venerdì 3 febbraio 2012

Il vento del nord, di Renzo Montagnoli

                                                                    Foto da web


Il vento del nord
di Renzo Montagnoli


Stille di ghiaccio
feriscono il viso
soffia forte oggi
il vento del nord
gemono i rami sferzati
si disegnano arabeschi
di ragnatele imbiancate.
Lunga è la strada
per il calore della casa
accelero il passo
mentre la sera s’avvicina
ad avvolgere in un gelido
ed irto mantello
la terra vestita di ghiaccio.
Presto, correre a casa
piegato dal vento
le mani rattrappite
che più non sento,
avanzano i piedi
e il corpo quasi
resta indietro.
Troppo lunga è la strada
vorrei dormire
un po’ fermo a riposare.
Lontano è l’ululato dei lupi
ma presto arriveranno.
Branchi famelici
occhi rossi nel buio
fauci spalancate a spolpare
queste povere ossa
spezzate dal freddo.
Saranno i cavalieri
della vendetta
le anime di chi
ho ucciso in battaglia
il dolore di chi
ho offeso nel tempo
lo sguardo malinconico
di un amore tradito
gli ideali persi per strada
tutto quanto avrei dovuto fare
e non ho voluto fare.
Scende la notte
e io con lei,
chiudo gli occhi
e mi lascio andare.
Il vento del nord
quasi mi culla
e mi porta via con sé.


(da Canti celtici II)


Musica (qui) e immagine mi sembrano in tema.

9 commenti:

  1. è un freddo che diventa lieve nei versi
    malinconici e suggestivi
    di un inverno che inesorabilmente
    avanza...

    cri

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  2. Sembra la resa dell'uomo di Similaun. E' molto interessante questa umana identificazione con gli uomini antichi, pervasa dalla malinconica dolcezza che sempre contraddistingue i tuoi versi.

    franca

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  3. triste e mesta l'immagine dell'uomo intirizzito dal freddo, ma il suo procedere stanco nella bufera è un tutt'uno con la morte della natura fiorente e rigogliosa della bella stagione. Ancora una volta uomo e natura s'incontrano in un comune destino, questa volta di morte. Complimenti Renzo.
    Adriana

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  4. Bello il rincorrersi dei pensieri, come colpe degli anni vissuti, che si presentano nel momento del pericolo, quasi come un ricatto. E la corsa si fa frenetica, i versi ti accompagno così, come la sera , e quel vento che ti culla e t'accompagna protettivo...E' un crescendo molto bello. Saluti. D.Sergi

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  5. In un'atmosfera quasi epica il dramma di quest'uomo che, prossimo alla morte, si guarda indietro, cerca i lati negativi della sua esistenza, quasi supplica un perdono. E' una poesia che va molto al di là della pur efficacve descrizione, dell'armonia crescente: c'è il destino di ogni essere umano di provare rimorso quando non è più possibile rimediare e che vinto da questo sconforto si lascia andare definitivamente al trapasso.
    Semplicemente stupenda.
    Alberto Navarra

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  6. Carissimo Renzo, la poesia di oggi é veramente bellissima, che mi richiama ai miei trascorsi escursionistici sulle Dolomiti. Era bello camminare con le racchette su quella neve candida e pura come pura era l'aria dei monti.

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  7. Amch’io avrei dovuto fare, dire, perdonare. Non ho potuto, per mancanza di volontà, di coscienza attiva, anche lei rattrappita dalle incertezze della vita, che troppe erano e sempre incomprensibili nel momento delle decisioni, fino a intravederne d’improvviso un lume, una scintilla, ma era sempre troppo tardi per rimediare. Il destino di ognuno ha compiuto il suo percorso ed ora lascia il suo affidato alla sorte di altri destini. Ne rimane solo una carcassa sotto il gelo della neve come ricordo di un qualcosa che fu ed ora nessuno sa dove sia andato a finire.
    Queste le mie impressioni sorte nel leggere questa bella poesia che descrive il percorso della vita umana, nella quale la salvezza e la condanna si avvicendano e la propria volontà non riesce a mutarle.
    Lorenzo

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  8. La vita com'è e di come ci si accorge di quanto avrebbe potuto essere solo alla sua fine, in un rimpianto che è un'invocazione di pietà.
    Bella, molto bella.

    Agnese Addari

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  9. Mi ha coinvolto molto questa tua poesia anche per i temi toccati oltre che per le immagini davvero suggestive. Un cammino che sfinisce, la bufera che avvolge, l'impotenza e la rassegnazione davanti ad una fine che è vicina, e soprattutto, il bilancio non sempre positivo della vita trascorsa. Bella.
    Ciao.
    Piera

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