di
Vincenzo D’Alessio
C’era
una volta un paese felice
dove
la gente pensava al lavoro
ogni
giorno benediceva, quello
che
i campi donavano loro
passarono
gli anni e fuori dal paese
sorsero
case, fabbriche e chiese
la
gente allora lasciò i campi
per
guadagnare e… andare avanti
ma
il sole sorge, come ogni giorno,
sulle
ricchezze, sciagure ed orgoglio,
e
quella terra, ormai morta,
diventa
schiava di altra sorte
c’era
chi pianse e chi ancora aspetta
che
dalle Alpi ritorni suo figlio
ma
come i campi anche lui muore
in
un silenzio che fa male al cuore
poco
alla volta costruirono case, strade
e
cemento prese il suo posto
povera
terra ora è nascosta
senza
speranza di vedere il sole
ma
il sole sorge, come ogni giorno
sulle
ricchezze, sciagure ed orgoglio
e
quella terra, ormai morta,
diventa
schiava di altra sorte
sono
scomparsi alberi e fiori, erbacce,
ortiche
farfalle e colori
sempre
più case sono spuntate,
povera
terra dal cuore spezzato
e
il bambino immagina i fiori, gli uccelli,
il
bosco, i prati, i colori,
e
li dipinge sopra i muri nella speranza
che
sempre duri
il
sole sorge, come ogni giorno,
guardando
i fiori, gli uccelli,
il
bosco, guardò il bambino, pensò all’amore
e
in un momento di rabbia e furore
un
fuoco immenso distrusse le case
e
diede alla terra di nuovo la pace,
sorrise
al bambino, lo prese per mano,
gli
disse: uomo sarà la tua casa!
Da Nuove
anime (Fara, 2019)
[Incontro]
di
Felice Serino
sul
lago s'è alzata la luna
dentro
silenzi d'acque
è
dolce la luce
nel
respiro
delle
foglie una smania che dilania
abbraccia
i contorni della notte
di
Giovanna Giordani
C'era
una volta una campanella
che aveva più di una sorella
e fra tutte nel campanile
era senz'altro la più gentile
Lei tintinnava dolcemente
rendendo lieta tanta gente
quando l'alba piano arrivava
e quando il sole tramontava
Arrivò un giorno una bufera
che perdurò fino alla sera
e le campane infreddolite
buscaron tutte la tonsillite
Non potendo quindi suonare
se ne stavano a guardare
finchè udirono una bambina
chieder: perché non squilla campanellina?
Campanellina si commosse
quindi le prese un attacco di tosse
provocando un tin ton tan
che lo sentivano da lontan
Allor la bimba comprensiva
disse a ognuno che la udiva:
perdonatela se è stonata
campanellina è raffreddata
che aveva più di una sorella
e fra tutte nel campanile
era senz'altro la più gentile
Lei tintinnava dolcemente
rendendo lieta tanta gente
quando l'alba piano arrivava
e quando il sole tramontava
Arrivò un giorno una bufera
che perdurò fino alla sera
e le campane infreddolite
buscaron tutte la tonsillite
Non potendo quindi suonare
se ne stavano a guardare
finchè udirono una bambina
chieder: perché non squilla campanellina?
Campanellina si commosse
quindi le prese un attacco di tosse
provocando un tin ton tan
che lo sentivano da lontan
Allor la bimba comprensiva
disse a ognuno che la udiva:
perdonatela se è stonata
campanellina è raffreddata
La
moschea di Tinmel*
di
Laura Vargiu
Piccolo
fiore rosa
tra le montagne sbocciato,
timido bacio del cielo
su pietra e fango stampato
tra le montagne sbocciato,
timido bacio del cielo
su pietra e fango stampato
Solo
custode
il silenzio del tempo,
da sparuti passi forestieri spezzato
e dalle voci dei bambini nel vento.
il silenzio del tempo,
da sparuti passi forestieri spezzato
e dalle voci dei bambini nel vento.
Da I
cieli di Gerusalemme e altri versi vagabondi (L'ArgoLibro, 2016)
*Tinmel è un piccolo e antico villaggio berbero situato nella catena montuosa dell’Alto Atlante, a un centinaio di chilometri a sud della città marocchina di Marrakech.
La
sabbia del mio mare
di
Gavino Puggioni
La
sabbia del mio mare e
il vento che m'accarezza...
in un abbraccio
senza fine,
ed io ne vivo.
il vento che m'accarezza...
in un abbraccio
senza fine,
ed io ne vivo.
Da Pensieri
in volo
La
vecchia
di
Piera Maria Chessa
Macugnaga,
qualche tempo fa
Una
vecchia riposa
su una sedia
poco fuori dall’uscio di una casa
avvolta dal sole.
su una sedia
poco fuori dall’uscio di una casa
avvolta dal sole.
Ricche
fioriere intorno
dove i colori danzano
gareggiando tra di loro.
dove i colori danzano
gareggiando tra di loro.
Ovunque
i monti brillano
sotto i raggi
abbracciando colorate case
dai balconi fioriti.
sotto i raggi
abbracciando colorate case
dai balconi fioriti.
Solo
l’anziana non avverte
la bellezza del luogo
chiusa com’è nella sua solitudine
e in un pesante silenzio che fa male.
la bellezza del luogo
chiusa com’è nella sua solitudine
e in un pesante silenzio che fa male.
Lo
spettacolo
di
Renzo Montagnoli
Anche
domani il sole sorgerà
lampi
di luce infiammeranno l’oriente
fuggiranno
le nebbie della notte
silenziosi
si eclisseranno i sogni
compagni
di tante notti.
Sono
memorie in una cornice
di
fantasia questi sogni
che
mi lasciano in punta di piedi
ai
primi chiarori del giorno nuovo.
Tutta
una vita rivissuta nel buio
dal
primo approccio con il mondo
ai
placidi silenzi di una sera di primavera
quando
sotto il portico seduto
gioisco
del sublime spettacolo
del
cielo che si illumina di stelle.
E
mi racconto ogni notte,
mi
rivedo anche per quel che sono,
con
la malinconica commozione
di
chi sa che il tempo è ormai passato
che
gli affetti che a lungo mi hanno
accompagnato
e infine lasciato
sono
ormai storia al pari di quella
che
un giorno sarà la mia.
Ma
per ora continuo a sognare
a
rivedere quel che è stato
un
irripetibile spettacolo,
il
mio,
solo
mio.
Da Lungo
il cammino
Muore
il sole
di Graziella
Cappelli
Muore
il sole
oltre
le siepi
trafitto
dai
cipressi.
Vaga
nell’ombra
l’Anima
fragile
si
adagia
sulla
terra
ancora
cada
attende
carezze
di Luna.
di
Cristina Bove
Sotto
le case di ringhiera
la porta nera della casastalla
nera come i cavalli col pennacchio
e nero il cocchio
versione funeraria della zucca
lanterne affumicate e croci d’oro
il tiro a quattro per i morti ricchi
la porta nera della casastalla
nera come i cavalli col pennacchio
e nero il cocchio
versione funeraria della zucca
lanterne affumicate e croci d’oro
il tiro a quattro per i morti ricchi
nell’ombra
una scaletta
portava all’ammezzato
_ci dormivano figli e genitori_
unica presa d’aria
una finestra cupa, a mezzaluna
ricavata nell’arco del frontone
da cui mi salutava Concettina
l’amichetta con cui si andava a scuola
portava all’ammezzato
_ci dormivano figli e genitori_
unica presa d’aria
una finestra cupa, a mezzaluna
ricavata nell’arco del frontone
da cui mi salutava Concettina
l’amichetta con cui si andava a scuola
scene
da un mondo refrattario al sole
e chi lo visse non esiste più
ora è un mercato acceso di vetrine
insegne e bancarelle variegate
ma sul balcone al terzo piano
c’è una donna tra i fili che si sporge
e d’improvviso è l’ombra di mia nonna
che mi saluta mentre stende i panni
e chi lo visse non esiste più
ora è un mercato acceso di vetrine
insegne e bancarelle variegate
ma sul balcone al terzo piano
c’è una donna tra i fili che si sporge
e d’improvviso è l’ombra di mia nonna
che mi saluta mentre stende i panni
Panoramica
di Gianluca
Ferrari
Rotari:
qualche casa
tenuta
insieme da un’eco
longobarda.
Per noi significava
che
ormai s’era arrivati.
La
lagna degli ultimi tornanti
s’addolciva
per un attimo
nei
pressi dell’edicola sacra
alla
Fiancata.
Poi
Ronchi, il do di petto
della
grande fontana,
la
polvere di sole della bottega
del
falegname, le esili fascine
accatastate,
gli ancora più sottili
coppi
di pietra, il piccolo
camposanto
al termine
dell’ultima
discesa, la chiesa,
la
quercia enorme che sovrasta
la
locanda nella conca erbosa!
Da Il
posto del fragole (edito in proprio, 2018)
Val
d’Adige
di
Gabriele Oselini
a
mia zia Fausta e Piero
filari
di peschi
profumavano
il
canto
prima
che l’acqua gelida
del
canale veloce
l’annegasse
in
un riflesso
rosso
papavero
e
la sera
profumata
di lavanda
ci
addormentasse
sfiniti
su
bianche lenzuola di canapa
in
val d’Adige
Da Fiori
rossi (Fara, 2018)