mercoledì 18 settembre 2013

Scelte vincenti, di AA.VV.


 
 
 
Scelte vincenti

di AA. VV.

a cura di Alessandro Ramberti

Postfazione di Stefano Martello

Fara Editore


Narrativa e poesia

Collana Neumi

Pagg. 278

ISBN 978 88 97441 27 4

Prezzo € 17,50

 

 

C’è anche del buono

 

 

Fra i tanti concorsi letterari di poesia e narrativa non mancano quelli indetti da editori alla ricerca di nuovi autori e fra questi figura il concorso Pubblica con noi delle Edizioni Fara, di cui quello relativo al 2013 si è già concluso e si sono già avuti gli esiti, tanto che Scelte vincenti raggruppa le opere classificate in graduatoria nei primi tre posti per ogni sezione.

Premetto che la giuria è autonoma, nel senso che  non è presente l’editore, e questo mi pare anche corretto, al di là poi delle decisioni assunte, sempre opinabili.

Sulle risultanze non sono d’accordo, perché in generale, e ora parlo della sezione narrativa, ho trovato delle opere appena sufficienti e il fatto che abbia pesato nell’assegnazione del primo posto a Giorgio Diaz il richiamo a Raymond Queneau lo considero un elemento non positivo, perché un artista per essere veramente tale deve proporre qualche cosa di nuovo e in modo nuovo; ci sono richiami poi a Gadda per il 2° ex-aequo (La vita di Bartolomeo, di Marcello Zane), tanto che questi accostamenti sembrano una prassi dei giurati.  I due racconti terzi ex-aequo mi hanno lasciato del tutto indifferente, in quanto pretenziosi, ma con poca sostanza.

Uno che invece ho trovato a mio avviso assai valido è il 2° ex-aequo, Il vestitino rosso e altri racconti, di Giovanni Carullo, in particolare “Non è vero, Nora?”, di cui non si può che apprezzare lo stile molto personale e immediato, che coinvolge fin dalla prima riga, dando vita a un pathos in cui ci si immerge come nella pioggia del violento temporale che fa da palcoscenico alla trama.

Ben scritto, diretto, senza tanti fronzoli, caratterizzato da una capacità di attenta e profonda analisi psicologica, è questa una prosa di eccellenza con cui si presenta in modo limpido un narratore che gli editori, e non solo Fara, dovrebbero tenere d’occhio.

Per la poesia valgono le stesse mie considerazioni della narrativa e cioè che sono in totale disaccordo con i giurati, anche perché fra tanti versi spacciati per poesia, e non lo sono, ho trovato una vera chicca che, manco a dirlo, non si è classificata al primo posto, bensì al secondo ex aequo (una domanda mi corre: ma perché tutti questi ex aequo?).

Mi riferisco alle poesie di Ernesta Galgano, che scorrono lievi e tranquille come un fresco ruscello di montagna, intrise di una gioia serena che infonde una grande speranza. Ben strutturate, armoniche, rappresentano per me quelle che dovrebbero essere le poesie, e quindi non elucubrazioni contorte, oppure semiprose, di cui oggi fin troppo si abbonda. E non è che per questo non lascino il segno, cioè non inducano a riflettere, anzi, anche quelle religiose, nel dare la misura della nostra caducità, al tempo stesso ci gratificano degli esiti di un’esistenza vissuta nella purezza di un Amore che è fede, speranza e intima trascendenza.    

Per quanto ovvio, anche Ernesta Galgano è meritevole di particolare attenzione.

Scelte vincenti, pertanto, proprio per la presenza dei testi di Giovanni Carullo ed Ernesta Galgano merita di essere senz’altro letto.

 

 

Giorgio Diaz è nato a Livorno. Fin da bambino ha letto tanto, ma così tanto che a un certo punto si è messo a scrivere per vedere se aveva imparato qualcosa. Dato che andavano di moda i “gialli”, ha provato a scriverne uno; inopinatamente ha vinto un concorso letterario, grazie a un giallista doc, Andrea Pinketts, che lo ha presentato (Boja déh!). Il nibbio dell’Uccellina è scritto in un linguaggio inventato, che mescola vernacoli e lingua colta, ispirandosi (immeritatamente) ar Pasticciaccio; non è stato un bestseller, ma pazienza, ha avuto i suoi lettori. Lui ci ha preso gusto e ha continuato sfruttando le opportunità dei concorsi letterari in rete, e ha pubblicato qualche altro libro. Non ha più smesso. Ama i suoi lettori e spera che loro amino lui. Vive e si diverte a scrivere a Firenze. Ha pubblicato: Il nibbio dell’Uccellina (Società Editoriale ARPANet, 2004, vincitore del concorso 20/04/2004 con presentazione di Andrea G. Pinketts); L’eroe della Grotta delle fate(Midgard Editrice, Perugia, 2007, vincitore del Premio Midgard Historia); Lo sgozzatore di cigni (Edizioni Montag, 2009); Il bianco e il nero (Società Editoriale ARPANet, 2009); La città della solitudine Lettere d’amore di una sconosciuta (Altrimedia Edizioni 2010); Il mare ti accarezza in Giallo Limone 2011, i migliori quindici racconti del premio letterario “Giallo Limone 2011”, Robin edizioni, “I libri bianchi”, 2012. Poesie: L’orologio in Pàssim, Antologia Premio Letterario Panchina, III e IV edizione, 2011, I libri di Emil; in Autori vari, La biblioteca d’oro, Poesie edizione 2011;Le immagini, L’amica silenziosa in Antologia Versi creativi 2011, Edizioni creativa.

 

Giovanni Carullo è nato ad Avellino circa quarantottoanni fa. Sposato, due figli e sei cani. Laureato in sociologia, allevatore di terranova. Lavora per mangiare e scrive per passione. Ogni tanto gli si accende dentro il fuoco della scrittura e allora lascia che le fiamme divorino(!) la sua anima e si riversino sulla pagina bianca di un foglio di carta o di un documento word. Mai che la scrittura bruci anche qualche grasso, però. Ma lui non dispera. È sempre grato a quanti hanno apprezzato i suoi lavori, mai nessuno però gli ha proposto pubblicazioni senza chiedergli contributi. Ha partecipato al Laboratorio di Scrittura Creativa della scrittrice Antonella Cilento a Napoli. Tra i premi per la narrativa: 1° (con il racconto brevePiacere Marcello) al concorso Hi-tech 2002 sul sito www.dillo.it ; 1° al Kriterion 2003; 3° al Kriterion 2004; 2° al Kriterion 2011; 5° al premio internazionale Margherita Yourcenar 2004; 6° al premio internazionale Angela Starace 2004; finalista al Città di Empoli – Domenico Rea 2004; 3° (con il racconto La mascella serrata) al concorso L'Inedito 2003. Suoi racconti sono stati pubblicati sulla rivista “Il Segnalibro”, sul sito www.leggendoscrivendo.it, nonché nella raccolta Premio di Rapolano 2004. Ha vinto il premio Energheia 2007 (Matera) miglior testo per la realizzazione di un cortometraggio. Ha pubblicato con Prospettiva Editrice la sua tesi di laurea: Il successo delle Barbie Islamiche. Il racconto lungo La Bocca del Dragone è pubblicato su ilmiolibro.kataweb.it

 

Bresciano (valligiano) over 50, dopo aver svolto attività di ricerca post laurea presso la Fondaçao Blumenau (Stato di Santa Caterina, Brasile) grazie ad una borsa di studio elargita dalla stessa, e ottenuto un collocamento presso l’Università Autonoma De Madrid (Spagna) grazie al programma Europeo Leonardo, Marcello Zane ha imparato due o tre cose sulla salinità del sentimento e la sapidità delle relazioni, restando, per dirla con il protagonista del racconto, panciafichista ed irenico nella disposizione d’animo. Nonostante abbia collaborato a vari uffici stampa pubblici e di grandi aziende, scriva libri di carattere storico economico e faccia parte di varie fondazioni culturali e comitati museali, insegni comunicazione in una università, sia socio di una micro casa editrice, trovo fortunatamente il tempo per… scrivere: naturalmente di quel che lega i sogni agli uomini, le speranze alle evenienze ed ogni briccica all’eternità.

 

Paolo Giammaroni nato a Roma nel 1951, è d’origini umbre e sabino per scelta. Giornalista economico, consulente in comunicazione, ha creato il “Laboratorio di scrittura funzionale o di servizio”. Dopo vari libri di saggistica, si sta dedicando alla forma breve: racconti, haiku, romanzi brevi, oltre che canzoni e musiche di scena. Ha tradotto Valery, Thich Nhat Hahn, Buarque de Hollanda. Per Rai International ha curato sceneggiature di personaggi come Fallaci, Modugno, Stratos.

 

Laureato in filosofia, Roberto Morpurgo scrive poesie, aforismi, saggi, racconti, soggetti cinematografici, pièces teatrali. Ha pubblicato in volume L’azzurro del mare (poesie, Joker) Pregiudizi della libertà I (aforismi, Joker), El Djablo (racconti, Puntoacapo, 2009). Ha diretto per la scena e per la radio i suoi atti unici Tubor eL’Autoritratto. Per Schegge d’Autore (RM) e per La corte della Formica (NA) ha curato nel 2008 la messinscena e la regia del suo monologo L’Isola; sempre al teatro Tordinona di Roma ha poi allestito e diretto le sue pièces Bogey (2009), L’Appello (2010), Pioggerellina nella stanza (2011), L’Intervista(2012). Altre sue pièces sono andate in scena a Roma a cura della compagnia Gnut. Dirige per Puntoacapo la collana di teatro Il Porcospino. Ha vinto il concorso La vita in prosa 2012 con il racconto Muette. Imminente la pubblicazione in volume de L’Autoritratto per i tipi di Falsopiano di Alessandria.

 

Vincenza Scuderi nata a Catania nel 1972, dove vive e dovè germanista presso luniversità. È saggista, traduttrice, e defilatamente ma fortemente poeta. La sua raccolta Accade soprattutto per la strada, prima classificata nella sezione poesia del concorso “Pubblica con noi 2013” di Fara Editore, ha visto una tranquilla gestazione danni. Sta lavorando a una seconda, forse meno lenta raccolta, e ad ulteriori cose di cui dirà poi. Nelle sue vesti germanistiche si occupa di poesia contemporanea (in particolare poesia austriaca sperimentale), cultura visuale, gender studies, traduttologia, e qualcos’altro. Fa parte dellassociazione-casa editriceincerti editori (www.incertieditori.it). enzascu@tiscali.it

 

Ernesta Galgano dice di sé: «Ho sempre avuto l'istinto e il piacere di trascrivere in versi le mie emozioni. Una professione molto impegnativa mi ha assorbita completamente. Sono un medico, ho fatto il chirurgo, quello vero, sul campo, in ospedali italiani e in paesi emergenti come volontaria. Con la pensione e con nuove emozioni ho ripreso a scrivere. Ho avuto riconoscimenti per poesie e racconti in concorsi nazionali ed internazionali. Continuo ad emozionarmi con la musica, con i viaggi, con il desiderio di capire e consolare chi incontro sulla mia strada, anche con le parole, assolutamente sincere.»

 

Luca Carboni è nato a Fano (PU) nel 1973 e risiede a Pesaro. Dopo aver conseguito la Laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Bologna e l’abilitazione all’esercizio della professione, lavora da più di dieci anni presso l’Inail di Pesaro, lavoro che rivendica orgogliosamente essere analogo a quello svolto dal suo idolo letterario, Franz Kafka. Ha preso parte ai corsi di Poesia tenuti all’Università dell’Età Libera di Pesaro dal Prof. Gianni D’Elia. Sta ora frequentando i corsi di Filosofia Teoretica, Storia della Filosofia antica e medioevale e Teologia Fondamentale presso l’I.S.S.R. di Pesaro. Sue opere sono presenti in antologie on line e blog di poesia, ma sicuramente il momento culmine della sua breve carriera poetica è rappresentato dalla partecipazione a “Primavera di Poeti”,con letture tenute nella fascinosa Cripta di San Biagio, nelle immediate vicinanze dell’Eremo di Fonte Avellana.

 

Michela Zanarella è nata a Cittadella, Padova, il 01-07-1980. Vive e lavora a Roma. Inizia a scrivere poesie nel 2004, e la sua poesia è ora tradotta in inglese, francese, spagnolo, arabo. Ha pubblicato sei libri Credo (ed. MeEdusa), Risvegli(ed. Nuovi Poeti), (Vita, infinito, paradisi (ed. Stravagario), Convivendo con le nuvole (ed. GDS), Sensualità(Sangel Edizioni), Meditazioni al femminile (Sangel Edizioni). È Premio Speciale “Poeti per la Repubblica”nella 23^ Edizione Premio Nazionale di Poesia “Rosario Piccolo” 2012. È tra i vincitori del Premio Internazionale di poesia Tredici, indetto dal Centro di Poesia Roma.

 

Mariangela Ruggiu dice di sé: «Sono insegnante di discipline scientifiche, amo la poesia da sempre, ma ho ripreso a scrivere da pochi anni, sono solo dilettante nella poesia cercando di non mancare mai di rispetto a quest’arte. Non ho molto da raccontare, di me, penso che le poesie, una volta scritte, diventino autonome dal loro autore, per questo sono felice di lasciarle qui, perché vadano da sole. Intanto io continuo a vivere la mia normale vita.»

 

Mario Campanino è nato a Milano nel 1967 e si è trasferito a Napoli all’età di dodici anni, pochi mesi prima del terribile terremoto del 1980. Musicista e musicologo, appassionato di volo, da sempre alla ricerca della“verità in scrittura” – per parafrasare Cézanne e Derrida – ha già pubblicato alcune raccolte poetiche su temi diversi. La vita concentrata in 1 moglie, 2 figli, 3 tartarughe, 2 cani e 1 criceto, tutto a Santa Maria a Vico (nella provincia di Caserta) dove vive e legge pochissimo, e oramai solo opere di Joyce.

 

Luca Immordino nasce nell'autunno del 1974 in Italia, da madre italiana e padre italiano: primi indizi di una coerenza che lo porterà a scrivere per poter leggere e leggere per poter scrivere. Appassionato di musica, poesia e arte è ancora oggi alla ricerca del vero senso dell'esistenza; sembrava averlo trovato nella pioggia, fino al giorno in cui scoprì gli ombrelli. Le sue poesie sono dedicate quasi esclusivamente a sconosciuti/e, per cui sentitevi pure tirati in ballo, se vi va.

 

 

 

Recensione di Renzo Montagnoli

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