La
luna e i falò –
Cesare Pavese - Einaudi – Pagg. 246 – ISBN 9788806219383 -
Euro 12,00
Sono
tornato: tutto è cambiato, tutto è uguale
Pavese,
uomo delle Langhe, racconta nel suo secondo romanzo, edito nel 1950,
il ritorno di un uomo delle Langhe, il ritorno di un girovago
bastardo che cerca ancora la sua identità. È la storia di Anguilla,
nato e cresciuto nelle Langhe e io narrante di questo testo. La sua
identità è costruita sul suo vissuto, lui sa solo di essere stato
un bimbo senza famiglia, allevato poi da contadini in cambio di un
sussidio, per proseguire la sua crescita, dopo la morte del padre
adottivo, come garzone presso un’altra cascina. Ha dunque una
storia e si è gradualmente creato un’identità, torna
dall’America, deluso e amareggiato, sperando di ritrovare ciò che
il suo ricordo ha cristallizzato. Ma la vita è fugace, pur essendo
nelle Langhe tutto uguale, alla fine niente è uguale. Le persone, i
luoghi, gli eventi sono altri. È terminata la guerra e la terra
restituisce ancora i cadaveri dei tedeschi sepolti, su nelle colline.
La lotta partigiana ha segnato territorio e persone, la fame ancora
di più. Per alcuni lui non è più il bastardo da prendere in giro,
qualcuno nemmeno si ricorda più di lui ed egli vive un senso di
infinito sconforto nel mancato riallineamento del ricordo con la
realtà. Lui ricorda tutto: la cascina Gaminella, la Mora, le sue tre
padroncine delle quali narrerà l’infausto destino. Perfino Nuto,
il suo caro amico, è diverso. Sparita l’aura mitica, è uomo fatto
, non più il ragazzo grande mitizzato dal più piccolo. Tutto delude
e incupisce nella terra della luna e dei falò, nei luoghi dove
ancora le credenze popolari hanno diritto di esistere anche se
qualcuno le taccia di superstizione. Avvicinandosi il momento di
lasciare la probabile terra natia (neanche di questo ha in fondo
certezza), Anguilla può solo rimettersi al suo destino, quello che
per lo meno gli permette di aiutare Cinto, il piccolo nuovo Anguilla
confinato nella disgrazia della sua misera vita. È un romanzo
diretto, crudo, reale che riassume la poetica dell’autore:
componimento di certa matrice autobiografica a esprimere angoscia
esistenziale e il difficile “mestiere di vivere”.
Siti
Un bellissimo libro, letto tanti tanti anni fa, dopo la lettura di questa interessante recensione viene ancora voglia di leggerlo.
RispondiEliminaPiera
Grazie Piera.
RispondiEliminaLaura