mercoledì 31 ottobre 2012

La città del silenzio, di Renzo Montagnoli


Quei giorni s’avvicinano.

 
                                                                       Foto da web
 

La città del silenzio

di Renzo Montagnoli

 

 

 

Ovunque è silenzio

fra i viali orlati dai bossi

tra le croci annerite dal tempo.

Lì regna un’unica voce

immensa eppur flebile

sonante eppur tacita

in strade deserte

in case ormai mute

in questa città

abitata dai morti.

Ma ci sono dei giorni

in un autunno di grigiore

fra foglie rinsecchite

sospinte dal vento

sotto cieli plumbei

che piangono lenti

ci sono pochi giorni diversi

di gran movimento

con gente che omaggia

con cicalecci diffusi

fra dolori recenti

ed altri ormai

inchiodati al cuore.

Son feste per loro

che nemmeno lo sanno

son tributi di comodo

oppure pegni di rimorso.

È tutto un viavai

fra gli alti cipressi

fra marmi sbiaditi

con lumini smorzati dal vento

con preghiere appena biascicate.

 

Poi

ritorna la calma

s’acqueta la piazza

il vento rincorre le foglie

il silenzio ritorna padrone.

 

(da La pietà)

 

 

La colonna sonora d’obbligo:

 


 

 

 

 

5 commenti:

  1. Oh, quei dolori inchiodati al cuore in mezzo a tutte le banalità nelle quali ci aggiriamo magari anche chiacchierando (quel cicaleccio tragico di chi si vuole distrarre almeno un po') sono sofferenze incarnate.

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  2. Bellissima, semplicemente una bellissima poesia...

    Enzo Maria Lombardo

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  3. ...ci sono pochi giorni diversi

    di gran movimento...

    "celeste è questa corrispondenza d'amorosi sensi"

    ciao

    franca

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  4. Sembra di avvertirlo veramente il silenzio in questa tua poesia, quel silenzio che domina su quella che giustamente chiami "città dei morti".
    Poi, per alcuni giorni, questa quiete viene interrotta dall'arrivo dei tanti che, per autentica convinzione o per senso del dovere, si ritrovano lì a percorrere viali poco calpestati nel corso dell'anno.
    Ma il silenzio in breve ritorna e si riappropria dei suoi spazi.
    Grazie.

    Piera

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  5. E' proprio così! Bella poesia.

    Agnese Addari

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