mercoledì 18 settembre 2013

Al Dio morente, di Renzo Montagnoli



                                                              Fonte Wikipedia

Al Dio Morente

di Renzo Montagnoli

 

 

 

Hai sempre accarezzato queste rive,

hai dissetato i campi riarsi dal sole,

sei stato un amico fedele,

a volte adirato e minaccioso

hai sciolto le briglie delle tue acque,

hai sommerso un mondo

che non ti aveva portato rispetto.

Venivo la sera a gioire sulle sponde

il flusso ininterrotto del tuo respiro,

calmo, silente, dolcemente carezzevole.

Mi specchiavo e dietro la mia immagine

c’eri tu, rassicurante, padre sereno,

amorevole con questi poveri figli

che da te ricevon la vita.

E le ninfe, tue ancelle fedeli,

levavano il canto alla luna

per la tua gloria e il tuo sonno notturno.

Scivolavi, allora, nel letto d’argilla,

riposavi le ore del buio,

ti assopivi insieme a noi.

Da domani questo non sarà più

e un unico Dio prenderà il posto

di tante divinità che i nuovi sacerdoti

definiscono false e superbe.

Uno solo a cui parlare,

ma non vedere,

lui che ha occhi per tutti,

ma che non conosciamo.

Non come te, Dio del fiume,

che hai cullato i giorni di tutta la mia vita

e che fra poco morirai,

in una siccità dell’animo

senza lacrime e senza dolore,

tranne il ricordo che mi accompagnerà

per il resto dei giorni,

invano soffocato da una nuova divinità

che è tutto e niente,

un’immagine vuota

di cui non udirò il respiro,

né potrò toccare.

Al volger dell’alba

questo fiume non sarà che acqua,

queste rive non saran che fanghiglia.

Nel sogno che svanisce,

l’incerta luce del giorno

mi accompagnerà al nuovo

nel rimpianto della certezza del passato.

 

 

 

Da Canti celtici – Il Foglio 2007

 

 

 

La colonna sonora, di Vangelis:

 


 

 

 

 

4 commenti:

  1. Mamma mia, che bella!!! Immagini stupende, ma il contenuto è veramente al top.

    Agnese Addari

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  2. Non sono un amante della poesia, mi interessa di più la narrativa; ciò non toglie che legga di tanto in tanto qualche poesia, purché bella. E questa lo è, sospesa in un tempo passato e indefinito, merita più di una riflessione, poiché il tema è uno di quelli che attraggono ogni uomo.

    Giacomo Varta

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  3. Sempre sospesi tra sogno e realtà i testi di questa bella raccolta, leggerezza e profondità si incontrano e si abbracciano, come il passato col presente, la nostalgia per ciò che non c'è più e la palpabile aridità dell'oggi.

    "Uno solo a cui parlare,

    ma non vedere,

    lui che ha occhi per tutti,

    ma che non conosciamo.

    Non come te, Dio del fiume,

    che hai cullato i giorni di tutta la mia vita

    e che fra poco morirai,"...

    Un bellissimo testo.

    Piera

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  4. Poesia dall'andamento lento e affascinante proprio come il fiume che scorre assieme al suo mistero di esistere...
    Fra quelle che mi sono piaciute di più dei tuoi Canti celtici. Ricordo di averla citata anche nella recensione.
    Buon fine settimana e buona poesia sempre! ciao
    Giovanna

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