Scelte vincenti
di AA. VV.
a cura di Alessandro Ramberti
Postfazione di Stefano Martello
Fara Editore
Narrativa e poesia
Collana Neumi
Pagg. 278
ISBN 978 88 97441 27 4
Prezzo €
17,50
C’è anche del buono
Fra i tanti concorsi
letterari di poesia e narrativa non mancano quelli indetti da editori alla
ricerca di nuovi autori e fra questi figura il concorso Pubblica con noi delle Edizioni Fara, di cui quello relativo
al 2013 si è già concluso e si sono già avuti gli esiti, tanto che Scelte vincenti raggruppa le
opere classificate in graduatoria nei primi tre posti per ogni sezione.
Premetto che la giuria è
autonoma, nel senso che non è presente
l’editore, e questo mi pare anche corretto, al di là poi delle decisioni
assunte, sempre opinabili.
Sulle risultanze non
sono d’accordo, perché in generale, e ora parlo della sezione narrativa, ho
trovato delle opere appena sufficienti e il fatto che abbia pesato
nell’assegnazione del primo posto a Giorgio Diaz il richiamo a Raymond Queneau
lo considero un elemento non positivo, perché un artista per essere veramente
tale deve proporre qualche cosa di nuovo e in modo nuovo; ci sono richiami poi
a Gadda per il 2° ex-aequo (La vita di Bartolomeo, di Marcello Zane),
tanto che questi accostamenti sembrano una prassi dei giurati. I due racconti terzi ex-aequo mi hanno
lasciato del tutto indifferente, in quanto pretenziosi, ma con poca sostanza.
Uno che invece ho
trovato a mio avviso assai valido è il 2° ex-aequo, Il vestitino rosso e
altri racconti, di Giovanni Carullo,
in particolare “Non è vero, Nora?”, di cui non si può che apprezzare lo
stile molto personale e immediato, che coinvolge fin dalla prima riga, dando
vita a un pathos in cui ci si immerge come nella pioggia del violento temporale
che fa da palcoscenico alla trama.
Ben scritto, diretto,
senza tanti fronzoli, caratterizzato da una capacità di attenta e profonda
analisi psicologica, è questa una prosa di eccellenza con cui si presenta in
modo limpido un narratore che gli editori, e non solo Fara, dovrebbero tenere
d’occhio.
Per la poesia valgono le
stesse mie considerazioni della narrativa e cioè che sono in totale disaccordo
con i giurati, anche perché fra tanti versi spacciati per poesia, e non lo
sono, ho trovato una vera chicca che, manco a dirlo, non si è classificata al
primo posto, bensì al secondo ex aequo (una domanda mi corre: ma perché tutti
questi ex aequo?).
Mi riferisco alle poesie
di Ernesta Galgano, che scorrono
lievi e tranquille come un fresco ruscello di montagna, intrise di una gioia
serena che infonde una grande speranza. Ben strutturate, armoniche,
rappresentano per me quelle che dovrebbero essere le poesie, e quindi non
elucubrazioni contorte, oppure semiprose, di cui oggi fin troppo si abbonda. E
non è che per questo non lascino il segno, cioè non inducano a riflettere,
anzi, anche quelle religiose, nel dare la misura della nostra caducità, al
tempo stesso ci gratificano degli esiti di un’esistenza vissuta nella purezza
di un Amore che è fede, speranza e intima trascendenza.
Per quanto ovvio, anche
Ernesta Galgano è meritevole di particolare attenzione.
Scelte
vincenti, pertanto, proprio per la presenza dei testi di Giovanni Carullo ed
Ernesta Galgano merita di essere senz’altro letto.
Giorgio Diaz è nato a
Livorno. Fin da bambino ha letto tanto, ma così tanto che a un certo punto si è
messo a scrivere per vedere se aveva imparato qualcosa. Dato che andavano di
moda i “gialli”, ha provato a scriverne uno; inopinatamente ha vinto un
concorso letterario, grazie a un giallista doc, Andrea Pinketts, che lo ha
presentato (Boja déh!). Il nibbio
dell’Uccellina è scritto in un linguaggio inventato, che mescola vernacoli
e lingua colta, ispirandosi (immeritatamente) ar Pasticciaccio; non è stato un bestseller, ma pazienza, ha avuto i
suoi lettori. Lui ci ha preso gusto e ha continuato sfruttando le opportunità
dei concorsi letterari in rete, e ha pubblicato qualche altro libro. Non ha più
smesso. Ama i suoi lettori e spera che loro amino lui. Vive e si diverte a
scrivere a Firenze. Ha pubblicato: Il
nibbio dell’Uccellina (Società Editoriale ARPANet, 2004, vincitore del
concorso 20/04/2004 con presentazione di Andrea G. Pinketts); L’eroe della Grotta delle fate(Midgard
Editrice, Perugia, 2007, vincitore del Premio
Midgard Historia); Lo sgozzatore di
cigni (Edizioni Montag, 2009); Il
bianco e il nero (Società Editoriale ARPANet, 2009); La città della solitudine Lettere d’amore di una sconosciuta
(Altrimedia Edizioni 2010); Il mare ti
accarezza in Giallo Limone 2011,
i migliori quindici racconti del premio letterario “Giallo Limone 2011” , Robin edizioni, “I
libri bianchi”, 2012. Poesie: L’orologio
in Pàssim, Antologia Premio
Letterario Panchina, III e IV edizione, 2011, I libri di Emil; in Autori vari, La biblioteca d’oro, Poesie edizione
2011;Le immagini, L’amica silenziosa
in Antologia Versi creativi 2011,
Edizioni creativa.
Giovanni
Carullo è nato ad Avellino circa quarantottoanni fa. Sposato, due figli
e sei cani. Laureato in sociologia, allevatore di terranova. Lavora per
mangiare e scrive per passione. Ogni tanto gli si accende dentro il fuoco della
scrittura e allora lascia che le fiamme divorino(!) la sua anima e si riversino
sulla pagina bianca di un foglio di carta o di un documento word. Mai che la
scrittura bruci anche qualche grasso, però. Ma lui non dispera. È sempre grato
a quanti hanno apprezzato i suoi lavori, mai nessuno però gli ha proposto
pubblicazioni senza chiedergli contributi. Ha partecipato al Laboratorio di
Scrittura Creativa della scrittrice Antonella Cilento a Napoli. Tra i premi per
la narrativa: 1° (con il racconto brevePiacere
Marcello) al concorso Hi-tech 2002 sul sito www.dillo.it ; 1°
al Kriterion 2003; 3° al Kriterion 2004; 2° al Kriterion 2011; 5° al premio
internazionale Margherita Yourcenar 2004; 6° al premio internazionale Angela
Starace 2004; finalista al Città di Empoli – Domenico Rea 2004; 3° (con il
racconto La mascella serrata) al
concorso L'Inedito 2003. Suoi racconti sono stati pubblicati sulla rivista “Il
Segnalibro”, sul sito www.leggendoscrivendo.it,
nonché nella raccolta Premio di Rapolano 2004. Ha vinto il premio
Energheia 2007 (Matera) miglior testo per la realizzazione di un
cortometraggio. Ha pubblicato con Prospettiva Editrice la sua tesi di laurea: Il successo delle Barbie Islamiche. Il
racconto lungo La Bocca del Dragone è
pubblicato su ilmiolibro.kataweb.it
Bresciano
(valligiano) over 50, dopo aver svolto attività di ricerca post laurea presso
la Fondaçao Blumenau (Stato di Santa Caterina, Brasile) grazie ad una borsa di
studio elargita dalla stessa, e ottenuto un collocamento presso l’Università
Autonoma De Madrid (Spagna) grazie al programma Europeo Leonardo, Marcello Zane ha
imparato due o tre cose sulla salinità del sentimento e la sapidità delle
relazioni, restando, per dirla con il protagonista del racconto, panciafichista
ed irenico nella disposizione d’animo. Nonostante abbia collaborato a vari
uffici stampa pubblici e di grandi aziende, scriva libri di carattere storico
economico e faccia parte di varie fondazioni culturali e comitati museali,
insegni comunicazione in una università, sia socio di una micro casa editrice,
trovo fortunatamente il tempo per… scrivere: naturalmente di quel che lega i
sogni agli uomini, le speranze alle evenienze ed ogni briccica all’eternità.
Paolo
Giammaroni nato a Roma nel 1951, è d’origini umbre e sabino per
scelta. Giornalista economico, consulente in comunicazione, ha creato il
“Laboratorio di scrittura funzionale o di servizio”. Dopo vari libri di
saggistica, si sta dedicando alla forma breve: racconti, haiku, romanzi brevi,
oltre che canzoni e musiche di scena. Ha tradotto Valery, Thich Nhat Hahn,
Buarque de Hollanda. Per Rai International ha curato sceneggiature di
personaggi come Fallaci, Modugno, Stratos.
Laureato in
filosofia, Roberto Morpurgo scrive poesie, aforismi, saggi,
racconti, soggetti cinematografici, pièces teatrali. Ha pubblicato in volume L’azzurro del mare (poesie, Joker) Pregiudizi della libertà I (aforismi,
Joker), El Djablo (racconti,
Puntoacapo, 2009). Ha diretto per la scena e per la radio i suoi atti unici Tubor eL’Autoritratto. Per Schegge d’Autore (RM) e per La corte della
Formica (NA) ha curato nel 2008 la messinscena e la regia del suo monologo L’Isola; sempre al teatro Tordinona di
Roma ha poi allestito e diretto le sue pièces Bogey (2009), L’Appello
(2010), Pioggerellina nella stanza
(2011), L’Intervista(2012). Altre sue
pièces sono andate in scena a Roma a cura della compagnia Gnut. Dirige per Puntoacapo
la collana di teatro Il Porcospino. Ha vinto il concorso La vita in prosa 2012
con il racconto Muette. Imminente la
pubblicazione in volume de L’Autoritratto
per i tipi di Falsopiano di Alessandria.
Vincenza
Scuderi nata a Catania nel 1972, dove vive e dov’è
germanista presso l’università. È saggista,
traduttrice, e defilatamente ma fortemente poeta. La sua raccolta Accade
soprattutto per la strada, prima classificata nella sezione poesia del
concorso “Pubblica con noi 2013”
di Fara Editore, ha visto una tranquilla gestazione d’anni. Sta
lavorando a una seconda, forse meno lenta raccolta, e ad ulteriori cose di cui
dirà poi. Nelle sue vesti germanistiche si occupa di poesia contemporanea (in
particolare poesia austriaca sperimentale), cultura visuale, gender studies,
traduttologia, e qualcos’altro. Fa parte dell’associazione-casa editriceincerti editori (www.incertieditori.it). enzascu@tiscali.it
Ernesta Galgano dice di
sé: «Ho
sempre avuto l'istinto e il piacere di trascrivere in versi le mie emozioni.
Una professione molto impegnativa mi ha assorbita completamente. Sono un
medico, ho fatto il chirurgo, quello vero, sul campo, in ospedali italiani e in
paesi emergenti come volontaria. Con la pensione e con nuove emozioni ho
ripreso a scrivere. Ho avuto riconoscimenti per poesie e racconti in concorsi
nazionali ed internazionali. Continuo ad emozionarmi con la musica, con i
viaggi, con il desiderio di capire e consolare chi incontro sulla mia strada,
anche con le parole, assolutamente sincere.»
Luca Carboni è nato a Fano (PU) nel 1973 e
risiede a Pesaro. Dopo aver conseguito la Laurea in Giurisprudenza presso
l’Università di Bologna e l’abilitazione all’esercizio della professione,
lavora da più di dieci anni presso l’Inail di Pesaro, lavoro che rivendica
orgogliosamente essere analogo a quello svolto dal suo idolo letterario, Franz
Kafka. Ha preso parte ai corsi di
Poesia tenuti all’Università dell’Età Libera di Pesaro dal Prof. Gianni D’Elia.
Sta ora frequentando i corsi di Filosofia Teoretica, Storia della Filosofia
antica e medioevale e Teologia Fondamentale presso l’I.S.S.R. di Pesaro. Sue opere sono presenti in
antologie on line e blog di poesia, ma sicuramente il momento culmine della sua
breve carriera poetica è rappresentato dalla partecipazione a “Primavera di
Poeti”,con letture tenute nella fascinosa Cripta di San Biagio, nelle
immediate vicinanze dell’Eremo di Fonte Avellana.
Michela Zanarella è nata a Cittadella, Padova,
il 01-07-1980. Vive e lavora a Roma. Inizia a scrivere poesie nel 2004, e la
sua poesia è ora tradotta in inglese, francese, spagnolo, arabo. Ha pubblicato
sei libri Credo (ed. MeEdusa), Risvegli(ed. Nuovi Poeti), (Vita, infinito, paradisi (ed.
Stravagario), Convivendo con le nuvole
(ed. GDS), Sensualità(Sangel
Edizioni), Meditazioni al femminile
(Sangel Edizioni). È Premio Speciale “Poeti per la Repubblica”nella 23^
Edizione Premio Nazionale di Poesia “Rosario Piccolo” 2012. È tra i vincitori
del Premio
Internazionale di poesia Tredici, indetto dal Centro di Poesia Roma.
Mariangela Ruggiu dice
di sé: «Sono insegnante di discipline scientifiche, amo la poesia da sempre, ma
ho ripreso a scrivere da pochi anni, sono solo dilettante nella poesia cercando
di non mancare mai di rispetto a quest’arte. Non ho molto da raccontare, di me, penso che le poesie, una volta
scritte, diventino autonome dal loro autore, per questo sono felice di
lasciarle qui, perché vadano da sole. Intanto io continuo a vivere la mia
normale vita.»
Mario Campanino è nato a Milano nel 1967 e si
è trasferito a Napoli all’età di dodici anni, pochi mesi prima del terribile
terremoto del 1980. Musicista e musicologo, appassionato di volo, da sempre
alla ricerca della“verità in scrittura” – per parafrasare Cézanne e Derrida –
ha già pubblicato alcune raccolte poetiche su temi diversi. La vita concentrata
in 1 moglie, 2 figli, 3 tartarughe, 2 cani e 1 criceto, tutto a Santa Maria a
Vico (nella provincia di Caserta) dove vive e legge pochissimo, e oramai solo
opere di Joyce.
Luca Immordino nasce nell'autunno del 1974 in Italia, da madre
italiana e padre italiano: primi indizi di una coerenza che lo porterà a
scrivere per poter leggere e leggere per poter scrivere. Appassionato di
musica, poesia e arte è ancora oggi alla ricerca del vero senso dell'esistenza;
sembrava averlo trovato nella pioggia, fino al giorno in cui scoprì gli
ombrelli. Le sue poesie sono dedicate quasi esclusivamente a sconosciuti/e, per
cui sentitevi pure tirati in ballo, se vi va.
Recensione
di Renzo Montagnoli
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