Mi
fido del mare
di
Carla De Angelis
Prefazione
di Alessandro Ramberti
Saluto
in versi di Enzo Berardi
Postfazione
di Gastone Cappelloni
Fara
Editore
Poesia
Collana
Il filo dei versi
Pagg.
112
ISBN 978
88 94903 13 3
Prezzo
Euro 10,00
Policromia
poetica
E
tre, nel senso che con questa sono tre le raccolte poetiche di Carla
De Angelis che ho avuto il piacere di leggere: da quella con titolo
di fantascienza, anche se non lo è (A
dieci minuti da Urano)
a questa Mi
fido del mare,
passando per I
giorni e le strade.
Con l’esperienza la scrittura si fa più raffinata, più precisa,
ma quella che è la sostanza e che potremmo così chiamare il succo
dei versi non è mutata: dall’esplosione magmatica senza clamore
di A
dieci minuti da Urano al
valore della parola di I
giorni e le strade,
per giungere a un caleidoscopio di immagini e sensazioni colorate
di Mi
fido del mare,
una raccolta policroma in tutti i sensi (…/
I colori mi sommergono: / il bianco, il nero e il verde del bosco che
apre / la folle corsa per ritrovare il cielo / Nell’azzurro nuotano
i sogni di chi deve / migrare
/... )
e non si tratta solo di rossi, di verdi o di bianchi, ma è un
rimando continuo a una realtà trasognata dominata da una natura
amica (I
merli danzano lontano dall’uva / sanno
che i tempi non sono maturi / nessuna traccia di succo dolce / …).
In questo ricorrente abbandono all’estasi di una natura primitiva
c’è un ritorno a immagini antiche - non obsolete però – e che
altri ci hanno tramandato quando il mondo non era come ora disperato,
e mi riferisco soprattutto a Publio Vergilius Maro che con le
sue Bucoliche ha
saputo descrivere magnificamente quel tesoro che andiamo
distruggendo. Però, non si creda che nei versi di Carla ci sia solo
un futile richiamo agli animali, anzi, come nel caso del favolista
Fedro, sono emblematici di comportamenti umani come si vorrebbe che
fossero. E lo spazio per invenzioni poetiche così diventa ampio
(- Il
grano maturo sembra mare / ma profuma di pane /…; Per accordare il
suono al respiro / bisogna ricercare quel frammento di musica / che
vive nella mente /…; …/ la corsa dell’auto prende il buio / il
vento soffia il sapore del ritorno /…; Le mie parole sono come le
pulci / quando sto per scriverle saltano via / e se le scrivo di
fretta non so rileggerle /…; La candela finiva in silenzio /
restava un poco di fumo con il suo odore acre / bisognava deporre un
bacio con le dita / sul picciolo per darle pace).
E’
un susseguirsi di immagini, di suoni, di colori, di metafore, ma in
tutti questi emblemi non c’è disaccordo, non ci sono stridii o
peggio annichilenti cacofonie, ma, sempre ben lungi da qualsiasi
retorica, è un fluire armonico, è un pacato romantico ruscello a
cui è piacevole abbeverarsi. E il mare del titolo? Pur con tutto
quanto di bello c’è da leggere, avverto la necessità, quasi
impellente, di dare una risposta a questo immancabile quesito: perché
mi fido del mare? Perché magari non fidarsi della montagna, della
collina o della pianura? Innanzitutto si tratta di un amore
viscerale, considerati i versi che seguono: Amo
così tanto il mare / che vedrei azzurra anche la morte / se mi
cogliesse mentre nuoto / verso l’altra sponda.
E poi, in una raccolta dove la natura, nelle sue manifestazioni, è
così privilegiata c’è sempre una parte di essa che preferiamo,
che avvertiamo essere in contatto con noi, con cui comunicare in un
linguaggio muto di sensazioni, e per Carla De Angelis questa parte è
il mare.
Da
leggere, senz’altro.
Carla
De Angelis è
nata e vive a Roma. Sue poesie e racconti sono presenti in riviste e
antologie edite da Perrone, Estroverso, David & Matthaus, Limina
Mentis, Delta3, Pagine, Aletti. Ha ricevuto vari premi e
riconoscimenti. Con Fara ha pubblicato in poesia: Salutami
il mare (2006), A
dieci minuti da Urano (2010), I
giorni e le strade (2014).
Con Stefano Martello ha realizzato i saggi: Diversità
apparenti (2007), Il
resto (parziale) della storia (2008), Il
valore dello scarto (2016).
Suoi versi nelle antologie Il
silenzio della poesia (2007), Poeti
profeti? (2008), Chi
scrive ha fede? (2013)
e nelle antologie del Concorso “Come farfalle diventeremo
immensità” (ultima Il
coraggio del bene,
2017). Nel 2011 esce Mi vestirei di mare (Progetto Cultura). Ha
ideato e curato le antologie Corviale
cerca poeti per
la Biblioteca “Renato Nicolini” di Roma con la quale collabora
tutt’ora.
Renzo
Montagnoli
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