Immagine
convessa
di
Vincenzo D’Alessio
Presentazione
di Alessandro Ramberti
con
nota critica di Anna Ruotolo
in
copertina: Antonio D’Alessio
Fara
Editore
Poesia
Pagg.
68
ISBN
978
88 97441 65 6
Prezzo
Euro 10,00
Quando
il silenzio è più forte di un grido
La
poesia sa essere immagine, o acuto grido di dolore, e anche tanto
altro, perché nei versi si può ritrovare l’anima dell’autore.
In genere ogni poeta ha una tematica preferenziale, più volte
sviluppata, scavata e ricercata; meno facile che in uno stesso
artista si ritrovino argomenti diversi e che questi riesca a fonderli
in un equilibrio sostanziale che dona integrità alla lirica, capace
di proporsi come autentico specchio delle innumerevoli sfaccettature
dell’anima. É questo il caso di Immagine
convessa,
una raccolta di Vincenzo D’Alessio dedicata al figlio Antonio,
scomparso troppo presto e innaturalmente prima dei genitori. Sì,
innaturalmente è il termine più adatto, perché se la scomparsa di
un proprio caro è sempre dolorosa, qualora questi sia molto più
giovane di chi resta appare talmente contro ogni logica che al dolore
si aggiunge l’angoscia. Non vorrei, però, che chi legge queste mie
righe dovesse pensare che si troverà di fronte a una serie di
lamenti continuati, perché non è così, perché il dolore è prima
di tutto una lacerazione individuale e interna. Il dolore, per essere
tale, non deve essere gridato, si deve convivere con lo stesso,
giorno dopo giorno, in un silenzio che di per se stesso è un urlo.
Eppure, il figlio ogni tanto ritorna, in versi sommessi (Dio
del vento / riportami la voce / di mio figlio / ora tuo figlio / per
un attimo di eterno.).
E se lì il riapparire nel ricordo è esplicito, meno evidente, ma
ancor più presente, è la presenza del figlio nei versi dedicati ai
giovani del sud , giovani come quello perduto. Pur tuttavia,
nella
presenza saltuaria di una tendenza naturalistica, non manca e anzi è
preminente un grande senso civico, una ferma volontà di affermare
un’idea di umanità lontana dal materialismo, ma fatta di giustizia
e di sostanza. (Solofra
terra d’inganni / rubi l’innocenza ai poveri / senza ascoltarne
il pianto / distruggi la memoria / con il facile guadagno. /…).
E in questo quadro, nel solco di un altro poeta che l’ha preceduto,
quel Rocco Scotellaro, che ha saputo vedere la sua terra con il cuore
e con la mente, prorompono vitali, quasi anatemi, ma senza violenza,
i versi dedicati a un meridione sempre più senza speranza (Non
dormiamo sottoterra / l’anima fugge le distanze / il vento
accompagna il fischio / dell’uomo dentro le montagne,. / Sud di
miseria e tradimenti / strada ferrata senza più ritorni / dove
veglia il cuore? / è nuova l’alba, è nuova!).
Se
ciò non bastasse, troviamo pure il solco del ricordo che si
rincorre, si apre, si chiude, si riapre, ma la memoria non è mai
fine a se stessa, è un pozzo a cui attingere per lasciarsi andare a
un dolce rimpianto.
Quindi,
si tratta di una silloge che presenta una grande ricchezza di varietà
tematiche e che probabilmente è il compendio di un lungo lavoro, con
poesie più lunghe e più brevi, e fra queste ultime ce n’è una di
soli quattro versi che, forse a causa della mia non più verde età,
mi si è fissata bene nella mente e nel cuore: Ride
il vecchio nello specchio / ha divorato la giovinezza / avidi occhi
puntati ai fogli / dell’ultimo quaderno.
Non
aggiungo altro, se non la mia calda raccomandazione a leggere questa
bellissima raccolta.
Vincenzo
D’Alessio
è
nato a Solofra nel 1950. Laureato in Lettere all’Università di
Salerno è stato l’ideatore del Premio Città di Solofra, nonché
il fondatore del Gruppo Culturale “Francesco Guarini” e
dell’omonima casa editrice. Acuto e attento critico
letterario,
ha pubblicato anche saggi di archeologia e storia (v. bibliografia
Polo SBN di
Napoli). Diverse le raccolte poetiche che anno ricevuto premi e
riconoscimenti, la più recente è La
valigia del meridionale ed altri viaggi
(Fara 2012, seconda edizione 2016 ). Nel 2014 vince con Il
passo verde la
pubblicazione in Opere
scelte (Fara
2014). La
tristezza del tempo è
inserita in Emozioni
in marcia (Fara
2015). Con Alfabeto
per sordi è
tra i vincitori del concorso Rapida.mente ed
è stato inserito nell’omonima antologia (Fara 2015). Tutte e tre
le sillogi sono riproposte in appendice a Immagine
convessa.
Recensione
di Renzo Montagnoli
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