Il
rapporto dell'uomo con il Divino
di
Lorenzo Russo
Che
cos'è il Divino?
Il
Divino universale, cioè quello da cui è sorto il tutto -quello sconosciuto come
conosciuto- non è veramente dimostrabile, per cui l'uomo può ricorrere
solamente al suo presunto Divino diventato carne, in se stesso quindi, in
quanto fu creato a somiglianza del Creatore.
Per
trovarlo servono le meditazioni, dalle quali nascano le buone intenzioni che lo
aiutino a proseguire sulla via del progresso, invece che della distruzione.
L'islamismo
estremo fa leva su una divinità certa e direttiva, su una forza che incute
obbedienza assoluta e coraggio a sostenerla, che toglie soprattutto ai giovani
la paura della morte e che oggi attira particolarmente un occidente alle prese
con la superficialità del capitalismo e le ipocrisie e falsità del comunismo
La
globalizzazione in atto sta soffocando la cultura occidentale, quella sorta nel
corso della storia dell'uomo con il superamento di gravissimi conflitti,
contraddizioni, abusi, torture, diffidenze.
È
proprio il risultato di questi superamenti che va protetto come se si trattasse
di proteggere un proprio figlio.
Non
per questo, anche esso abbisogna di un continuo confronto con le altre culture
esistenti, onde potersi riesaminare, rigenerare e migliorare.
Guai,
però, al confronto preteso da una esigenza economica contraria alla volontà dei
popoli e supportata da una classe politica al suo servizio.
La
volontà popolare è il fondamento della democrazia, ma ha valore solo quando
viene sostenuta da un sistema economico fondato sulla equità e giustizia.
È
tempo di riprendersi il coraggio che la vita facile e superficiale offerta dal
capitalismo liberale ha offuscato nelle menti dei popoli.
Non
è il benessere materiale che apre le porte del paradiso in terra ed ancor meno
dopo questa vita, per cui è tempo di prepararsi al conflitto culturale
riaccendendo la fiamma liberatrice che nel corso dei secoli ha formato la
cultura liberale dell'occidente.
Quella
che è in corso è una lotta di credo tra il mondo democratico e l'altro dominato
dalla sottomissione e accettazione di una volontà autarchica e despotica
imposta come volontà divina.
E
qui mi sembra che il buonismo cattolico si sia unito a quello della parte della
nuova sinistra, una volta denominata comunista, disposta a sacrificare le
conquiste democratiche dell'occidente all'ideologia universale di poter
realizzare in breve tempo l'equiparazione e unione dei popoli senza tener conto
dei conflitti identificatori e sociali ad essa inerenti.
Non
che io non la sostenga, ma perchè credo che la sua realizzazione
richieda un lasso di tempo di molto più lungo affinchè si realizzi
senza costrizioni e divieti.
Non
è così che il progresso debba sorgere prima nelle coscienze dei popoli per
avere successo e che debba essere assecondato da un sistema economico adeguato?
Di
fatto ancor oggi il mondo si regge sul principio ideologico dittatoriale, le
cui denominazioni e metodi d'uso possono essere anche differenti.
Per
esempio dittatura democratica, dittatura islamica, ma dove il principio è
sempre lo stesso: quello di comandare e domare il popolo sottostante.
Pari
a ciò che succede nell'Universo, anche il nostro mondo si regge dall'alto verso
il basso.
In
alto le forze che comandano, e non sempre per capacità intellettuale e merito,
e più si va verso il basso più si riscontrano le forze deboli e bisognose di
direttive e sostegno, come per esempio le suppliche rivolte a un Dio salvatore
dimostrano.
La
forza della sopravvivenza è dimostrazione dello stato cognitivo e di coscienza
del supplicante, fatto che dà luogo all'immaginazione dell'esistenza di
divinità differenti e anche contrastanti.
L'attuale
invasione in massa di persone di religione islamica nell'Europa creerà senza
dubbi i conflitti sopraelencati, per cui è necessario essere vigilanti, fare di
tutto per inserirli nella nostra cultura, ma anche essere rigidi e fermi con
l'espellere chi non voglia adeguarsi.
E
qui mi pongo la domanda: che cosa ha tutto questo con l'esistenza di Dio?
Esiste
un Dio senza l'uomo o è Dio nell'uomo creato a sua somiglianza?
È
Dio uguale all'uomo, pur con tutte le sue incapacità e fragilità, o è una
creazione dello spirito umano grazie alle sue capacità immaginative bisognose
di una risposta persuasiva e consolante?
L'uomo
ritratto di Dio e Cristo una sua possibile risposta esemplare, una tra altre?
Domande senza chiare
risposte, per cui all'uomo non resta che affidarsi alle sue capacità
intellettuali razionali, che vanno così coltivate e
spronate affinchè egli riesca ad essere ideatore e costruttore del
suo destino.
Dio, un essere
superiore, sconosciuto nella sua realtà, l'uomo invece inferiore con
l'attitudine di volersi elevare a sua somiglianza. Questo concetto ha qualcosa
di vero, altrimenti potrebbe essere segno di pura presunzione, vanità, pazzia.
Senza un rapporto con
il divino, l'essere umano sarebbe ancor più retrogrado, fino a insignificante;
da qui il concetto che esso sia necessario per affrontare con successo le
ostilità della sua vita.
È un concetto forte e
pericoloso, in quanto potrebbe perturbare il proprio animo a tal punto da
renderlo squilibrato, infatuato, pericoloso, diabolico.
Sta all'uomo
dimostrare che il credo nella sua origine divina sia testimonianza di verità,
cioè che lo preservi dalla sua possibile dannazione aiutandolo a costruire una
società spronata a raggiungere lo stato finale evolutivo.
Che sia quello
trasmesso dal vecchio testamento, nel quale l'uomo e il divino erano simbiosi
vissuta, rimane una speranza che sarebbe bene di non perdere.
Intravedo due reazioni
dal rapporto dell'uomo con il divino: una che lo sprona a migliorare le sue
condizioni di vita, da svolgere al meglio nell'ambito societario e nella tutela
dell'ambiente, l'altra che lo rende presuntuoso, egocentrico, violento nel
credo di agire per volontà divina.
Consiglio all'uomo di
considerare l'approccio al divino come una polizza assicurativa, che lo aiuti a
sopportare le sconfitte con lo sguardo rivolto alla sua origine particolare.
Il riferimento al
divino sia per l'uomo il faro della sua salvezza e realizzazione.
Per chiunque volesse
lasciare dietro di sè un'impronta personale tangibile deve superare
tre fasi: riconoscere, apprendere e mettere in pratica.
E che non si
dimentichi di volgere lo sguardo indietro per non smarrire la scia prescelta,
onde evitare di essere sviato dai vizi, comuni e non comuni della vita.