Viaggi.
Racconti mediterranei -
Laura Vargiu - L’argoLibro – Pagg. 94 –
ISBN 978-88-98558-60-5 – Euro 12,00
PERIPLO
MEDITERRANEO
Conoscenza
diretta di luoghi e culture traspare da questa raccolta di racconti,
secondo lavoro editoriale della scrittrice sarda Laura Vargiu. Il
primo di essi richiama subito Ibn Battouta , uno dei più grandi
viaggiatori di tutti i tempi, marocchino del XIV secolo sconosciuto a
chi ha studiato la storia in prospettiva eurocentrica e conosce a
malapena Marco Polo; entrambi hanno lasciato le loro corrispondenze
dall’estero. Così parlava di sé il viaggiatore di Tangeri: « Sono
partito da solo, senza compagni con cui potessi vivere a stretto
contatto, senza una carovana di cui potessi fare parte; era come se
fossi spinto da un forte impulso dentro di me e dal desiderio
nascosto nel mio cuore di visitare quegli illustri santuari. Quindi
decisi di separami dai miei cari, donne e uomini, e abbandonai la mia
casa come gli uccelli abbandonano i loro nidi. Mio padre e mia madre
erano ancora vivi. Mi rassegnai a separarmi da loro, e questo fu per
me come per loro causa di dolore. »
Il
viaggio dunque al centro di queste brevi narrazioni, sintetiche ed
efficaci come nel lavoro d’esordio della sarda. L’omonimo di Ibn
Battouta in una Tangeri moderna , dilaniata dal profano orizzonte
costellato di antenne televisive, sogna anch’egli la partenza, il
riscatto chissà se il suo sogno sarà più forte delle sue radici,
della sua appartenenza. Talvolta (“La partenza”) il partire è
segnato da un destino di guerra non voluto né cercato, né bagagli
né mete certe attendono i soldati destinati ai campi di prigionia
dopo lo sbarco degli alleati in Sicilia. Si passerà il mare,
l’Africa attende. Andate e ritorni tra le sponde di uno storico e
triste e melmoso bacino: oggi galleggiano altre esistenze, gaudenti
in imbarcazioni di lusso, piangenti e moriture sbalzate da un misero
legno sovraccarico. Bello anche il terzo racconto (“Frontiera”)
nel quale la precarietà dell’esistenza è segnata da un passaggio
di confine , estremamente regolamentato, sospetto, pericoloso laddove
il desiderio di chi viaggia è solo viaggiare, conoscere, capire. Ma
si può capire la guerra?
Altre
volte la partenza può essere ostacolata da eventi imprevedibili che
ingabbiano le persone permettendo loro però di conoscere meglio la
realtà nella quale vivevano da stranieri, è il caso di “ Giovanni
Azzolini, nativo di Felino, piccolo centro nel Parmense, inviò ai
familiari l’ultima lettera dall’Algeria, dove era emigrato per
lavoro, comunicando loro di essere in partenza per la Francia e
promettendo di scrivere il prima possibile” ma di lui non si seppe
più nulla; gli regala un destino di umana comprensione e
accettazione mista a nostalgia per la patria il racconto alle sue
vicende ispirato.
Tra
i racconti spiccano anche delle epistole e non a caso: una richiama
il viaggio infinito di chi è costretto a migrare e tenta di
assimilare una cultura diversa dalla sua per permanere in un Paese
ospitante che lo ripudia come cittadino e lo condanna all’eremitaggio
perpetuo, viaggio infinito appunto alla ricerca di una convivenza che
chi ospita non ha l’intelligenza di elaborare. Un’altra, molto
interessante, è di un bambino egiziano che immigrato in Italia si
rivolge ai suoi coetanei parlando loro del Natale, dimostrando di
conoscere i riti cristiani perché già condivisi nel suo Paese
natale con l’amico cristiano copto. Affida alla lettera una
semplice richiesta: né telefoni cellulari, né giochi elettronici
solo che sparisca la crisi economica che potrebbe togliere il lavoro
al padre.
La
dimensione del viaggio assume poi i contorni teneri quando sono i
bambini ad agognarlo semplicemente per far ritorno ai loro Paesi
d’origine anche se solo per le vacanze (“Emigranti”) o quando
ancora diventa un modo per ritrovare se stessi e rimanere fedeli alla
propria anima (“Il ciclista palombaro” , “Bosa”).
Le
narrazioni si alternano in una piacevole lettura in passaggi
temporali che permettono di ricordare episodi significativi e taciuti
di infiniti drammi umani legati al secondo conflitto mondiale o
ancora di riemergere nelle difficoltà del presente quando
protagoniste sono giovani ragazze, acculturate ma disilluse da una
precarietà esistenziale la cui cifra più alta si specchia nella
precarietà lavorativa o in rapporti interpersonali difficoltosi.
A
conclusione un’estrema partenza, quella di una nonna tanto amata.
Sto
scoprendo una narratrice di talento, pochi tocchi capaci di toccare
l’animo, se fossi in lei tenterei un romanzo di ambientazione
contemporanea, ne sarebbe sicuramente capace, sulla scia di alcuni
suoi racconti contenuti in questa raccolta; molti di essi sono stati
premiati del resto …
Siti
Nessun commento:
Posta un commento