Ricordi d’egotismo
di
Stendhal
Prefazione
di Raffaele La Capria
Traduzione
di Silvia Croce
B.U.R.
Biblioteca Univ. Rizzoli
Saggio
autobiografico
Pagg. 122
ISBN 9788817029995
Prezzo € 4,90
La
confessione
Corre
l’anno 1832 allorché Stendhal si trova a Civitavecchia nella sua qualità di
console. In quella che allora non era neppure una città, ma un paese
scarsamente abitato (la maggior parte della popolazione era costituita da
galeotti e guardie carcerarie), una landa quasi desolata, lontana mille miglia
dai salotti parigini e milanesi, la vita era del tutto noiosa e priva di
attrattive, tanto che il ripetersi monotono delle giornate induceva a
richiudersi in se stessi, pensando al miglior tempo andato.
Stendhal
non può tollerare un’esistenza così piatta e allora cerca uno sfogo nelle
memorie, che provvedere a trascrivere in questo libretto stilato in soli
quattordici giorni, anche perché dell’idea originaria di parlare dei ricordi di
fatti, di eventi, di persone compresi nel periodo che va dal 1821 al 1832, in effetti finirà
con il limitarsi a un solo anno, appunto il 1821, perché tanto ci sarebbe da
scrivere, ma l’intento, privo di stimoli, finisce con lo spegnersi.
Eppure,
per quanto ridotto a un periodo così breve, il lavoro che ne viene fuori è, a
dir poco, stupefacente.
La
sua è quasi una confessione, una specie di lettera inviata a un immaginario
amico che è poi in fondo é lui se stesso.
Ci
sono ritratti impareggiabili, come quello di La Fayette, ma molto del lavoro è
dedicato ai personaggi femminili, con sempre presente la delusione amorosa per
la milanese Matilde Viscontini, una passione non ricambiata che segnò assai la
vita dello scrittore francese. C’è ovunque Parigi, ma in sottofondo un richiamo
a Milano, città che gli ricorda i trionfi napoleonici, i salotti meno formali
di quelli francesi, un altro amore, questa volta tradito, per Angela
Pietragrua.
E’
sincero, è spontaneo Stendhal, si confessa senza remore, quasi infierendo su se
stesso, ma senza acredine e così lascia spazio a una sottile ironia, che poi
sfocia nel riso nel racconto di quando gli capitò di andare in bianco con una
giovane prostituta, che non disprezza, verso la quale poi mostrerà tenerezza,
sentimento che si tramuterà in pietà allorché l’età comincerà a incidere su di
lei i segni inequivocabili dell’attività svolta.
In un
solo anno, di cui noi non avremmo molto da raccontare, lui invece ha un
calendario fitto, con impegni, appuntamenti, serate nelle case dei parigini più
in vista, dove incontra tantissime persone e per ognuna ha il piacere di
tratteggiare un ritratto, non solo fisico, ma soprattutto del carattere, con
uno stile quasi giornalistico, essenziale potrei dire, e che però consente di
non stancarsi in questa girandola di personaggi, ma di far scorrere le pagine
come l’acqua limpida di un torrente di montagna.
C’è
tutto un mondo che è trascorso, ci sono protagonisti e non della storia, un
autentico carosello in cui uomini e donne appaiono, a volte per poche righe,
altre invece per più pagine.
Si
potrebbe pensare a un libro di pettegolezzi, ma non è così; questi sono
lasciati ai personaggi minori, ma li ignoriamo, pur se Stendhal lascia al
nostro intuito immaginare conversazioni non solo letterarie, ma civettuole in
salotti ottocenteschi.
E in
ogni caso, di qualunque uomo o donna si parli, dietro c’è sempre lui, con la
sua sottile ironia, la leggerezza del tratto di penna, il desiderio di essere
uno dei protagonisti, mettendo in evidenza più difetti che pregi, insomma
fornendo il contenuto di un’amabile confessione fra contrapposizioni, incisi e
riflessioni.
In
contraddizione con il titolo l’unico egotismo è dato dalla sua presenza e nulla
trapela della vanità, di quel desiderio di essere al centro di ogni attenzione
che invece è propria di alcuni dei personaggi incontrati.
Se
voleva fare un esame di coscienza, Stendhal ci è riuscito benissimo, e in
quelle poche pagine è possibile conoscere di lui più che in una esauriente
biografia.
Con
il cuore in mano lo scrittore francese si consegna ai suoi lettori per
conoscere se stesso.
Ricordi
d’egotismo è un libro assolutamente imperdibile.
Stendhal, pseudonimo di Marie-Henry Beyle nacque a Grenoble il 23 gennaio 1783
e morì a Parigi il 23 marzo 1842.
Ebbe una vita avventurosa e scrisse numerosi libri,
molti dei quali di grande successo ancor oggi.
La sua produzione letteraria comprende, fra gli
altri, La certosa di Parma, La Badessa di Castro, Il Rosso e il Nero, Vita di Napoleone, Armance,
Lucien Leuwen, Ricordi d’egotismo, Passeggiate romane, Vanina Vanini, Vita di Henry
Brulard, L’amore.
Recensione
di Renzo Montagnoli
a quando Ricordi d'egotismo di Renzo Montagnoli ?
RispondiElimina(un poeta vissuto a cavallo del I° e II° millenio d.c. !)
Stefano, un suo estimatore contemporaneo.
Vissuto? Sono ancora vivo!!!
EliminaStendhal è un grande e uno dei miei autori preferiti. Come sempre una bella recensione.
RispondiEliminaAgnese Addari
Anche per me Stendhal è uno dei miei autori preferiti.
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