Il
giardino degli inglesi
Passioni
e delitti nella Napoli di metà Ottocento
Neri
Pozza propone un avvincente noir con «Il giardino degli inglesi»
Se
ci sono romanzi destinati a lasciare un segno nel mondo della
letteratura, certamente tra questi brilla «Il
giardino degli inglesi» di Vladimiro Bottone (Neri Pozza, pp. 400,
euro 18),
per l’originalità della trama, l’impasto lessicale di purissimo
italiano, misto a frasi napoletane, con persino la civetteria di
citazioni latine che l’autore non si è fatto mancare. Ci troviamo
sotto gli occhi un noir sui generis, del tutto lontano e diverso da
quanto avevamo letto finora.
Siamo
nel 1842 in una Napoli attraversata da avidità e brama di potere in
concomitanza con senso del dovere, tanta superstizione, nel vibrare
di passioni tanto violente quanto pericolose.
Due
giovani, fratello e sorella, troveranno misteriosamente la morte
nella città partenopea. Quando il corpo della bella Emma Darshwood,
insegnante di canto nel ricovero-orfanotrofio del Serraglio, viene
ritrovato dalla polizia, qualcuno ai piani alti si affretta a
chiudere il caso che scotta come un qualsiasi omicidio passionale. Ma
ci sono dei punti oscuri, delle zone d’ombra che devono essere
chiarite. Ed è proprio con il fermo proponimento di far luce sulla
morte della sorella, che arriva a Napoli anche il fratello Peter. I
due giovani erano legati, fin dall’infanzia, da un sentimento
talmente forte ed appassionato da sfociare quasi in una forma
d’incesto, mai consumato, come apprenderemo da un fitto e
commovente carteggio che Peter Darshwood portava cucito all’interno
del suo corsetto, per mai idealmente separarsi dall’amatissima
sorella.
I
fatti farebbero credere che Peter sia stato ucciso in una sanguinosa
rapina di strada, per depredarlo dei beni che portava addosso.
Quindi, viene sepolto assieme alla sorella Emma nel cosidetto
«giardino degli inglesi», il suggestivo cimitero dedicato ai non
cattolici. Comunque, c’è qualcuno che non si lascia abbindolare,
credendo ciecamente al susseguirsi di queste tragiche fatalità. Il
commissario della polizia borbonica Gioacchino Fiorilli non smette
mai di indagare, persuaso che dietro il duplice omicidio si nasconda
la mano nera dell’ex medico del Serraglio: l’avvenente e
carismatico Domenico De Consoli, quintessenza del cinismo più
abietto, un personaggio che con la sua bieca ed implacabile capacità
di sedurre adulti e minori, resterà a lungo impresso nella nostra
fantasia.
Grazia
Giordani
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