirio e
appare assai efficace, soprattutto quando il moto di rivolta avviene solo nella
città, coinvolgendo studenti e operai e lasciando fuori gli abitanti delle
campagne che pur in presenza di una civiltà industriale agricola riescono a
mantenere ancora una, se pur ridotta, autonomia.
La mia impressione è che Storia
di Sirio sia sì una parabola per i giovani, ma anche una
confessione dell’autore per aver accettato pure lui, come tanti e come me, che
si arrivasse a un mondo non a misura d’uomo e credo che in fondo quell’idea
dell’autocoscienza sia una speranza che si è sempre portata in cuore, affinché
ci possa essere ancora qualcuno che, con energia vitale, propria della
generazione giovanile, possa concretizzare ciò che chi, ormai avanti con gli
anni, non può più fare.
Da leggere e rileggere.
Ferdinando Camon è nato in provincia di Padova. In una dozzina di
romanzi (tutti pubblicati con Garzanti) ha raccontato la morte della civiltà
contadina (Il quinto stato, La vita eterna, Un
altare per la madre – Premio Strega 1978), il terrorismo (Occidente,Storia
di Sirio), la psicoanalisi (La malattia chiamata uomo, La
donna dei fili), e lo scontro di civiltà, con l'arrivo degli
extracomunitari (La Terra è di tutti). È tradotto in 22 paesi.
Il suo ultimo romanzo è La mia stirpe (2011).
Il suo sito è www.ferdinandocamon.it
Recensione
di Renzo Montagnoli
Recensione eccellente per ul libro sicuramente interessante.
RispondiEliminaAgnese Addari