Robinson Crusoe
di Daniel Defoe
a cura e traduzione di
Alberto Cavallari
Feltrinelli Editore
Narrativa romanzo
Collana Universale
Economica I Classici
Pagg. 312
ISBN 9788807820595
Prezzo € 8,50
Ritorno a un mondo primitivo
A questo scrittore inglese,
intraprendente, profetico e irrequieto va ascritto il merito di aver ideato il
romanzo moderno, ovvero una prosa in cui al centro di una vicenda vi è un
determinato protagonista o al più un gruppo di protagonisti, secondo un canone
di stretta coerenza e di apparente realtà. Detto così, da noi che ormai siamo
abituati a queste caratteristiche, sembrerebbe poca cosa, ma per l’epoca (a
cavallo fra il XVII e il XVIII secolo) era, a dir poco, un’idea rivoluzionaria.
Fu così che nacquero Moll Flanders e,
soprattutto, Robinson Crusoe, entrati ormai nell’olimpo dei grandi classici.
Quest’ultimo fu dato alle stampe nel
1719 ed incontrò subito un notevole successo, sia per la trama, inconsueta e
avventurosa, sia per le numerose chiavi di lettera che presenta.
Da ragazzo, quando lo lessi per la
prima volta, fui affascinato dalla vicenda di questo naufrago che approda in
un’isola deserta e che vi dimora per diversi anni, di cui parecchi in
solitudine, fino a quando un vascello olandese lo raccoglie e lo riporta in patria.
Nel ricordo di quelle sensazioni adolescenziali ci sono punti fermi, ben
delineati, come il pappagallo che blatera “Povero
Robin” o il selvaggio Venerdì, prima salvato dai cannibali e poi
civilizzato.
Certo, data l’età, rimasi impressionato
prevalentemente dall’aspetto avventuroso e da un ritorno agli albori di un uomo
che, pur tuttavia, cerca di realizzare un angolo di civiltà, in una ideale
sospensione fra istinto e razionalità che impediscono di impazzire per la
forzata solitudine.
Riletto in età più matura ho colto
altre e più interessanti chiavi di comprensione, rivalutando di fatto l’autore,
a cui attribuivo solo una gran fantasia, perché il romanzo è frutto totalmente
della creatività, anche se è opportuno evidenziare che l’opera è stata ispirata
da un fatto realmente accaduto, un evento analogo e di durata assai più breve,
che aveva visto protagonista il marinaio scozzese Alexander Selkirk, la cui
disavventura era notoria in quanto oggetto di pubblicazione.
In effetti, in questo romanzo, sono
presenti più messaggi, forse più facili da cogliere in epoca odierna piuttosto
che in quella in cui apparve in libreria.
C’è una chiave di lettura di tipo
socio-economico, con Robinson che non crea nell’isola un diverso tipo di
società, ma fa sorgere un archetipo assai simile a quel grande stato coloniale
che era l’Inghilterra; il naufrago considera inoltre quel territorio di sua
esclusiva proprietà e tutti quelli che vi approderanno e vivranno come suoi
sudditi. E’ una visione di tipo capitalistico, ma di quel capitalismo che
andava allora sorgendo, quella vocazione a essere la classe media, senza i
disagi dei più poveri e gli obblighi degli aristocratici, il tutto grazie allo
spirito di intraprendenza, la voglia di lavorare e di fare, secondo i canoni
del perfetto puritanesimo. E qui entra in gioco l’aspetto religioso, la
ricorrente lettura della Bibbia a cui Robinson fa ricorso per trovare la forza
necessaria per superare le avversità.
E poi c’è una illimitata fiducia nella
ragione, propria dell’illuminismo, che
può consentire di affrontare ogni ostacolo, pur con l’assistenza della fede, il
che porterebbe a dedurre che non ci siano insanabili contrasti fra scienza e
religione, anche se sappiamo che all’epoca la Società dei lumi fu avversata
dalla Chiesa, specialmente quella cattolica.
Stranamente Robinson Crusoe viene
considerato un libro adatto ai ragazzi, ma presenta caratteristiche che lo
rendono fruibile, con piacere, anche agli adulti, grazie allo stile,
giornalistico, che offre immediatezza, e alla sapiente, ma mai eccessiva,
descrizione dell’ambientazione e dell’atmosfera, rese entrambe in modo
eccellente, il che facilita l’attrazione del lettore, che, anche per il
carattere esotico dell’opera, tende facilmente a identificarsi con il naufrago.
Del resto il ritorno a un mondo
primitivo e la volontà di fonderlo con quello da cui si proviene rappresenta
un’opportunità per lo sviluppo della fantasia tale da risultare coinvolti in
questa straordinaria avventura.
Se non lo conoscete, leggetelo; se
l’avete già letto da ragazzi, rileggetelo e scoprirete il Robinson Crusoe che è
in voi.
Daniel Defoe (Londra, 3 aprile 1660 – Moorfields,
21 aprile 1731).
Grande scrittore inglese viene
considerato il padre del romanzo moderno.
Ha scritto, fra gli altri, Moll
Flanders, Robinson Crusoe, Il Colonnello Jack, Lady Roxana, Storie di pirati.
Recensione
a cura di Renzo Montagnoli
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