La ninfa del lago
di Renzo
Montagnoli
Sciolti i capelli,
scosso il capo,
in riflessi ondulati di luce
lasciò cadere le vesti
e rimase illuminata dalla luna.
Candida pelle,
baciata dalle stelle
in una notte d’estate forse immaginata,
fra contorni di canne lacustri,
vicini e lontani richiami di civette,
folletti di contorno a un sogno
di un giorno caldo di fuori e freddo dentro.
Con grazia felina
scivolò lesta sull’erba lucente di rugiada,
minuscole lacrime di un cielo
estasiato da tanta bellezza.
Corse all’acqua e lenta vi si immerse,
fino a sparir del tutto alla mia vista.
Il cuore galoppava dietro a lei,
ma il corpo restava,
greve,
un’ancora agganciata alla realtà della vita.
Le ore passavano e la ninfa del lago non tornava.
Già l’alba s’annunciava con frecce di luce
che cacciavano le ombre del buio.
Lontano, un gallo cantò,
mi richiamò dal sogno.
La mente corse invano all’acqua,
increspata dalla brezza del mattino,
e sul fondo non vide che lo spesso strato del limo.
L’ombra di un airone sorvolò i miei pensieri,
trascinando con sé l’illusione di una notte.
Da
Canti celtici –
Il Foglio, 2007
Credo che questa colonna sonora possa richiamare l’atmosfera
sognante della poesia:
N.B.: La fotografia è stata reperita sul bellissimo sito
Settemuse.it
Bella, bella in tutti i sensi. Sembra un sogno meraviglioso.
RispondiEliminaAgnese Addari
Bei versi scaturiti da uno di quei sogni che si vorrebbe non finissero mai. Immagini che rimangono impresse a lungo nella mente, dolci, tenere e sensuali.
RispondiEliminaBuona giornata.
Piera
Bei versi scaturiti da uno di quei sogni che si vorrebbe non finisse mai. Immagini che rimangono impresse a lungo nella mente, dolci, tenere e sensuali.
RispondiEliminaBuona giornata.
Piera