Mare di notte
di
Renzo Montagnoli
Nel
buio di una notte
non
rischiarata dalla luna
appena
si scorge
il
bianco dell’onda
che
lenta s’infrange alla riva.
Spruzzi
salmastri
subito
affogati dalla sabbia
piccole
lacrime di un mare
che
mai dorme
e
sempre va alla ricerca
di
un luogo da lambire.
Onda
su onda
rincorre
invano
il
lontano orizzonte
e
nell’oscurità
silenzioso
spegne
il suo ardore.
Va
e ritorna
bagna
i miei nudi piedi
che
percorrono l’umida rena
cancella
le impronte
con
il suo ultimo approdo.
Da
Il deserto e il
sogno
Di seguito la colonna
sonora, famosissima:
Quanto ci sa parlare, il mare!
RispondiEliminaSempre bravo, Renzo
Giovanna
Che bella poesia, Renzo! Il mare di notte dà sensazioni bellissime, in qualunque stato lo si trovi, ha sempre le sue bellezze che danno respiro all'anima. Bravo, buona domenica.
RispondiEliminaCar
Suggestiva. Rende proprio l'idea del deserto del sogno o della sua inafferrabilità o della sua evanescenza.
RispondiEliminaciao
franca
"piccole lacrime di un mare
RispondiEliminache mai dorme"
il poetico pianto del mare...
Silenzio, quiete, ma anche un briciolo di inquietudine in questo bel testo che evidenzia il ripetersi all'infinito dei "gesti" della natura e, nello stesso tempo, il rinnovamento.
RispondiEliminaIl mare assume connotati quasi umani, come le onde, la sabbia, l'orizzonte, solo nella chiusa appare l'uomo, con discrezione, quasi con timidezza.
Piera
Un grazie a tutte.
RispondiEliminaIo la vedo come una metafora della vita, con l'onda che nasce lontano e muore sulla spiaggia. E' molto bella e fa sognare.
RispondiEliminaAgnese Addari