Afonie
indispensabili
Incontri
di – versi
di
Gavino Puggioni
Nota
dell’autore
Prefazione
di Laura Vargiu
Edizioni
Thoth
Poesia
Pagg.
146
ISBN 9788898025916
Prezzo
Euro 12,00
Noi
e l’infinito
Nella
breve nota introduttiva dell’autore c’è un cenno a Giacomo
Leopardi, con la citazione dell’ultimo verso dell’Infinito (e
il naufragar m’è dolce in questo mare),
quel perdersi negli spazi incommensurabili dell’infinito, una
riflessione che può portare allo sgomento, ma anche a una dolce
struggente malinconia. E questo infinito è un motivo ricorrente
nella poesia di Gavino Puggioni che, pur tuttavia, resta ancorata
alla realtà di ogni giorno, ma tiene conto dell’umano dolore,
delle tragedie che accompagnano l’esistenza, quali le ingiustizie e
le guerre. Il poeta si chiede giustamente, visto che noi siamo un
nulla di fronte a uno spazio temporale che trascende ogni umano
concetto, perché mai non dobbiamo condurre un’esistenza di affetti
e di pace, senza prevaricazioni, ma solo aprendo il proprio animo
agli altri. E ciò appare tanto più indispensabile quando si
consideri che la solitudine permea quell’attimo fuggente che è la
vita di ognuno di noi. Nascono così dei versi di pacata riflessione,
si instaura un dialogo con il proprio “io” volto al
coinvolgimento di terzi, si apre un cancello nel muro che altrimenti
rinchiude e isola, un desiderio di comunicazione in cui il poeta si
libera da vincoli innati e acquisiti nella convivenza, esprime una
sincerità offerta in pegno di un reciproco comprendere.
Sono
molte le poesie di questa silloge e anche varie, pur nel rispetto di
quel fil rouge di cui ho accennato, scritte in una metrica libera che
comunque non prescinde dal raggiungimento di un equilibrio
strutturale convergente in un’apprezzabile armonia. Non mancano
quelle del ricordo, legato alla propria terra e in cui è ben
espresso il percorso seguito per cercare di dare un senso alla
propria vita (Era
la vita / in quelle verdi vallate / bruciate dopo dal solleone /
ridente / nell’arcobaleno delle stagioni/…)
(Pietra
di mare / arsa dal sale / amore nel sole / neve fissata/ nella croce
/ del tempo).
Quella che però esprime meglio il pensiero dell’autore, permeata
da un pessimismo esistenziale, è secondo me Questa
vita,
che merita di essere riportata integralmente perché compendia
abilmente quell’infinito senso di solitudine per cui è
giustificabile l’accostamento a Leopardi (Questa
vita / come l’amore / Questa vita / fatta di terra / e di nuvole /
di fumo e di fuochi / Questa vita / che sembra correre / e invece è
ferma / fatta di parole inutili / Questa vita / che corre senza
argini / nella culla di pensieri 7 arrugginiti dal tempo / Questa
vita / come l’amore / vive di trasparenza / nell’attesa di una
porta / che rimarrà chiusa / per sempre).
Ecco,
credo che Gavino Puggioni sia riuscito a scrivere una silloge che
rappresenta, non solo per lui, il frutto di una lunga serie di
riflessioni sull’esistenza, in modo chiaro e senz’altro di
gradevole lettura; a mio avviso Afonie
indispensabili è
il suo capolavoro, magari irripetibile, anche se auguro all’autore
di ripetersi, di allietarci con altre e nuove pregevoli raccolte.
Gavino
Puggioni è
nato a Porto Torres (Sassari) nel 1939. Scrive dall'età di 18 anni
ed ha pubblicato le sue prime poesie in alcune riviste letterarie nel
1959. Dopo una lunga parentesi dedicata al lavoro, nel 2003, pubblica
'Finagliosu', con dodici racconti giovanili e, dal 2004 al 2013, le
raccolte: 'L'arcobaleno in giardino', 'Nel silenzio dei rumori',
editi dalla Magnum Edizioni di Sassari. Negli ultimi anni: 'Le nuvole
non hanno lacrime', altra silloge, pubblicata da Edizioni Il Foglio
Letterario, di Piombino; 'Nelle falesie dell'anima', silloge
autopubblicata. Diverse sue poesie sono state premiate in vari
concorsi letterari, nazionali e internazionali, ed altrettante
pubblicate in una decina di antologie.
Renzo
Montagnoli
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