Autunno
di Vincenzo Cardarelli
Autunno. Già lo sentimmo venire
nel vento d'agosto,
nelle
piogge di settembre
torrenziali e piangenti,
e
un brivido percorse la terra
che ora, nuda? e triste,
accoglie
un sole smarrito,
Ora passa e declina ,
in quest'autunno
che incede
con lentezza indicibile,
il miglior tempo della
nostra vita
e lungamente ci dice addio.
Giardino autunnale
di Dino Campana
Al
giardino spettrale al lauro muto
De le verdi ghirlande
A la
terra autunnale
Un ultimo saluto!
A l'aride pendici
Aspre
arrossate nell'estremo sole
Confusa di rumori
Rauchi grida
la lontana vita:
Grida al morente sole
Che insanguina le
aiole.
S'intende una fanfara
Che straziante sale: il fiume
spare
Ne le arene dorate: nel silenzio
Stanno le bianche
statue a capo i ponti
Volte:
e le cose già non sono più.
E dal fondo silenzio come un
coro
Tenero e grandioso
Sorge ed anela in alto al mio
balcone:
E in aroma d'alloro,
In aroma d'alloro aere
languente,
Tra le statue immortali nel tramonto
Ella
m'appar, presente.
Tempo di castagne
di Camilla Del Soldato
Nei
castagneti dell'Italia mia,
tanto in Piemonte, quanto in
Lucchesia,
quand'è l'autunno, per tutti i ragazzi
è
grande l'allegria.
Li vedi armati d'un grosso randello,
lungo
e diritto come un alberello,
andar pei greppi a corsa come
pazzi.
E lì comincia il bello.
Agli annosi castagni,
randellate
danno a gran forza, finché sian cascate
tutte
le frutta, e dai bei ricci infranti
occhieggino, morate.
E
i ragazzi a gridare - La ballotta!
La caldarrosta, pronta appena
cotta;
le frittelline dolci, avanti, avanti!
La polenta che
scotta!
Di mangiar le castagne in Lucchesia,
ed in Piemonte
e in tutta Italia mia,
ogni maniera è buona, se vi sia
vin
nuovo, foco acceso e compagnia.
Autunno
di Ceccardo Roccatagliata Ceccardi
L'autunno
di ramo
in ramo si raccoglie
come un uccello al vento;
e
un lamento di foglie
mesce con un richiamo
di piogge, di
fontane
e d'ombre. Il pianto
vaga nell'aria a
lontane
solitudini, oscilla
di villa in villa,
e
scolora ogni fronda.
Autunno
di Corrado Govoni
Il vento alle porte
urta insistentemente
ed il mio cuore si
sente
pieno di foglie morte.
Autunno
di Rosa Staffiere
Come
erano spensierati gli autunni
dei miei tempi quando
la casa
odorava di mele cotogne
e nei tini bolliva il mosto.
La
nonna accatastava la legna
per l'inverno che già si
avvertiva
La mamma laboriosa cuciva i grembiuli
per noi
scolari e borse e quaderni
neri con i bordi rossi
comprava
e uno sull'altro
sul comò li poneva.
Nel focolare bruciava
il fuoco
facendo una brace rossa
come un cuore innamorato
e
sopra mettevamo le castagne
appena uscite dal riccio
mentre
si cuocevano cominciavano
a scoppiare facendo tric trac
come
quando si sparavano i mortaretti.
La nebbia che saliva dalla
terra
pareva una signora vestita di tulle
trasparente che
non copriva niente
e in questo intravvedere
usciva una
figura magica, fatata
e tu vedevi quello che desideravi
Notte d'autunno
di Rainer Maria Rilke
Le
stelle, tacendo,
rimiran la pallida luna:
barchetta
d'argento,
che sogna l'approdo
per entro le chiome dei
tigli.
Richioccola lungi una fiaba
la garrula fonte,
sommessa.
Un tonfo leggero di pomi
sull'erba che immobile
sta.
Dal poggio vicino,
la brezza notturna spirando,
mi
reca sovr'ali d'azzurra
falena, traverso le querce,
un
greve sentore
di fervidi mosti recenti.
La prima pioggia
di Marino Moretti
Scendon
le gocce della prima pioggia
che sui selciati ancor timida
batte,
mentre settembre lietamente sfoggia
l'ardire delle
sue bacche scarlatte.
E' dolce il chiacchierìo di tante
foglie
in capannelli sugli alberi spessi
come quello che
fan sopra le soglie
le comari che parlan d'interessi.
E
invece tante foglie chiacchierine
parlano dell'autunno che
ritorna
e che, sotto la pioggia fine fine,
di pampini e di
bacche agile s'orna.
Canzone d’autunno
di Paul Verlaine
I
lunghi singulti
dei violini
d'autunno
mi
lacerano il cuore
d'un languore
monotono.
Pieno
d'affanno
e stanco, quando
l'ora batte
io
mi rammento
remoti giorni
e piango.
E
mi abbandono
al triste vento
che mi trasporta
di
qua e di là
simile
ad una
foglia morta.
Ora l’autunno
di Salvatore Quasimodo
Ora
l'autunno guasta il verde ai colli,
o miei dolci animali. Ancora
udremo,
prima di notte, l'ultimo lamento
degli uccelli,
il
richiamo della grigia
pianura che va incontro a quel rumore
alto
di mare. E l'odore di legno
alla pioggia, l'odore delle
tane,
comè vivo qui fra le case,
fra gli uomini, o miei
dolci animali...
Questo volto che gira gli occhi lenti,
questa
mano che segna il cielo dove
romba un tuono, sono vostri, o miei
lupi,
mie volpi bruciate dal sangue.
Ogni mano, ogni volto,
sono vostri.
Tu
mi dici che tutto è stato vano,
la vita, i giorno corrosi da
un’acqua
assidua, mentre sale dai giardini
un canto di
fanciulli. Ora lontani,
dunque, da noi? Ma cedono nell’aria
come
ombre appena. Questa la tua voce.
Ma forse io so che tutto non è
stato.