giovedì 6 aprile 2017

Vento da Nord, di Renzo Montagnoli

                                                       Foto da Internet


Vento da Nord
di Renzo Montagnoli




Nei giorni più freddi
s’alza un vento teso
che soffoca il respiro.
Viene da lontano
dal grande e gelido Nord
fugge dalla tundra gelida
per portare la voce roca
degli sconfinati ghiacci
di quella zona
che Artide chiamiamo.
Ma se stiamo attenti
ad ascoltare e lasciamo
un po’ correre la fantasia
ci porta anche le leggende
di quelle terre desolate
dove la notte si ritrovano
i folletti a danzare
alla luce della luna.
Ci parla di renne
che libere corrono sulla neve
che s’involano all’orizzonte
come uccelli migratori;
dei grandi alci
udiamo il rauco respiro
e dei guerrieri
che quelle lande popolavano
sentiamo il cozzare delle armi.
Ci porta lontano questo vento
ci conduce a ritroso nel tempo
a viaggiare come in sogno
dove non esiste più il tempo.
E solo allora ci accorgiamo
di quanto di noi è stato
di cui memoria più non abbiamo
E’ forte questo vento
e anziché spazzare via
accumula davanti a noi
le foglie dei sogni
che nella sconfitta d’ogni giorno
avevamo lasciato sul selciato.




Da La pietà


La colonna sonora:








2 commenti:

  1. Poesia evocativa, molto bella.

    Arnaldo De Stia

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  2. Si percepisce una certa malinconia dietro questi bei versi dove il passato e il presente si alternano o si intrecciano. Basta un vento particolarmente intenso perché lo sguardo del poeta si volti indietro a scrutare e interrogare la storia dei popoli del Nord, per poi tornare all'oggi, anche ai sogni di ognuno di noi. Un testo molto coinvolgente.
    Piera

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