domenica 11 giugno 2023

Dove andare in vacanza?

 

Dove andare in vacanza?

di Renzo Montagnoli



Con la stagione estiva si apre anche il grande periodo delle ferie, sovente utilizzate per le villeggiature. Si va un po’ ovunque, soprattutto al mare, sia in Italia che all’estero, in pratica ovunque si possa celebrare questo rito della società consumistica, una tradizione ormai che nelle intenzioni dei protagonisti dovrebbe coniugare lo svago con il riposo. La domanda che un vacanziere si pone è dove andare ed è ovvio che le sue decisioni siano non poco influenzate dal periodo disponibile e dalla spesa che è disposto ad affrontare. Al riguardo non è sempre detto che l’Italia risulti la meta più conveniente, ma è anche vero che ci sono destinazioni che nulla hanno da invidiare al altre più note, senza dimenticare che è pressoché impossibile trovare un paese come il nostro in cui, accanto a paesaggi stupendi, ci sono bellezze artistiche a profusione. Per questo motivo di seguito potrete trovare otto località in cui recarsi, di cui due in montagna, due sui laghi, due al mare e due prevalentemente artistiche. Molti luoghi sono stati esclusi, benché meritevoli, ma solo per questioni di spazio.

E adesso procediamo:


Sui laghi









In Italia non mancano certo e sono tutti molto belli, peraltro frequentatissimi dai turisti. Fra i tanti deve necessariamente essere presente quello che per me, e non solo per me, è il massimo e mi riferisco al lago di Garda, con le sue belle litoranee, quella occidentale e quella orientale, che consentono di raggiungere cittadine stupende, come Gargnano, Limone, Riva, Malcesine, Garda, Peschiera, Sirmione e Desenzano. Certo, nel periodo estivo queste strade sono molto trafficate e l’idea, per certi aspetti eccellente, di fare il periplo stradale del lago, percorso che in altre stagioni si effettua con comodo in un giorno, può vacillare se si pensa alle lunghe code in cui è facile incappare, e allora d’estate è meglio usare l’auto per raggiungere una località costiera e lì soggiornarvi. L’acqua del lago è pulita, le spiagge sono poche, raccolte, ma sovente di grande bellezza, inoltre sono possibili passeggiate che consentono scorci a dir poco incantevoli. Benché le strutture ricettive siano numerose, il grande afflusso di turisti, soprattutto tedeschi e olandesi, rende pressoché indispensabile prenotare con un largo anticipo. I prezzi non sono per niente popolari, ma sono il risultato di una richiesta intensa e che va senza soste da giugno a settembre.






Un altro lago che ha un suo particolare fascino non è vicino a quello di Garda, anzi è piuttosto lontano, perché occorre scendere lungo la penisola e raggiungere il Lazio, dove in quello che un tempo era il cratere di un vulcano si trova il lago di Bolsena (al riguardo, la formazione del Garda è ben diversa, essendo stata la sua origine un gigantesco ghiacciaio). Nella sua tipologia è il più grande in Europa, con una forma quasi rotonda, due isole, e un fiume emissario e un bacino idrografico di ben 273 Kmq. A ulteriore testimonianza delle sue origini vulcaniche ha spiagge con sabbia di colore nero riveniente dalla disgregazione delle rocce vulcaniche. Le coste sono in genere basse, interrotte da piccole penisole e con pochi promontori (il Monte Bisenzio, la Punta San Bernardino, la penisola di Capodimonte e la Punta di Sant’Antonio). Proprio per questo motivo gli insediamenti urbani sono stati facilitati e sorgono numerose strutture turistiche e balneari. Senz’altro meno frequentato del Garda ha strutture ricettive in linea con l’afflusso turistico, alberghi di buon livello che spesso si affacciano sullo specchio d’acqua e hanno piccole spiagge. Fra l’altro, fra un bagno e l’altro, è possibile visitare i numerosi centri rivieraschi non trascurando una puntata anche ad alcune città limitrofe, come le splendide Civita di Bagnoregio e Orvieto.



Sui monti






Le possibilità di scelta sono talmente tante da costituire un vero imbarazzo. Comunque i miei suggerimenti vogliono tenere conto anche delle altezze, perché soprattutto i bambini piccoli e gli anziani, per motivi opposti, non si trovano bene a quote elevate, diciamo oltre i 1500 metri. E allora perché non fare una piacevole vacanza sugli altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna? Il paesaggio è ameno, l’aria è leggera, le escursioni sono per lo più facili e poco affaticanti, la gente del posto e simpatica, la cucina è appetitosa, e poi ci sono i ricordi della Grande Guerra, con numerose fortezze austriache, di cui una sola ben conservata e perciò visitabile, il forte Belvedere. Alberghi e appartamenti in affitto sono in numero adeguato, c’è perfino un laghetto balneabile, quello di Lavarone, il tutto per una vacanza informale, in cui il tempo libero è scandito dalle tranquille passeggiate, non di rado all’ombra di boschi secolari.






Un po’ più a Nord, oltre la città di Bolzano, prima di arrivare alla strada che si inoltra nella Val Gardena, c’è un bivio da cui parte una rotabile che risale la montagna e passando per Fiè e Sciliar, raggiunge Castelrotto. Questo paesino, che ho conosciuto quando era agli albori del turismo, è diventato un centro importante, anche perché ai piedi dell’altopiano dello Sciliar, raggiungibile in auto solo per chi soggiorna negli alberghi in quota, e invece in autobus o con la cabinovia che parte da Siusi per gli altri. Siamo in Alto Adige e la popolazione è bilingue, cioè parla il tedesco e l’italiano; pure la cucina è un po’ diversa, ma assicuro che è una diversità positiva, perché è veramente eccellente. Al di là delle bellezze naturali che si ricollegano all’altopiano dello Sciliar, con escursioni stupende, anche se a quote di un certo livello (più o meno da circa 1600 metri a oltre 2000 sul livello del mare), Castelrotto è un borgo veramente grazioso, con la sua chiesa al centro e che ha sul retro il cimitero, e alcune case d’epoca, piacevolmente affrescate sulla parete anteriore. L’ospitalità è il fiore all’occhiello di questo paese, con hotel di classe, spesso dotati di piscina e di spa, e numerosi appartamenti a disposizione degli ospiti; ne va che i prezzi sono in relazione alla qualità offerta, qualità riscontrabile anche in una cucina che ha saputo coniugare e conciliare i migliori piatti della cucina asburgica con i più riusciti piatti di quella italiana. Il posto è frequentatissimo e quindi la prenotazione, anche con largo anticipo, è d’obbligo.



Sui mari






Volutamente tralascio le spiagge dell’alto e medio Adriatico, in estate dei veri e propri carnai, con un mare che se è anche pulito, almeno dalle analisi, è però nient’altro che una grande piscina. Per altro si fanno apprezzare per la cucina e per i divertimenti.

Se si vuole qualcosa di diverso, bisogna andare da altre parti, per esempio sul Gargano, che secondo me rappresenta l’antipasto del piatto forte del Salento. Quest’ultimo è stupendo, con spiagge caratterizzate da scogli, da calette sabbiose, da rocce che precipitano sull’acqua e da grotte in cui il mare ha dei colori incredibili. Anche il Gargano è così, ma più in piccolo, oltre a presentare un polmone verde del tutto unico, la Foresta Umbra. Da Rodi Garganico a Vieste la litoranea si snoda lungo un percorso tortuoso che presenta da un lato la fitta vegetazione appunto della Foresta Umbra e dall’altro dei panorami stupendi che si possono ammirare su bastioni rocciosi a precipizio sul mare, mare a cui si può giungere per mezzo di sentieri che portano a piccole baie di sogno.

E’ una villeggiatura che impone la necessità di muoversi, per trovare altri scorci, per ammirare archi di roccia che spuntano dal mare, per inoltrarsi nelle stradine di Peschici, delizioso centro di villeggiatura in cui si respira ancora l’aria di un mondo passato. L’ospitalità è costituita per lo più da un paio di villaggi turistici e da alberghi di buona levatura, non molti in verità, per non dire pochini, perché località come questa meritano un maggior flusso turistico, anche se la distanza dal nord frena i vacanzieri, a meno che non abbiano a disposizione giorni di ferie maggiori di una settimana e possibilità finanziarie in linea.






Se poi si desidera andare ai Caraibi, ma senza uscire dal nostro Stato c’è un’isola meravigliosa, la Sardegna. Ci si può arrivare solo in nave, con i traghetti, o in aereo, ma assicuro che vale la pena, perché là ci sono posti da favola. In particolare ci sono spiagge che nemmeno i Caraibi si sognano, con sabbie dei più svariati colori, in calette, baie più o meno grandi, rocce levigate dall’onda e grotte, tante e magnifiche. Mi viene in mente una costa che si chiama Smeralda ed effettivamente lo è, e poi penso a un’isola, molto più piccola, come La Maddalena e a quella minuscola di Caprera, che ha ospitato a lungo Garibaldi. Non è solo però la costa settentrionale a rappresentare l’eccellenza, è tutto lo sviluppo costiero, estremamente vario, in cui ancora la natura riesce a predominare. Prima ho accennato ai colori della sabbia delle spiagge ed ecco che all’isoletta di Budelli, a Cala di Roto, la tonalità è addirittura rosa. L’ideale sarebbe poter girare tutta l’isola, anche l’interno, così selvaggio, ma anche chi va per stare un po’ in spiaggia può sempre trovare il tempo e l’occasione per allontanarsi anche di poco e vedere altre meraviglie.

Credo che chi è stato in Sardegna vi abbia lasciato il cuore, anche se le troppe bellezze rischiano di disorientare, ma in ogni caso lasciano un senso di appagamento completo. L’ospitalità è ben presente e ai massimi livelli e, per quanto ovvio, i prezzi sono in linea con questa offerta. Anche qui per soggiorni nei mesi estivi è necessario prenotare, non solo per trovare un alloggio, ma anche perché c’è la strettoia rappresentata dalla necessità di arrivarvi o in traghetto, o in aereo.




Città d’arte






In Italia non può esserci che l’imbarazzo della scelta e io sono un po’ di parte perché propongo innanzi tutto Mantova, adagiata sui suoi laghi, sui quali funziona un servizio di navigazione, raccolta tanto che è possibile visitarla in uno, massimo due giorni, ma piacevolmente addormentata, stordita dal profumo dei suoi fior di loto. Consiglio sempre di arrivare da est, perché ,il colpo d’occhio sul castello di San Giorgio è uno di quelli che non si dimenticano. La panoramica è bella, emoziona, e poi quando si entra in piazza Sordello si resta a bocca aperta, circondati dal Duomo, dal palazzo Bonacolsi, dalla Corte Vecchia e dalla Corte Nuova. E’ lì che attende la gente di entrare a Palazzo Ducale, di poter vedere con i propri occhi nel castello di San Giorgio la celebre Camera degli Sposi, opera immortale di Andrea Mantegna. E poi sale, salette, corridoi, porticati, in quella che è la reggia più grande in Italia, un giro di stupore che non può chiudere una giornata se poi non si va a Palazzo Te, gioiello di Giulio Romano, con l’apocalittica sala della Caduta dei giganti. Il giorno dopo c’è tutto il tempo per ammirare la basilica di Sant’Andrea, il Palazzo d’Arco e il museo Diocesano. Mantova è bella anche di sera, nei vicoli dietro il duomo, dove i giochi d’ombra fanno sognare un mondo che è stato, fra furtive Madonne e menestrelli innamorati.

L’ospitalità è adeguata, e oltretutto la cucina mantovana è una delle migliori. Insomma, per farla breve, a Mantova si ristorano il corpo e la mente.






Intendo restare nelle piccole realtà e la mia scelta è caduta su Lecce, anche perché è di fatto la capitale del Salento ed è così possibile unire un percorso culturale a un soggiorno marino, peraltro molto piacevole. E’ una città lontana dal nord, ma appunto se si vuole bagnarsi nelle acque salentine c’è la possibilità di dedicare un po’ di tempo, non più di un giorno, alla città di Lecce dove predomina il barocco, un barocco del tutto particolare, tanto da chiamarsi leccese e che prese piede nel seicento, grazie alla fantasia degli artigiani locali, ma anche all’utilizzo di una pietra che si trova in loco e che è un calcare tenero, ma ben compatto, dai colori caldi e che è facile da lavorare con lo scalpellino. E’ edificata così per esempio la Basilica di Santa Croce, che è la chiesa più famosa in una città che di chiese ne ha tante, ognuna con le sue caratteristiche di interesse; non mancano poi gli edifici civili e militari, di cui il più noto è il castello. La ricordo come una città con un centro antico e un’ampia zona nuova che definire periferica è inesatto, vista la sua estensione. Di rilievo in centro è l’Anfiteatro Romano, di cui restano solo l’arena, le gradinate inferiori e parte delle mura. Anche a Lecce l’ospitalità è adeguata e la cucina è senz’altro ottima (del resto, ci si chiede dove in Italia si possa mangiar male).



Ecco otto idee, delle migliaia che ci sono, non troppo approfondite, ma che tratteggiano le caratteristiche principali. Non mi resta che dire: a Voi la scelta.




N.B.: Le foto sono state reperite in diversi Siti Internet.







MondoBlog dell'11 giugno 2023

 

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