Forte Belvedere
Gli altipiani dei forti
di Renzo Montagnoli
Forte Campomolon
Ai confini di Asiago e dei Sette Comuni si estende
in Trentino un grande tavolato, la cui quota media è di circa 1.000 metri .
Questa distesa verde, coperta da prati e da boschi,
si suddivide in tre distinti altipiani: quello di Folgaria, quello di Lavarone
e quello di Luserna.
Il paesaggio è tipicamente alpino, benché i rilievi
siano di modesta altezza e non siano presenti le caratteristiche formazioni
rocciose proprie delle Dolomiti.
Il clima è particolarmente salubre, con inverni non
troppo rigidi e buone precipitazioni nevose, e con estati ricche di sole, ma
con temperature non elevate.
Questo tavolato, quindi, è particolarmente
frequentato dai turisti, anche perché soprattutto per quelli delle province di
Vicenza, Padova, Verona, Brescia e Mantova è facilmente raggiungibile, data la
non elevata distanza e la presenza di strade comode e anche veloci.
Caratteristica che inoltre accomuna questi
altipiani è la presenza di forti, che ebbero il loro battesimo del fuoco
durante la 1^ Guerra Mondiale.
Forte Cherle
Dos delle Somme, Sommo Alto, Cherle, Belvedere,
Luserna, Busa Verle, Cima Vezzena, queste sono i nomi delle fortezze
austro-ungariche, che dal lato opposto, cioè più a sud, erano fronteggiate da
quelle italiane (Campomolon, Casa Ratti, Punta Corbin, Campolongo, Verena,
Interrotto e Lisser).
Già esistenti prima di quel conflitto, erano sempre
stati zitti e quieti, ma, alla dichiarazione di guerra, iniziarono a
cannoneggiarsi e quelli austriaci furono il trampolino di lancio della
Strafexspedition che fra il 15 maggio e il 27 giugno 1916, nel corso di una
durissima battaglia, vide le truppe dell’Intesa travolgere le linee italiane,
dilagare nell’altopiano dei Sette Comuni, distruggere Asiago, per poi essere
fermate proprio mentre si accingevano a scendere su Vicenza, a completamento di
una manovra a tenaglia che nelle intenzioni avrebbe accerchiato il nostro
esercito impegnato sull’Isonzo.
Forte Luserna
Un po’ per i danni di guerra, un po’ per la
necessità negli anni precedenti il secondo conflitto di recuperare ferro,
queste gigantesche opere murarie sono state rimaneggiate, fatta eccezione per
il Forte Belvedere, che lo stesso Vittorio Emanuele III volle che rimanesse
intatto a testimonianza della guerra vittoriosa.
E’ l’unico a essere visitabile e si trova
sull’altopiano di Lavarone; ben curato, è meta di numerosi visitatori che
possono vedere come si vivesse in queste fortezze; tutto è rimasto come allora
e mancano solo i cannoni nelle torrette girevoli.
Forte Sommo Alto
Gli altri forti, sia quelli italiani che quelli
austriaci, sembrano scheletri di dinosauri, aggrediti dalle erbacce, ma
nondimeno interessanti, tanto che esistono comodi sentieri per poterli
raggiungere.
Forte Verle
Se le fortezze sono una caratteristica di questa
zona, la stessa presenta altre attrattive e mete meritevoli di visita.
A parte i cimiteri di guerra, di cui quello di
Costalta sulla strada che dal passo Vezzena porta a Luserna,è indubbiamente
caratteristico e commovente, c’è la salita, a piedi o con telecabina, al Monte
Cornetto, che sovrasta Folgaria, e che precipita sulla valle dell’Adige con un
panorama mozzafiato.
In Località Costa di Folgaria, poi, nei pressi del
Campo da Golf, c’è lo ieratico Santuario della Madonnina e, dopo una salutare e
piacevole passeggiata nel bosco, il biotopo di Ecchen, una torbiera che è area
protetta.
A Lavarone poi c’è il famoso laghetto, una perla
incastonata nel verde, meta di numerosi bagnanti, e infine, oltre all’alpestre
passo Vezzena, il passo Coe, nelle cui vicinanze, durante la guerra fredda, esisteva
una base Nato con tanto di missili.
Durante la bella stagione, cioè in estate, esistono
numerose passeggiate ed escursioni, e la zona è particolarmente ricca di
funghi.
Nell’inverno ci sono ampie possibilità di praticare
sport invernali, con piste di discesa di media difficoltà e con due centri del
fondo di fama internazionale (quello di Passo Coe e quello di Luserna, che
ospita ogni anno la Millegrobbe, gara a cui partecipano i migliori fondisti).
L’ospitalità è assicurata da numerosi alberghi e la
cucina è quella trentina classica, che incontra facilmente i gusti di tutti.
Come si arriva?
Dal Veneto, passando da Asiago, e valicando il
passo Vezzena (a proposito se sui Sette Comuni si produce il delizioso Asiago,
di qua assai buono è il formaggio Vezzena, specie quello di media
stagionatura); sempre dal Veneto risalendo all’Alpe dei Fiorentini e da lì,
passando vicino a forte Cherle, si scende a Costa di Folgaria; dalla Lombardia
con la veloce autostrada del Brennero,
con uscita a Rovereto Sud e prendendo l’ampia - ma in paio di punti
stretta - strada che porta a Serrada di
Folgaria, oppure a Rovereto Nord, da cui, dopo un piacevole percorso fra i
vigneti della Valle dell’Adige, a Calliano si prende la carrozzabile, stretta e
tutte curve, che porta direttamente a Folgaria.
Siti
Internet Utili:
Per alloggiare:
Per escursioni:
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Camminando tra i forti
Natura e storia. Ci proponi una bella escursione con chiara semplicità descrittiva e informativa. E ancora una volta mi fai pensare che ogni luogo della nostra Bell'Italia andrebbe visitato con attenzione e consapevolezza.
RispondiEliminafranca
M
RispondiEliminaE
R
A
V
I
G
L
I
O
S
O
Dolce sera Renzo
Una proposta per un viaggio senz'altro interessante. Non abito molto lontano e quindi credo che sarà possibile il prossimo anno fare un'escursione in giornata.
RispondiEliminaAgnese Addari
Una piacevole e interessante lettura, Renzo. Alcune località le conosco, come Asiago o Folgarìa, ma i tanti forti di cui parli sono stati una vera sorpresa ed è stato bello approfondirne la storia.
RispondiEliminaAnche in Val d'Aosta ce ne sono ma la loro storia è diversa, il più cupo e tetro è il Forte di Bard, davvero impressionante visitarlo.
Grazie, informazioni e suggerimenti da tener presenti.
Ciao
Piera