Ognuno
di noi conserva dentro di sé un tesoro prezioso, fra l’altro
personalizzato, a cui ricorrere nei momenti di tristezza, quando si ha
la necessità di sapere cosa è stata la nostra vita, se siamo
contenti o siamo malinconici, se il giorno o la notte non passano
mai, ecco allora ricorriamo alla memoria.
Le
poesie che seguono hanno a che fare con questo meccanismo, anzi molto
spesso chi scrive in versi fa affidamento sui suoi ricordi, li fa
riemergere per se stesso e anche per gli altri.
25
aprile 1945
di
Graziella Cappelli
Sono
nata
nella casa
dalle tegole
rotte
e finestre
di vento.
nella casa
dalle tegole
rotte
e finestre
di vento.
Rifiorivano
i meli
sui campi
incrostati
di sangue.
La Liberazione
cantava
marciando
tra garrule
bandiere
e carri armati
a gremire
le piazze.
i meli
sui campi
incrostati
di sangue.
La Liberazione
cantava
marciando
tra garrule
bandiere
e carri armati
a gremire
le piazze.
Ancora
...
piange
la terra.
piange
la terra.
Amarcord
di
Michael Santhers
In
autunno
le giornate piene di addii e arrivederci
c'è chi parte con famiglia allargata
chi in compagnia del lutto
le giornate piene di addii e arrivederci
c'è chi parte con famiglia allargata
chi in compagnia del lutto
L'aria
affettata dal freddo
e il sole un termometro sulle facce
tra febbre residua d'estate e brividi paventati
e il sole un termometro sulle facce
tra febbre residua d'estate e brividi paventati
Vibrano
i rami
come a far durare breve il dramma,
alcune foglie resistono
e tra scheletri sembrano
bandiere di pirati senza bottino
come a far durare breve il dramma,
alcune foglie resistono
e tra scheletri sembrano
bandiere di pirati senza bottino
Tanti
colori
al trapasso del declino
spaventato dal capolinea
ove scarpe e copertoni
invano a stiparlo
al trapasso del declino
spaventato dal capolinea
ove scarpe e copertoni
invano a stiparlo
I
frutti fanno biglietti per le bocche
sognando per i semi il paradiso degli sputi
su ernie di terra benedetta
sognando per i semi il paradiso degli sputi
su ernie di terra benedetta
Giocano
a scacchi sul sereno
le nuvole e si mangiano tra loro,
ingrassate fanno avance al sole
ormai sedotto da lontani calendari
le nuvole e si mangiano tra loro,
ingrassate fanno avance al sole
ormai sedotto da lontani calendari
Un
tuono, gong ad azzerare e ripartire
e qualche ombrello a stendardo
di festosi podi e amarcord
Da Soste Precarie
e qualche ombrello a stendardo
di festosi podi e amarcord
Da Soste Precarie
Annina
di
Giovanna Giordani
(dedicata
ad A.P.)
Annina
precisina
perfettina
anima
buona
piumina
volante
nel vento
cercava
l’amore
Si
fece trovare, l’amore
e
sbocciarono giorni
che
sembravano lieti
Annina
non fu
per
sempre felice
(come
nelle fiabe)
solo
qualche momento
prima
del cambiamento
Annina
ora vive lassù
fra
le stelle
nel
luogo incantato
riservato
soltanto
alle
anime belle
Barbiana
di
Tiziana Monari
In
un fiato di luna
il
vento che spettinava i fiori di mandorlo
respirava
in silenzio Barbiana
poche
case disciolte in un arruffo di luce
l'odore
del fieno da poco reciso
fiammelle
di lucciole, sguardi di gufo, orme di lepre al calar della notte
una
campana cantava le ore cadute
in
quel paese dallo splendore del grano
dove
c'era il profumo di menta, di mosto, del gelsomino sulla soglia di
casa
e
Lorenzo sognava un mondo scomposto d'azzurro
mite
d'autunno, con i margini d'oro
stampava
storie ai confini di stelle
coltivava
dolci promesse, verdi innocenze, un soffio di vita primigenio
per
bimbi odorosi di pane e basilico
che
trasformavano scope in bianchi Ippogrifi
cavalcando
polene in terre lontane
insegnava
lettere,numeri,crome ,semicrome,memorie di vento
risplendendo
in una brama di chiaro
quando
mancava il riflesso del sole sul verde incantato dei prati.
Lo
ricordiamo così
con
la toga un poco sgualcita nel profilo incerto del giorno
il
cuore che riempiva di rosso le querce
ed
occhi come laghi di bruma che scioglievano l'incanto del sole.
Insieme
a quel Cristo del presepe che occhieggiava da una povera culla.
C’era
una volta un paese felice
di
Vincenzo D’Alessio
C’era
una volta un paese felice
dove
la gente pensava al lavoro
ogni
giorno benediceva, quello
che
i campi donavano loro
passarono
gli anni e fuori dal paese
sorsero
case, fabbriche e chiese
la
gente allora lasciò i campi
per
guadagnare e… andare avanti
ma
il sole sorge, come ogni giorno,
sulle
ricchezze, sciagure ed orgoglio,
e
quella terra, ormai morta,
diventa
schiava di altra sorte
c’era
chi pianse e chi ancora aspetta
che
dalle Alpi ritorni suo figlio
ma
come i campi anche lui muore
in
un silenzio che fa male al cuore
poco
alla volta costruirono case, strade
e
cemento prese il suo posto
povera
terra ora è nascosta
senza
speranza di vedere il sole
ma
il sole sorge, come ogni giorno
sulle
ricchezze, sciagure ed orgoglio
e
quella terra, ormai morta,
diventa
schiava di altra sorte
sono
scomparsi alberi e fiori, erbacce,
ortiche
farfalle e colori
sempre
più case sono spuntate,
povera
terra dal cuore spezzato
e
il bambino immagina i fiori, gli uccelli,
il
bosco, i prati, i colori,
e
li dipinge sopra i muri nella speranza
che
sempre duri
il
sole sorge, come ogni giorno,
guardando
i fiori, gli uccelli,
il
bosco, guardò il bambino, pensò all’amore
e
in un momento di rabbia e furore
un
fuoco immenso distrusse le case
e
diede alla terra di nuovo la pace,
sorrise
al bambino, lo prese per mano,
gli
disse: uomo sarà la tua casa!
Da Nuove
anime (Fara, 2019)
Di
barconi e bastimenti
di
Franca Canapini
-
Sai, ben due volte sognai
le terre d’oltremare - New York mi sembra:
vicoli stretti tra muri a mattoncini
e l’emozione di trovarmi nell’altrove
di là dal mare, di fronte alla mia gente:
un’altra vita?
Però la vita che ricordo è solo una
di campi di carrubi e di miseria
di sole a picco che dissecca
di riscatti e praterie
di partenze obbligate per l’America
le terre d’oltremare - New York mi sembra:
vicoli stretti tra muri a mattoncini
e l’emozione di trovarmi nell’altrove
di là dal mare, di fronte alla mia gente:
un’altra vita?
Però la vita che ricordo è solo una
di campi di carrubi e di miseria
di sole a picco che dissecca
di riscatti e praterie
di partenze obbligate per l’America
-
Anch’ io ricordo la mia vita nera
di sabbie rosse come il sangue
serpenti e cantilene;
di casette bianche senza cibo
e di violenza;
anch’io sono partito per l’Italia:
un sogno di arance e mandarini
la speranza di cambiare il mio destino
di sabbie rosse come il sangue
serpenti e cantilene;
di casette bianche senza cibo
e di violenza;
anch’io sono partito per l’Italia:
un sogno di arance e mandarini
la speranza di cambiare il mio destino
-
barconi e bastimenti naufragati
acqua salata nei polmoni –
acqua salata nei polmoni –
...E
ora
qui, nel fondo, al buio
ci abbracciamo desolati
qui, nel fondo, al buio
ci abbracciamo desolati
Da Viaggio
nella poesia (Edizioni Helicon, 2014)
Dune
della memoria
di
Gavino Puggioni
Là,
in quelle dune
accarezzate
dal mare
risacca
dei miei ricordi
sentimenti
come miraggi
pianure
del tempo andato
distese
sul mio corpo
senza
lamenti
solo
memoria
Da Afonie
indispensabili (Thoth, 2017)
Io
ricordo
di
Renzo Montagnoli
Prima
che l’oblio cali
sulla
mia stanca mente
ricordo
di
un bimbo che felice
correva
nei prati
di
una voglia di crescer
più
in fretta
di
un tempo che
non
voleva passare mai.
Ricordo
di una gioventù
che
ora mi pare un sogno
di
un’epoca ormai lontana
di
cui mi giunge solo l’eco.
Ricordo
l’attesa delle vacanze
ma
anche il desiderio di imparare
in
un continuo turbinio di speranze
la
scuola e la casa, la casa e la scuola.
Una
carezza di mia madre
che
mai più potrò avere
la
soddisfazione di mio padre
per
quel figlio bravo negli studi.
Nel
deserto di una vita
che
nulla può più dare
m’aggrappo
come un naufrago
a
quella mitica età
a
quel sogno che nel ricordo
si
tinge di mille colori
al
verde di quella giovinezza
che
mai più potrà tornare.
Da La
pietà
L’amore
di una vita
di
Piera Maria Chessa
Monti,
impenetrabili monti
di panna montata
mi vengono incontro oggi
sulla strada,
niente di simile
ho visto per anni
nel corso della mia
non breve vita.
di panna montata
mi vengono incontro oggi
sulla strada,
niente di simile
ho visto per anni
nel corso della mia
non breve vita.
Mi
accompagnò la neve
a lungo nell’infanzia
e ritorna nel tempo e nella mente
il lungo inverno
dei miei sette anni
quando un candido manto
ricoprì il mio paese
come una coltre spessa e calda
che a lungo avvolse strade
tetti e case.
a lungo nell’infanzia
e ritorna nel tempo e nella mente
il lungo inverno
dei miei sette anni
quando un candido manto
ricoprì il mio paese
come una coltre spessa e calda
che a lungo avvolse strade
tetti e case.
Nacque
forse lì
in quel tempo lontano
il mio grande amore
per la montagna,
quella stessa che oggi
dopo tanti decenni
mi regala ancora
emozioni speciali.
in quel tempo lontano
il mio grande amore
per la montagna,
quella stessa che oggi
dopo tanti decenni
mi regala ancora
emozioni speciali.
Magico
mare
di
Piero Colonna Romano
Per
liete teorie d'epifanie
incanto divenisti.
Salso fragrante dall'acqua fluiva,
sabbia l'accarezzavi
e fu il tuo andar su scogli a farti spuma.
Donasti suggestioni,
per quel color turchese che par d'occhi.
Svelò il prodigio della tua magia
il correr verso il cielo confondendo
i tuoi colori a quello.
Così ritorno a te con la memoria,
per ricordare tempi
di vele che vaganti all'orizzonte
portavan dolci sogni,
svaniti com'un volo di gabbiani.
incanto divenisti.
Salso fragrante dall'acqua fluiva,
sabbia l'accarezzavi
e fu il tuo andar su scogli a farti spuma.
Donasti suggestioni,
per quel color turchese che par d'occhi.
Svelò il prodigio della tua magia
il correr verso il cielo confondendo
i tuoi colori a quello.
Così ritorno a te con la memoria,
per ricordare tempi
di vele che vaganti all'orizzonte
portavan dolci sogni,
svaniti com'un volo di gabbiani.
di
Cristina Bove
Sotto
le case di ringhiera
la porta nera della casastalla
nera come i cavalli col pennacchio
e nero il cocchio
versione funeraria della zucca
lanterne affumicate e croci d’oro
il tiro a quattro per i morti ricchi
la porta nera della casastalla
nera come i cavalli col pennacchio
e nero il cocchio
versione funeraria della zucca
lanterne affumicate e croci d’oro
il tiro a quattro per i morti ricchi
nell’ombra
una scaletta
portava all’ammezzato
_ci dormivano figli e genitori_
unica presa d’aria
una finestra cupa, a mezzaluna
ricavata nell’arco del frontone
da cui mi salutava Concettina
l’amichetta con cui si andava a scuola
portava all’ammezzato
_ci dormivano figli e genitori_
unica presa d’aria
una finestra cupa, a mezzaluna
ricavata nell’arco del frontone
da cui mi salutava Concettina
l’amichetta con cui si andava a scuola
scene
da un mondo refrattario al sole
e chi lo visse non esiste più
ora è un mercato acceso di vetrine
insegne e bancarelle variegate
ma sul balcone al terzo piano
c’è una donna tra i fili che si sporge
e d’improvviso è l’ombra di mia nonna
che mi saluta mentre stende i panni
e chi lo visse non esiste più
ora è un mercato acceso di vetrine
insegne e bancarelle variegate
ma sul balcone al terzo piano
c’è una donna tra i fili che si sporge
e d’improvviso è l’ombra di mia nonna
che mi saluta mentre stende i panni
Orgosolo
di
Sergio Menghi
Tra
i massi della Barbagia
Circondato
da valli selvagge e profumate
Al
ridosso del monte che domina la valle della Luna,
quasi
un fantasma che incute paura,
spunta
Orgosolo, paese solitario e vivo
nel
cuore della Sardegna.
La
rabbia espressa nei murales
Gli
sguardi agghiaccianti dei suoi fieri abitanti
Accolgono
il nostro arrivo
E
all’improvviso sfila, tra i veli neri delle donne
Tutte
uguali ed eleganti
Ed
i singhiozzi soffocati, strazianti dei giovani parenti,
un
solenne funerale
dell’ultimo
condannato dalla giustizia locale.
Intanto,
nella via accanto
Si
vedono i paramenti di una cerimonia nuziale
E
sulla piazza del Municipio
Crivellato
di colpi di arma da fuoco
L’altoparlante
annuncia in dialetto stretto incomprensibile
La
corsa dei cavalli serale.
Poco
prima del tramonto di fuoco,
sulla
piazza antistante il cimitero
si
vedono affluire i cavalieri.
Ragazzi
ed uomini impettiti
Stabili
in sella ai focosi destrieri
Domare,
con abili mosse, dei cavalli ciascuna impennata.
Poi
la corsa, appaiata, sfrenata,
ritmata
dal suon degli zoccoli sull’asfalto infuocato.
Così
si conclude un giorno di festa
Per
gli abitanti del paese più isolato del mondo
Con
centinaia di case senza finestre
Come
bocche spalancate, assetate di progresso.
A
noi rari visitatori
Rimane
impresso il ricordo
Dei
saldi ed arcaici valori
Su
cui si fonda quella esistenza sociale
Piena
di orgoglio e di ‘balentia’.
Puzzano
di soffritto
di
Salvatore Armando Santoro
Puzzano
di soffritto
le strade della mia giovinezza,
e di stantio
i locali umidi dove feci all'amore.
Non m'accorgevo allora dei cattivi odori
tutto sembrava primavera
come le margherite e i fiori
che crescevano all'angolo di strade imbrecciate
prive di marciapiedi e catrame.
Non puzzavano di petrolio
le strade bianche del mio tempo,
ma di soffritto,
quello lo ricordo,
vedevo il fumo fuor d'ogni negozio,
si faceva la fila il giovedì dal bottegaio
che vendeva il vino annacquato.
Don Vincenzo, sedeva la sera sotto il muretto,
e mio padre glielo diceva che il vino era annacquato:
“Se voglio acqua vado alla fontana,
e non pago per vino”.
Si risentiva Don Vincenzo
ma lui sapeva che imbrogliava,
doveva costruire un appartamento alla figlia,
ma la prigione l'ha evitata.
Puzzava di soffritto
la strada della mia giovinezza
ma io ricordo solo il profumo di un fior d'angelo
in un vaso di legno
che inghirlandava la vecchia scala
della casa che non è più mia.
le strade della mia giovinezza,
e di stantio
i locali umidi dove feci all'amore.
Non m'accorgevo allora dei cattivi odori
tutto sembrava primavera
come le margherite e i fiori
che crescevano all'angolo di strade imbrecciate
prive di marciapiedi e catrame.
Non puzzavano di petrolio
le strade bianche del mio tempo,
ma di soffritto,
quello lo ricordo,
vedevo il fumo fuor d'ogni negozio,
si faceva la fila il giovedì dal bottegaio
che vendeva il vino annacquato.
Don Vincenzo, sedeva la sera sotto il muretto,
e mio padre glielo diceva che il vino era annacquato:
“Se voglio acqua vado alla fontana,
e non pago per vino”.
Si risentiva Don Vincenzo
ma lui sapeva che imbrogliava,
doveva costruire un appartamento alla figlia,
ma la prigione l'ha evitata.
Puzzava di soffritto
la strada della mia giovinezza
ma io ricordo solo il profumo di un fior d'angelo
in un vaso di legno
che inghirlandava la vecchia scala
della casa che non è più mia.
Ronchi
di
Gianluca Ferrari
La
grande fontana sbilenca
scrosciava
monti tutt’intorno
a
case spesse, ombrose
dentro
come i boschi
appena
oltre le soglie.
Un
rivolo ripido
di
scale in pietra tagliava
fuori
le tue quattro mura
e
la congrega delle donne
anziane
sedute al bordo
della
sola strada, ramarri
incapricciati
al sole.
Per
quelle scale porte
di
legno verde, dagli anelli
rugginosi:
porte di gnomi
ciuffi
d’ortica, soprassalti
d’api
sfiorate nelle corse
ardite
ed il velluto viola
dei
lamponi che ingigantiva
ad
incantesimi svegliati
dalle
nostre stesse voci.
Da Il
posto del fragole (edito in proprio, 2018)
Val
d’Adige
di
Gabriele Oselini
a
mia zia Fausta e Piero
filari
di peschi
profumavano
il
canto
prima
che l’acqua gelida
del
canale veloce
l’annegasse
in
un riflesso
rosso
papavero
e
la sera
profumata
di lavanda
ci
addormentasse
sfiniti
su
bianche lenzuola di canapa
in
val d’Adige
Da Fiori
rossi (Fara, 2018)
Bella raccolta, questa dei ricordi che popolano la nostra memoria. Bella idea Renzo, le singole poesie acquistano, nell'insieme, maggiore comprensione, emozione, valore comunicativo. Bravo, da parte mia ti consiglio di continuare così.
RispondiEliminaUna lettura che mi appaga sempre, Renzo, quando vengo sul tuo blog. Testi e stili diversi, così come le immagini, i sentimenti e le atmosfere che li rendono vivi, alcune poesie emozionano maggiormente, altre spingono alla riflessione, ma tutte regalano qualcosa e lasciano un segno.
RispondiEliminaGrazie sempre.
Piera
Lette tutte con grande piacere, scampoli di vita tradotti in parole significative...
RispondiEliminaGrazie, Renzo!
Gio
Bellissime tutte. Mi sono molto commossa.
RispondiEliminaGrazie, di cuore Renzo.
Un saluto
Graziella
Una raccolta monotematica! Che bella idea! Voci diverse ma tutte evocative. Lettura davvero appagante. Grazie
RispondiElimina