Il focarile
di Salvatore Armando Santoro
Nel buio della stanza
riverberi rossastri
il ciocco si consuma,
il suo calore
vermigli rende i volti
le palpebre socchiude.
Sferruzza,
quei capelli bianchi inargentati
scintillano quando la brace è rigirata,
il gomitolo s'accorcia,
il maglione compone,
vola la narrazione
maghi ed orchi nel buio della stanza
ondeggiano sui muri,
ancestrali paure e sicurezze,
carezze,
altri mondi scomparsi in stanze silenziose
senza televisori
senza bagliori
di PC ondeggianti o di tablet.
E l'allegria volava
anche il pianto improvviso
e il riso
ch'oggi ricerco e più non trovo
in questi volti assenti
di ragazzi scontenti
a cui sembra che manchi tutto
ed hanno più di quel che serve.
Nevicata a Natale
di Renzo Montagnoli
Ulula il vento
e nel buio della notte
vortici di giaccio
sferzano il rosso acero
s’aggrappano alla corteccia
tanto che all’alba
alla pur diafana luce
pare un Babbo Natale
con la barba bianca
di neve diaccia.
Da Lungo il cammino
Il mio presepe
di Giovanna Giordani
Ora che son passati tanti anni
il mio presepe è un po’ più piccolino:
una capanna nuova, la Madonna
Giuseppe e la culla col Bambino
Gli angioletti però sono rimasti
gli stessi di quando ero una bambina
e cantano, estasiati ad occhi
chiusi
rivolti all’alto i visi, come allora
i loro inni magnifici e sublimi
Oggi è Natale
di Domenica Luise
Ognuno di noi ha un
sogno inappagato
ottenuto il quale
s'illude che sarà felice
e contento come in
una favola, traccia
dell'eden perduto e
anelito storto.
I poeti o illusi
tali allargano occhi di bambini
o presunti tali,
prigionieri di un'innocenza
ignota bramata solo
sfiorata
talvolta dalla
parola bianca su nero.
L'anima ai raggi x
si vede e non si vede.
Ma è bianca la neve
sui crepacci piume d'oca al freddo
e una madre
vergine
e un papà che ha
creduto nel sogno inappagato
e un Bambino inerme
figlio vero di Dio vero
e i pastori con
le ricottelle e il pane
e la stella cometa.
Congiunzioni
d'amore, ninfee dalla
palude.
Sera di Natale
di Adriana Pedicini
Stupore antico nell’aria
Il cielo
in attesa
nevica tenebre silenti
intenerisce i cuori persi
all’innocenza.
Brilla una cometa
sul sentiero smarrito
per antiche colpe.
Semi di speranza nel sorriso
del Bambino divino
sceso dalle stelle.
Buon Natale
di Alda Merini
A Natale non si fanno cattivi
pensieri ma chi è solo
lo vorrebbe saltare questo giorno.
A tutti loro auguro
di vivere un Natale
in compagnia.
Un pensiero lo rivolgo a
tutti quelli che soffrono
per una malattia.
A coloro auguro un Natale
di speranza e di letizia.
Ma quelli che in questo giorno
hanno un posto privilegiato
nel mio cuore
sono i piccoli mocciosi
che vedono il Natale
attraverso le confezioni dei regali.
Agli adulti auguro di esaudire
tutte le loro aspettative.
Per i bambini poveri
che non vivono nel paese dei balocchi
auguro che il Natale
porti una famiglia che li adotti
per farli uscire dalla loro condizione
fatta di miseria e disperazione.
A tutti voi auguro
un Natale con pochi regali
ma con tutti gli ideali realizzati.
Natale de Guera
di Trilussa
Ammalappenache s'è fatto giorno
e er Bambinello s'è guardato intorno.
Che freddo, mamma mia! Chi m'aripara?
Che freddo, mamma mia! Chi m'ariscalla?
Fijo, la legna è diventata rara
e costa troppo cara pè compralla...
E l'asinello mio dov'è finito?
Trasporta la mitraja
sur campo de battaja: è requisito.
Er bove? - Pure quello…
fu mannato ar macello.
Ma li Re Maggi arriveno? - E' impossibbile
perchè nun c'è la stella che li guida;
la stella nun vò uscì: poco se fida
pè paura de quarche diriggibbile...
Er Bambinello ha chiesto:- Indove stanno
tutti li campagnoli che l'antr'anno
portaveno la robba ne la grotta?
Nun c'è neppuro un sacco de polenta,
nemmanco una frocella de ricotta...
Fijo, li campagnoli stanno in guerra,
tutti ar campo e combatteno. La mano
che seminava er grano
e che serviva pè vangà la terra
adesso viè addoprata unicamente per ammazzà la
gente...
Guarda, laggiù, li lampi
de li bombardamenti!
Li senti, Dio ce scampi,
li quattrocentoventi
che spaccheno li campi?-
Ner dì così la Madre der Signore
s'è stretta er Fijo ar core
e s'è asciugata l'occhi cò le fasce.
Una lagrima amara pè chi nasce,
una lagrima dòrce pè chi more...
Natali lontani
di Renzo Montagnoli
Nel tempo che tutto sfuma
riaffiorano ricordi
di Natali lontani
di tanti tanti anni fa
quando l’età sbocciava
come i fiori a primavera
ma gli inverni nebbiosi
la neve che tutto imbiancava
é una fotografia che mai
potrò scordare.
Come la cena la Vigilia
tutta la famiglia riunita
e quell’atmosfera di gioia
che tanto oggi rimpiango.
Allora sì che il Natale era Natale
un giorno di speranza
per un mondo migliore
che l’inclemenza degli anni
e la ferocia degli uomini
hanno ormai cancellato.
Restano solo le memorie
di una tavola apparecchiata
con gente seduta
alcuni persi per strada
volti che mi sforzo
d’imprimere nella mente
ma sono persone rimaste nel cuore
affetti lontani e pur sempre presenti
con cui ho percorso una parte di strada
compagni di viaggio
che muti ora siedono accanto a me
a questa tavola imbandita
Buon Natale, miei cari
che non ci siete più.
Da Lungo il cammino
|
Alla fine di questo florilegio mi vien da pensare che il Natale vero e proprio ai poeti sia venuto in uggia e ha spento l'ispirazione, mentre funziona come pretesto: penso alla prima bella, toccante poesia di Michael Santhers che coglie l'occasione di queste feste per svelarci la realtà, macabra. Trilussa poi, grazie a Renzo che l'ha posta: si ha la sensazione che l'Isis sia esistita nel suo tempo, non oggi, tanto perfettamente ci spiega le cose di guerra, la quale sempre terrorismo è. Anche Renzo, infondo, e con Renzo gli altri autori, più che cantare il Natale di oggi, con i loro versi, intrisi di calda nostalgia, fanno rivivere lontani Natali, il cui fascino, per altro, in buona parte dipende dalla nostra giovane età che si aveva allora.
RispondiEliminaSiamo tutti invischiati nelle trame della tradizione, credenti poco o tanto, l'originale sentire è diventato procedura: si fa festa alla domenica, all'onomastico, al compleanno, al Patrono cittadino, a ferragosto, a Natale, a Capodanno, non c'è niente di male, anzi è bene. Ma questo modo di vivere non è poesia, non ispira. Per questo le vostre poesie sono belle, perché non sono di questo Natale.
Auguri a tutti.
Il Natale di ieri e il Natale di oggi, nel mezzo un abisso. Sono d'accordo, in linea generale, con l'autore del commento precedente. E' vero, raccontiamo e ricordiamo il passato perché stiamo male nel presente, delusione e disincanto per un'epoca nella quale non ci riconosciamo. E' anche vero che il passato, soprattutto l'infanzia, finiamo col mitizzarlo, e probabilmente anche questo è un bisogno, il ricordo è preciso e sfumato insieme, in qualche modo "ripulito", per questo è dolce ricordare, riassaporare quelle atmosfere lontane, che abbiamo vissuto allora e che ci fa bene rivivere oggi.
RispondiEliminaOggi respiriamo un'aria troppo pesante, ma dobbiamo vivere non sopravvivere.
Grazie, Renzo.
Piera
Grazie Renzo ...! Buon Natale con un abbraccio ! Stefano
RispondiElimina