giovedì 17 gennaio 2013

Tu vipera gentile, di Maria Bellonci

                                                                  Foto da web


Tu vipera gentile

di Maria Bellonci

Introduzione di Geno Pampaloni

In copertina: Bronzino, Ritratto di Lucrezia Panciatichi (Part.)

Firenze, Galleria degli Uffizi

Arnoldo Mondadori Editore S.p.a.

Narrativa

Collana Oscar scrittori moderni

Pagg. XII-248

ISBN 9788804569527

Prezzo € 9,50

 

 

 

La storia narrata

 

 

Per coloro che amano la storia e i romanzi storici Maria Bellonci rappresenta un faro di incredibile originalità, a cui rivolgersi per conoscere meglio e in modo piacevole le vicende di alcune famiglie nobili italiane in quell’aureo periodo che fu il Rinascimento. Se nel romanzo storico la creatività dell’autore poggia solide basi su fatti realmente accaduti, lasciando però ampio spazio alla fantasia, magari con l’invenzione di personaggi funzionali alle vicende, nella storia narrata da Maria Bellonci l’unica licenza è lasciata alle considerazioni, all’interpretazione dei fatti, agli approfondimenti della psicologia dei protagonisti.  Ne esce così una narrazione storica di grande valore, impreziosita dallo stile dell’autrice, mai greve, ma incisivo e per niente logorroico. Delle volte, nel leggere le pagine affascinanti dei suoi libri, mi viene da fantasticare e dato che ho avuto l’occasione di conoscerla tanti anni fa (era spesso a Mantova per laboriose ricerche d’archivio), ho quasi l’impressione di averla seduta davanti a me accanto alle fiamme danzanti di un camino, lei che racconta e io che sto ad ascoltare e nelle vampe di quel fuoco  che illumina a sciabolate di luce la camera vedo i volti dei personaggi che di volta in volta chiama in causa; sembrano lì, scesi dalla cappa, pure loro a udire le loro gesta. Questo per dirvi quanto fosse brava Maria Bellonci, una ricercatrice minuziosa, certosina, attenta, che sulla base dell’aridità di numeri, di date, di nomi e di fatti riusciva a trasformare questo coacervo di elementi in una prosa scorrevole, avvincente, ma legata in modo ferreo alle esigenze dello storico, a quella ricerca di verità a cui naturalmente si tende, pur nella consapevolezza di non riuscire mai a pervenire a un risultato assoluto e incontrovertibile, ma con l’aspirazione di avvicinarvisi il più possibile.

Tu vipera gentile fa parte di un prezioso trittico di romanzi brevi, in cui l’autore parla di altrettante storie ben distinte.

Il primo, Delitto di stato, si snoda in un’atmosfera quasi gotica in una Mantova dal casato reggente ormai in decadenza; è quasi un giallo, anzi più propriamente un thriller, con una serie di delitti, il tutto dipinto con un attento contrasto fra luci e ombre, quasi che Maria Bellonci avesse la mano guidata dal Caravaggio.

Il secondo, talmente bello da essere sublime, e che s’intitola Soccorso a Dorotea, parla della triste vicenda di Dorotea Gonzaga, promessa sposa a Galeazzo Maria Visconti, una giovane innamorata che non riuscirà a coronare il suo sogno per una storia di gobbe ereditarie, ma anche di ragion di stato. Mi permetto solo di evidenziare la fine psicologia con cui l’autore ha narrato, riguardo a questa vicenda, del comportamento dei genitori, Ludovico Gonzaga e Barbara di Brandeburgo, immortalati da Andrea Mantegna nel famoso affresco della Camera degli Sposi.

Il terzo, che dà il titolo all’intera opera, Tu vipera gentile e che è anche il primo verso di un’antica canzone Viscontea, è la storia della famiglia Visconti, dalle origini fino all’acquisizione del titolo nobiliare di duca,  una serie di vicende, spesso intricate, con una galleria di protagonisti che solo la mano di Maria Bellonci poteva restituire come vivi dall’oblio del tempo e dal buio dell’Ade.

E dico solo la sua mano, perché da un altro, da uno storico, avremmo appreso gli stessi eventi, ma con inevitabili sbadigli, perché ne sarebbe uscito un libro puramente di storia, asettico, anche se scientificamente valido. Con Maria Bellonci la storia si anima, cresce il desiderio di giungere alla pagina successiva, e da questa all’altra immediatamente seguente.

Terminata la lettura, avrete la consapevolezza di avere imparato molto e con grande piacere, un risultato del tutto imprevedibile per chi non ha mai letto qualcosa di suo.

Dire che si rimane soddisfatti è dir poco, no, è meglio dire che si resta entusiasti.

 

 

 

 

 

Maria Bellonci, di origini piemontesi, nacque a Roma nel 1902 ed esordì nel 1939 con Lucrezia Borgia, che vinse il premio Viareggio. Insieme al marito Goffredo diede vita nel 1947 al premio Strega. Tra i suoi libri: Segreti dei Gonzaga, Pubblici segreti, Tu vipera gentile, Marco Polo. Rinascimento privato esce nel 1985, l'anno precedente la morte dell'autrice.

 

 

Recensione di Renzo Montagnoli

4 commenti:

  1. Bella recensione; mi segno il titolo, perchè questo non l'ho letto. E' brava Maria Bellonci e consiglio a tutti di leggere un suo romanzo che è stato ed è un successo mondiale: Lucrezia Borgia.

    Agnese Addari

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  2. Recensione viva che ho letto con piacere. Anch'io mi sono segnata il titolo del libro per leggerlo in seguito. Sono convinta che sono proprio romanzi storici di tal fatta ad appassionare alla storia e a fissare gli eventi storici nella memoria perché offrono al lettore quadri di civiltà.

    franca

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  3. Ho letto con grande piacere la tua bella recensione perché apprezzo M. Bellonci da parecchi anni e condivido totalmente le tue parole. Mentre leggevo "Rinascimento privato" non volevo che finisse mai, trovo che sia un libro veramente bello. Fu il primo che lessi di lei, e li vedo tutti in questo momento vicino a me, uno accanto all'altro. E' molto bello il "Marco Polo", così come questo di cui parli. La storia di Dorotea mi colpì in modo particolare, eppure sapevo che queste cose avvenivano tranquillamente in quel periodo, ma lo stile, la passione, la competenza della scrittrice ti mostrano la Storia e la vita in un modo diverso. Tre storie coinvolgenti che fanno riflettere anche se riguardano epoche così lontane.
    Grazie.

    Piera

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