di Laura
Vargiu
Si
specchiano i cieli di Gerusalemme
nella
vanità delle cupole d’oro
di
chiese e moschee,
cullando
litanie millenarie
che
il Muro del Pianto sussurra
Cieli
di preghiere, nuvole e stelle leggere
Passeggiano
in bilico i cieli di Gerusalemme
sopra
il serpente di cemento
che
stritola il cuore degli uomini,
luccicando
su pietre, canne di fucili
e
pozze di sangue che bagnano una terra d’ulivi
Cieli
di odio, paura e antichi pianti che si rinnovano
Si
rincorrono i cieli di Gerusalemme
nei
quartieri dell’esilio
tra
i profumi vagabondi di sesamo e timo,
riecheggiando
nei versi dei poeti
e
nelle note spezzate dei canti della resistenza
Cieli
di villaggi perduti, macerie di memorie e diaspore nuove
Si
riflettono i cieli di Gerusalemme
negli
occhi dei bambini che non li hanno mai visti
e
in quelli dei vecchi che ancora li piangono,
sventolando
nei colori di una bandiera
che
non trova più la strada di casa
Cieli
di sogni e risvegli da notti incompiute
Cieli
di rassegnazione e speranze sospese di un popolo.
Da I
cieli di Gerusalemme e altri versi vagabondi (L’Argolibro, 2016)