La notte della cometa
con il
racconto Natale a Marradi
di
Sebastiano Vassalli
In copertina
Gianni Segantini, graffito su cartone,
1894 Zurigo,
Kunsthaus
Giulio Einaudi editore
Narrativa romanzo
Collana ET Scrittori
Pagg. 282
ISBN
9788806205096
Prezzo
€ 11,00
La Poesia
Dino Campana nacque a Marradi il 20 agosto 1885 e
morì a Scandicci il 1° marzo 1932.
La sua fu una vita travagliata, errabonda, con ogni
probabilità del tutto infelice, un’esistenza al di fuori di ogni canone, con
frequenti ricoveri in manicomio.
Rifiutato di fatto dalla madre, tollerato dal
padre, emarginato dai suoi compaesani che lo consideravano “il matto”,
osteggiato dai letterati dell’epoca, non è difficile comprendere come Dino
Campana sia passato da una naturale predisposizione (uno zio era pazzo e lo
stesso genitore aveva trascorso un breve
periodo in una clinica per malati mentali) alla malattia vera e propria,
diagnosticata dallo psichiatra Carlo Pariani in ebefrenia, una forma acuta e particolarmente
grave di psicosi schizofrenica.
Ma Dino Campana era veramente un alienato mentale
e, se lo era, quali furono le cause? E’ questo che si deve essere chiesto
Sebastiano Vassalli quando iniziò ricerche in proposito, ultimate le quali
scrisse questo libro, una vera e propria biografia del poeta di Marradi che
spesso sconfina nel romanzo, nell’indagine storica, nell’analisi
comportamentale, e che non solo consente di avere un’idea abbastanza esatta
dell’uomo Campana, ma anche una maggior comprensione dei Canti Orfici, il suo poema, il riflesso di una persona sola e senza
speranza che si rifugia nell’unica soluzione possibile: uno stato di
dormiveglia in cui il sogno è la valvola di sfogo per fuggire da una realtà
intollerabile.
Rifiutato da tutti, più volte internato in
manicomio, appare un’immagine del poeta
simile a un anarchico errante, ma che non distrugge, non contesta, bensì
rifiuta quel mondo che non lo vuole fino ad autodistruggersi, non prima però di
aver alzato il suo canto di dolore e di libertà, quei Canti Orfici, prima osteggiati da tutti e poi, molto più tardi,
dopo la sua scomparsa, osannati.
Si potrebbe dire che Campana presenta uno
sdoppiamento della personalità: l’uomo, emarginato dalla società, che vive alla
giornata seguendo improvvisi impulsi, e il poeta, o meglio la poesia. Come
precisa Vassalli ci sono scrittori di poesie, ma Dino non lo è, perché in lui
vive la poesia e finisce con il diventare la poesia stessa, una poesia onirica.
Così Campana diventa un mezzo, una voce attraverso la quale la poesia parla,
uno strumento di cui egli stesso è artefice e succube, è l’unica vita possibile
che gli è rimasta e nulla ha più senso dopo il completamento dei Canti Orfici, un’opera che per l’autore
è un volo senza tempo, la misura dell’esistenza di un uomo a cui è stato reso
impossibile vivere da uomo.
Vassalli scrive “Ma forse è proprio vero che i poeti
appartengono ad una specie diversa, «primitiva», «barbara», da sempre estinta
eppure sempre in grado di rinascere come quella dell’araba fenice. I poeti
autentici, dico: non i letterati o gli scrittori di poesie, ma proprio quelli
per mezzo dei quali la poesia parla. Gli unicorni, i mostri”. E’
forse il più bell’omaggio a Campana, ma non è gratuito, è una valutazione
ragionata, che mi trova d’accordo.
E i Canti
Orfici diventano così la giustificazione di un’esistenza invivibile, quasi
un’altra vita, autonoma, ma immortale.
Vassalli ha inoltre il pregio di inquadrare il
personaggio nella società dell’epoca, con degli spaccati precisi e fluenti di
non pochi ambienti, da quelli di paese ai letterari, dagli ambienti
universitari alla triste condizione dei ricoverati in manicomio, un lavoro
preciso - si potrebbe definire di cesello – che aiuta molto a comprendere la
figura di Campana, forse un originale che non sarebbe mai impazzito se fosse
stato accettato e rispettato come tale.
Avremmo avuto così un Dino Campana diverso e
Sebastiano Vassalli avrebbe potuto scrivere questo libro solo con l’estro della
fantasia, come del resto precisa “Ma se anche Dino non fosse esistito io
ugualmente avrei scritto questa storia e avrei inventato quest’uomo
meraviglioso e «mostruoso», ne sono assolutamente certo. L’avrei inventato
così” .
Il grande merito
dell’opera è quella quindi di una ricerca della verità attraverso la quale
comprendere Dino Campana e, soprattutto, i Canti
Orfici.
Vassalli è riuscito a
portare a termine un’impresa quasi titanica, con la pazienza e la meticolosità
dello storico, unite a un grande amore per la poesia, senza il quale non
avrebbe potuto concludere nulla, rimanendo attinente ai fatti, sviscerandoli,
interpretando anche, ma senza inventare nulla.
Dino Campana è talmente
unico che non c’è bisogno di creatività per narrare della sua vita non vita; quel che occorre, invece, è il
rispetto, la pietà per l’uomo e appunto l’amore per la poesia, caratteristiche
che a Vassalli di certo non mancano.
Il libro termina con un
racconto di grande effetto: Natale a
Marradi, relativo all’ultimo Natale trascorso da Dino Campana nel paese
natio insieme a Sibilla Aleramo.
E’ la degna conclusione
di un’opera di grande valore non solo storico, ma anche letterario.
Sebastiano Vassalli è nato a
Genova e vive in provincia di Novara. Presso Einaudi, dopo le prime prove
sperimentali, ha pubblicato La notte della cometa, Sangue e suolo,
L'alcova elettrica, L'oro del mondo, La chimera, Marco
e Mattio, Il Cigno, 3012, Cuore di pietra, Un
infinito numero, Archeologia del presente, Dux, Stella
avvelenata, Amore lontano, La morte di Marx e altri racconti,
L'Italiano, Dio il Diavolo e la Mosca nel grande caldo dei prossimi
mille anni e Le due chiese.
Recensione
di Renzo Montagnoli
Uno dei romanzi più straordinari della letteratura italiana, questo La notte della cometa, di Sebastiano Vassalli, autore tutto d'un pezzo e d'un'incredibile coerenza umana e intellettuale. Non fosse stato per Vassalli, Dino Campana ancor oggi soffrirebbe grandi incomprensioni e da parte delle critica e da parte dei lettori. Non si sono spente le polemiche intorno a Dino, ma Vassalli ha il non poco grande merito d'aver fatto luce sulla reale identità del poeta restituendogli quell'altezza che i suoi detrattori, di ieri e di oggi, gli hanno negato.
RispondiEliminaCi vuole amore, umano amore per comprendere Dino Campana: e questo Vassalli ce l'ha di certo. Una lettura, a mio avviso, obbligata per chiunque voglia conoscere sul serio Dino Campana. La notte della cometa è Letteratura, è romanzo storico e umano, scritto col cuore ma senza dar la stura ad alcun senso melenso.