Non è
un paese civile
di
Renzo Montagnoli
Non passa giorno che, sfogliando un
qualsiasi quotidiano, non si debba leggere di furti, corruzioni, intrallazzi,
omicidi e disgrazie. Mai una volta che ci sia una buona notizia, capace di far
tornare a sperare! Con tutti questi fatti negativi si finisce purtroppo con
l’abituarsi, al punto che non ci s’indigna più; insomma assistiamo anche
all’inflazione del peggio e quindi non ci può meravigliare se nei giorni scorsi
tre notizie, di ordinaria follia, siano passate quasi inosservate.
La prima riguarda l’uso di sostanze proibite nell’alimentazione di
bovini e suini, un’indagine non limitata al centro di smistamento sito in Pegognaga, in provincia di Mantova, ma
estesa pressoché a tutta l’Italia, portando a numerosi avvisi di garanzia.
Purtroppo i nomi dei presunti rei non sono stati divulgati e a distanza di più
di tre settimane sono ancora sconosciuti, e non si comprende il perché, data
l’elevata pericolosità per la salute umana delle sostanze impiegate.
Non era ancora trascorso il tempo per azzardare ipotesi su chi
fossero questi sciagurati che è stata pubblicata un’altra notizia (questa volta
con i nomi degli interessati)
relativa al commercio di latte tossico dal Friuli
in tutta l’Italia, latte contenente la aflatossina, una muffa altamente
cancerogena.
E tanto per sgomentare ulteriormente l’allibito lettore, a ruota è
seguita una notizia che lascia del tutto basiti: tre
dirigenti di una casa farmaceutica sono stati arrestati dai carabinieri del Nas
di Latina con l'accusa di aver contraffatto un
medicinale utilizzato per la cura di affezioni respiratorie di bambini e
lattanti.
Sono stati sequestrati tre lotti di
supposte, per un totale di 35 mila confezioni;
infatti, i medicinali venivano messi in vendita senza il principio attivo,
inutili e quindi pericolosi perché i bambini non venivano curati.
Insomma, dopo i medicinali tossici per l’uomo utilizzati nell’allevamento del bestiame e il latte cancerogeno, ciliegina sulla torta un farmaco che è un placebo, che non cura.
Insomma, dopo i medicinali tossici per l’uomo utilizzati nell’allevamento del bestiame e il latte cancerogeno, ciliegina sulla torta un farmaco che è un placebo, che non cura.
I fatti sono gravi, anzi gravissimi,
ma quello che più sgomenta è che molto probabilmente i rei, grazie alle leggi
italiane, non verranno puniti con la particolare
severità che i reati dovrebbero prevedere. E poi si sa che, grazie agli
avvocati e a ricorrenti amnistie, questi scellerati non si faranno un giorno di
galera e, trascorso qualche mese dall’evento, non appena il polverone si
diraderà, torneranno alle loro attività, ad avvelenare
tante vittime ignare e innocenti.
Del resto il nostro è un paese a cui piace
perdonare e dimenticare, e così in passato si sono dimenticate le ignobili
leggi razziali, a liberazione avvenuta sono stati ben pochi i criminali di
guerra processati, si è continuato a chiudere gli occhi davanti alle stragi di
matrice nera e rossa - ma magari il
direttore d’orchestra era uno solo -, vivacchiando alla giornata e lasciando
che il paese fosse spolpato dai politici; solo oggi, in piena crisi economica,
ci si lamenta che tutto va male, quasi fosse una sorpresa e che fino a ieri
fosse andato tutto bene e non ci fosse stata la benché minima magagna.
Intanto, i disoccupati aumentano, c’è
non poca gente che non riesce a conciliare pranzo e cena, le corsie degli
ospedali e gli obitori sono pieni di individui con le
malattie del secolo, provocate dall’aria irrespirabile, dai cibi in cui
abbondano sostanze cancerogene, dall’acqua così pregna d’arsenico che non viene
più ormai utilizzato per i delitti d’elite.
Quindi tutto aumenta, ma c’è anche
qualche cosa che cala, come il livello culturale, lo spirito di socialità, il
piacere di vivere in un paese civile, sì, perché il nostro non è certamente, e
ormai da tempo, un paese civile.
Nessun commento:
Posta un commento