Le
notti bianche - Fedor Dostoevskij - Feltrinelli –
Pagg. 175 – ISBN 9788807901874 - Euro 8,00
Un
tono piacevolmente nostalgico avvolge da subito il lettore,
probabilmente quello che nonostante l’età continua a crogiolarsi
nei suo sogni, nelle sue speranze, allontanando le intime
disillusioni che hanno reso il suo animo progressivamente e
inevitabilmente più duro. Ci si sente schiacciati già dalle prime
righe, timidamente vergognosi di ammettere che sotto il bellissimo
cielo stellato, luminoso che contempla il narratore ci stiamo
probabilmente anche noi tra le “persone irritate e capricciose”.
E allora come è possibile che di fronte alla bellezza del creato
l’essere umano non soccomba smettendo di cedere all’insulso
negativo? Come è possibile che la nostra anima giovane sia evaporata
o sia così evanescente? Eppure anche i giovani possono essere nature
imperfette, capricciose, irritate, inadeguate...sole. La solitudine è
sicuramente la compagna del protagonista che, Pietroburgo svuotata
dei suoi attori partiti in vacanza, prepotente mostra il suo vero
volto al giovane sognatore privato della folla che mai lo notò ma di
cui lui si nutriva. Sono le prime pagine, coinvolgenti, intense,
poetiche di questo breve romanzo edito nel 1848 appartenente alla
primissima produzione del grande russo. Il resto è l’incontro con
un’altra anima ferita- una giovane ragazza innamorata in attesa del
ritorno del suo amato - seguono gli appuntamenti concatenati l’uno
all’altro, tutti nel corso di magiche notti -crepuscoli impavidi
che non cedono il passo al buio- la conoscenza reciproca, le
confidenze, il patto d’amore, il tempismo che in un attimo dona
tutto per tutto rubare.
Sorprende
l’economia della scrittura puntellata di dialoghi e capace di
regalare l’utopia di un lieto fine che non ci sarà, facendoci
appunto ancora una volta sognare e gioire per scoprire poi che anche
la disillusione, vissuta una bella esperienza seppur breve e
traditrice, può concedere la gioia di un attimo fermato nell’eterno.
Poesia giovanile, appunto, da adulti ci si scontra con la presunzione
che la felicità possa essere duratura nel tempo e perfetta ed è
sempre più difficile accettarne i limiti.
Sempre
bello leggere questo grande scrittore che ha il potere di mettere a
nudo l’animo umano spogliandolo di inutili orpelli e riconducendolo
sempre a quella disordinata matassa che è la sua essenza.
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