martedì 1 settembre 2020

La magia della natura

 


Alla sera il sole si spande nel mare

di Carla De Angelis


Alla sera il sole si spande nel mare

Lentamente per non offendere le onde

E inizia a raccontare

Che un giorno entrerà in quelle case

In quella barca, in quella pasta,

in quella pesca, in quella festa

dentro la panna e in quella penna

Per scrivere la storia di quella stella






Ape su zinnia gialla

di Franca Canapini


C’è una pace dolce a mezzogiorno
tra le ombre oblique dei cipressi
stregati dal richiamo dell’azzurro
Una cicala canta l’estate
Occhi negli occhi so che approvate:
ho dato e dato – magari errando a volte
ma senza risparmio di me stessa
per amore sempre



Ora è mia l’ estate, ora è per me
questa pace dolce a mezzogiorno
tra le ombre dei cipressi
decisi a dare la scalata al cielo
Un’ape ronza sulla zinnia gialla
Leggera, oggi, vive per sé






Argentiera in gennaio

di Gavino Puggioni

 

In questo angusto angolo di mare

ora in tempesta

ho aspettato nuova vita

tra rupi d'argento a picco

sopra seni di mirto  e lentisco

dove riccioli bianchi  e rossi

confondevano la mia solitudine

 

Han respirato aria gelida

i miei pensieri

spazzati dal solito maestrale

quando pesci liberi

cantavano le loro onde

senza lisciare barche

o corpi umani da evitare

 

Argentiera fra terra e mare

lampi e tuoni in lontananza

in questa natura travagliata

a sé stessa abbandonata

dai gabbiani custodita





Da gemma a fiore

di Donatella Nardin



L’alba intinge le dita nel succo

giallo dei giorni fino a ferirsi.



Si accendono le viole nel fremito

alto, vestite di sole graffiano



il respiro, come la vita si spogliano

e si rivestono di nuove sostanze



zuccherine, da gemma a fiore

un bene grande le innatura.



E noi ci perdiamo in questi doni

da cui spira bellezza e pura



l’evidenza per la sete dell’altro.


Da Rosa del battito (Fara, 2020)








Dentro silenzi d'acque

[Incontro]

di Felice Serino


sul lago s'è alzata la luna

dentro silenzi d'acque

è dolce la luce

nel respiro

delle foglie una smania che dilania

abbraccia i contorni della notte





Di noi verso la marina

di Angela Caccia


di noi verso la marina –

un vecchio sulla panca

il castello aragonese

che ci aspettava da sempre


con noi verso la marina –

la nostra ombra un cucciolo

acciambellato sulla strada, sagoma

sola cucita ad ago sottile


per noi verso la marina –

sui nostri corpi tornava a camminare

l’ombra, lenta si sdoppiava e

s’allungava in avanti, restando


unita ad altezza di cuore

da Piccoli forse (LietoColle, 2017)




Dolci fresche acque

di Renzo Montagnoli


Seduto in riva al torrente

fra il mugghiar dell’onda

che s’infrange sui massi

odo voci lontane un brusio

che a tratti si fa chiaro

e allora ascolto una leggenda

d’acqua di come un rigagnolo

sgorgato da un ghiacciaio

poco a poco scendendo a valle

sia cresciuto diventando

infine adulto nel corso d’una vita

fatta a balze in gorghi spumosi.

Ma là dove più lieve diventa l’erta

per adagiarsi in una verde valle

il suono si fa più chiaro

e nel dolce scorrere delle acque

quasi una carezza avvolge

il viso di chi ascolta.

Parole lievi, d’una nascita

e d’una crescita impetuosa

ma che ora rallenta nel riposo

di chi tanto ha lottato per

diventare adulto.

E nel sole che cala

la superficie dorata riflette

i monti da cui è disceso

i ghiacci da cui è nato

e che lenti scuriscono

nell’incipiente sera.

Dolci fresche acque

che dissetano l’anima

che muovono alla serenità

che solo un tramonto fra

queste vette può dare.


Da Un paese tra i monti





Giardino d’estate

di Cristina Bove


Scoppia di sole
sbocciano figli d’uomini e roseti
le bombe in tasca
le corone d’oro
le condanne del tempo
a chi sa di latino anche il dileggio
mi sorprende il leggio
leggo io
che mi rintano nelle mie costanze
e prendo ogni stagione
anzi mi prende.

Nella mia casa che di mio non ha
nemmeno il suo pulviscolo
difatti
resto isolata tra le quattro mura
accoccolata al centro

uno sguardo ogni tanto mi proietta
fuori sul lastricato
e non c’è differenza
tra lo sparpaglio intorno e me
e le foglie
mi differenzio solo nel colore
io sono bianca





Il giardino galante

di Giovanna Giordani


C’era un giardino tutto fiorito

che sorrideva divertito

quando qualcuno lo ammirava

e al suo profumo si estasiava


C’erano gigli, calle e rose

per non parlare delle mimose

e poi gladìoli, iris e viole

le margherite e un girasole


C’era un’ortensia gigantesca

che se ne stava fresca fresca

ombreggiata fra i muretti

ad osservare i bei  mughetti


C’erano pure i fiordalisi

dai colori assai decisi

e i papaveri sgargianti

salutavano i passanti



Non mancavano i gerani

e nemmeno i tulipani

poi assieme al gelsomino

a chi entrava nel giardino

facean tutti un bell’inchino






Il mio mare di Calabria

di Salvatore Armando Santoro

  

Il mio mare,
sempre uguale
con i colori cangianti
dall'azzurro al viola,
con le colline verdi che lo abbelliscono,
con i Peloritani che lo salutano,
che si specchiano e lo abbracciano
mentre il vento m'accarezza la fronte,
mi riporta giorni sereni, 
mi ricorda passioni ed amori finiti.


Il mio mare resterà per me sempre uguale,
con la sua acqua gelata, secondo le giornate,
secondo la “rema” che vaga inaspettata
con Cariddi sempre pronto a ghermire
e Scilla indolente ad incantare, a circuire.


Anche il rumore dell'onda è sempre uguale,

scivola sulla sabbia sassosa,
modula sinfonie antiche che Ulisse conosce,
che le sirene confondono.
Ed io mi inebrio tra questi colori immutabili,
mi confondo con loro e scherzo con l'onda,
mentre il profumo della zagara vola nell'aria,
mi accarezza l'olfatto,
mi stordisce i sensi.





In riva

di Nino Silenzi


Tace l’immenso mare
sorridono occhieggianti le onde
in un oceano di luce
in quest’ora di calma.
Urano alto sul mondo
con occhio ceruleo
del cielo le plaghe percorre.
Tacciono le brezze e l’onde.
Silenzio profondo
fumiga la sabbia.
Si sommano nell’animo le estati
trascorse in giochi felici, in vani rimpianti.
Vergine il cuore ritorna.





Isonzo

di Gabriele Oselini


Isonzo

smarrito per sempre

a vent’anni

nell’inferno del Carso

volto splendente

sopra il muro annerito

dal camino della corte vecchia

nido sonoro di rimpianti

e dolore

che le donne

coprivano di lacrime

e baci

e gli uomini

annegavano

in un mare d’erba

e sudore


Da La mia casa (Fara, 2014)



La nota a Cervo

di Piero Colonna Romano


Impervi caruggi
e lampi di luce.
Nel mare lontano,
un disco d’argento,
annega i suoi raggi.


Si cercan tra gli archi
le mani affamate
è un lieve ansimare,
fugaci carezze,
e baci sfiorati.


Allor come un sogno,
silenzio irreale,
c’è un suono che avvolge,
che penetra dentro,
che l’anima scava.


E sale s’espande
raggiunge la luna,
ne copre il chiarore.
E vibran le note,
or gravi ora acute
e pizzica e trilla,
il dolce violino.


Il canto si spegne
con dolce ondeggiare.
Nell’aria rimane,
azzurra una nota,
per poi ricordare.





La notte odorava di mare

di Mariangela De Togni


La notte odorava di mare

e i ricordi restavano sospesi

in un angolo della memoria

nel profumo caldo

della resina di pino

e di ginepro mentre

il crepuscolo avvolgeva

l’abside della chiesa solitaria

di un velo maculato di stelle

e del bianco della luna.


La mente può

delineare l’immagine

ma è il cuore a dipingere.


E tutto

nel silenzio denso di sospiri

rimaneva nell’aria

come accordi

sfuggiti a un’invisibile

pentagramma.


Quante volte ho scritto

a nuovo

l’incipit della vita.

In contrappunto

fra cielo e mare.


In un infinito di sole.


Da Nel fiato umido dell’autunno (Fara, 2019)



Lago Santo

di Gianluca Ferrari


Del lago Santo (distante un paio d’ore

di respiri ripidi) ricordo cupe frange

turchesi a mano a mano allargarsi

tra cortecce intorno.

Speravo sempre tra gli sbalzi

in doratura delle onde tranquille,

alla svolta di una leggera ansa

che nascondeva la parte rimanente

d’intravvedere, nel barbaglio,

un guizzo d’imperlate chiome

e curve: mezzo pesce, mezzo carne.


Da Il posto del fragole (edito in proprio, 2018)




Luna piena d'agosto

di Graziella Cappelli


Nel bosco
indossi la veste
e sei falò
tra foglie nere.
Poi siedi
su cuscini
di nuvole
e mostri
sensulali forme
in argentee radianze.
Incanto
fascino arcano
mistero
di luce ed ombre
poesia silente
che ammalia.
Nel buio
un assolo di grillo
e un istrice
il luminescente
corona d'aghi.


Da 
Nel palazzo dell'ombra (Ibiskos, 2015)




Maralunga

di Sergio Menghi


Una lingua di roccia

Immersa nel mare di La spezia

Offri

Al cittadino stanco dell’Europa

Un’oasi di pace

All’ombra degli ulivi.


Non più rumori della civiltà

Ma il dolce risuonar dell’onda sugli scogli

Il fucsia intenso delle bouganvilles

Il sommesso lamento dei gabbiani.


Ridai vigore al corpo ed alla mente

E quando la sera il sole si tuffa all’orizzonte

Porta con se tutti i tuoi pensieri


Più tardi, quando la luna è alta sopra il monte

Mi rivedi seduto sulla riva

A rinfrescare, insieme alla compagna

Le belle fantasie della vita




Pioggia nel bosco

di Michael Santhers


Il ticchettio delle gocce sulle foglie
musica d’armistizio tra animali
e le loro voci metalliche
diventano spugnose
chi al volo,chi al balzo,chi alla corsa
agli agguati cedono il rilento
mentre il sottobosco spronato al marcio
apre a nuovi germogli colorati


Affacci dai nidi e dalle tane
piccoli curiosi
alla prima benedizione
dubbiosi alla sosta collettiva
che tutti osservano


La pioggia è un arbitro imparziale
sospende la battaglia
azzera le chance
e assegna un rigore a tutti


S’inzuppano le trame
che poi ognuno
asciugherà al sole

Da Destini E Presagi




Questa magica luna

di Vincenzo D’Alessio


Questa magica luna

di febbraio poggia sui rami

incerti di un altro anno,

fruga nelle nebbie gli animali

usciti a caccia di sopravvivenza.


Eugenia non temo

neanche se fredda sale

dalla terra la rabbia

degli uomini.


Sono vento che torna

ogni volta ritorna

al vuoto del mondo.


Da Dopo l’inverno e altre poesie (Fara, 2017)



San Giovanni del Sinis

di Piera Maria Chessa


E’ inquieto oggi il mare
a San Giovanni,
non ha più
i colori limpidi e avvolgenti
dell’estate,
una schiuma rabbiosa
colpisce la spiaggia
con alte e lunghe onde
bianche.


Sulla sinistra
la torre del Capo San Marco
fa la guardia con pazienza
controllando, come può,
le intemperanze del suo mare.





3 commenti:

  1. Ho fatto stasera un bel tuffo nella natura, ma anche nella poesia. Tanti bei testi, belli ed eterogenei, e forse proprio per questo motivo così piacevoli. E ora che ho concluso la mia lettura, eccomi qui a godere delle sensazioni provate, ma anche delle belle fotografie che introducono le poesie.
    Grazie sempre, Renzo.
    Piera

    RispondiElimina
  2. Che bel florilegio illustrato!. Grazie RENZO!

    RispondiElimina