martedì 16 ottobre 2012

A l'Argentiera, quel 21 di luglio 2011, di Gavino Puggioni


Località incantata o sognata? C’è e Gavino Puggioni ne coglie il senso.

 
                                                                 Foto da web
 

A l'Argentiera, quel 21 di luglio 2011

di Gavino Puggioni

Sembravi un'altra

in quella sera, anch'essa

distesa nel tuo mare,

come i tuoi amici

e i figli dei tuoi figli

venuti da lontano,

assisi a culo a terra, vicini vicini,

ad ascoltar una delle tue voci, Flavio,

una delle tue melodie, Paolo.

Tutt'attorno il tuo silenzio,

gli avanzi della miniera antica,

monumenti industriali,

dentro gli occhi di ognuno di noi,

estasiati e orgogliosi della tua ospitalità.

Voci, parole, racconti,

vita, speranze a venire

in preda alle note di una tromba

romantica ad accarezzar giorni

del tempo andato e perduto.

Letture di attimi

fagocitati tra una bibita e un panino,

letture come fiabe, battiti di un sogno

da portare a casa, incartati,

per custodirli nel cassettino dei ricordi

a futura memoria.

Alla fine, applausi dal cuore,

come cornice preziosa

ad ornare quel dipinto d'autore,

unico

 

Ritmo e melodia accompagnano la poesia:

 


 

 

2 commenti:

  1. Un bel testo poetico che racconta un pezzo della nostra storia. Io, che conosco l'Argentiera, so ciò che Gavino Puggioni intende dire. E lo sa dire bene, con garbo ed emozione, perché quest'angolo di Sardegna sa davvero emozionare.
    Grazie dunque a Gavino, e a Renzo che ha proposto questa suggestiva poesia.
    Piera

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  2. Sì, si avverte l'atmosfera in questa bella poesia.

    Agnese Addari

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