Il fiume di Eraclito
di Adriana Pedicini
Illustrazioni di Anna Perrone
Mnamon Edizioni
Poesia
Pagg. 72
ISBN 9788869490231
Prezzo (solo e.book) € 3,00
L’amaro destino dell’uomo
L’uomo non nasce mai
solo, ma con il concorso della madre; muore sempre, invece, solo, solo anche se
attorniato dagli affetti più cari, perché la dipartita non può essere che un
evento del tutto personale. Se nei primi anni di vita non ha la consapevolezza
del suo destino e ha fretta di crescere, di procedere nel tempo, con il
trascorrere degli anni ogni tanto gli appare il ricordo di quella spada di
Damocle che pende sul suo capo dal momento in cui è stato generato e quando
l’età, con i primi acciacchi, manifesta tutto il suo declino, è più facile che
sopravvenga il timore della morte, che i tanti segni, soprattutto fisici, danno
in avvicinamento. E allora tanto più avvertiamo la miseria di un’esistenza in
cui più sono i misteri delle conoscenze, durante la quale non c’è mai spazio
per una concreta prospettiva futura. È in quel momento, nella presa
di coscienza del nostro effimero tempo, che vorremmo una risposta a tante
domande, ma soprattutto a quella: perché la vita ha un termine e come sarà il
dopo? Ovvio che non sempre avremo delle risposte, soprattutto per questo
quesito fondamentale, ma è anche vero che è l’occasione per interrogarci, per
trasporre magari in versi la nostra intima inquietudine, proprio come ha fatto
Adriana Pedicini con questa silloge intitolata Il fiume di
Eraclito, uscita di recente, ma, ahimè, non in cartaceo, ma come
e-book. Dico ahimé poiché credo che il profumo della carta, lo
scorrere dei fogli siano un elemento insostituibile e che costituiscano non
tanto un corollario, ma la giusta base di partenza per leggere e gustare
un’opera. Comunque, trattandosi di una silloge, composta da un certo numero di
poesie, la lettura risulta meno disagevole visto che é indubbiamente meno
faticosa di quella di un romanzo in formato elettronico.
Già il titolo mi ha
incuriosito e allora ho pescato nella memoria, cercando di focalizzare l’opera
di questo filosofo presocratico, per sua natura piuttosto criptico e mi è
venuta in mente la correlazione fra il suo pensiero e il fiume. In buona
sostanza, e questo lo sappiamo tramite Platone, Eraclito avrebbe
detto:”
che
tutto si muove e nulla sta fermo" e poi confrontando gli esseri alla
corrente di un fiume, avrebbe aggiunto che "non potresti entrare due volte
nello stesso fiume" Che cosa significa? L’uomo non può fare la stessa
esperienza due volte, poiché ogni entità, nella sua fittizia dimensione reale,
è soggetta alla legge inderogabile del continuo mutamento. E pertanto non c’è
alternativa alla morte e non è possibile che un essere vivente, venuto a
mancare, abbia l’opportunità di morire ancora, perché ciò presupporrebbe una
rinascita che per esperienza millenaria non si è mai verificata.
Credo,
pertanto, che il titolo sia abbastanza esaustivo dello spirito che ha animato
le poesie della silloge, ma se la vita in queste condizioni può essere
un’astratta e anche a volte reale sofferenza, proprio perché essa è una sola e
irripetibile si deve viverla, cogliere le infinte occasioni e opportunità che
può dare, al fine, in ciò parafrasando questa volta i versi di una mia poesia,
di poter dire al termine che ogni minuto è stato degno di essere vissuto. Ma ciò non significa gioia di
esistere, bensì di accettare consapevolmente il dolore di esistere, che può
essere anche uno sprone per addentrarsi nel terreno nebuloso, ma gratificante
della metafisica, cercando oltre il sipario dell’ignoto. Sì, la morte si sconta
vivendo, diceva Sciascia, ma è anche vero che è un prezzo che tutti sono
disposti a pagare.
Le liriche, raccolte,
permeate dello stile intimistico di cui ci ha abituato la Pedicini, pur
nelle variegate espressioni, riflettono questa sofferenza interiore, che pur
tuttavia, stemperata dalla ricerca di conoscenza, si tramutano in note di
carezzevole malinconia. Ed è proprio questa capacità di smussare, di filtrare
solitudini e ancestrali angosce, che consentono di comprendere e godere i versi
che in pacato ritmo, quasi un adagio, scorrono, come il fiume di Eraclito,
davanti ai nostri occhi.
Da leggere, mi sembra
ovvio.
Adriana Pedicini, vive a Benevento. Già docente di lettere
classiche nei Licei,scriveda tempo, ma solo con la pensione ha iniziato a
dare concretamente visibilità alla sua scrittura. Ha pubblicato una raccolta di
racconti I luoghi della memoria, A. Sacco editore 2011, (1° Premio
nel Concorso Internazionale di Narrativa Taormina 2010) e una silloge di
poesie, Noemàtia, Lineeinfinite edizioni 2012. Tra esse
figura la poesia Mare Monstrum,I° premio al Premio internazionale di
poesia Otto milioni 2013, assegnato dal Comune diTorrenova (Me). Ha
anche curato Da Europa all’Europa (Ilmiolibro.it 2010),
dispense didattiche sul teatro antico e sull’origine della civiltà occidentale,
attraverso il mito di Europa e gli archetipi del pensiero, del diritto,
dell’arte, della letteratura. È presente con poesie e racconti su varie
antologie anche on-line. Collabora con diversi blog e siti letterari. Inoltre
ha pubblicato la silloge Sazia di Luce (Il Foglio
Letterario, 2013).l Per contatti: adripedi@virgilio.it
Renzo Montagnoli
La vita, con tutti i suoi chiaroscuri, è un dono prezioso, ma quanta sofferenza ne scaturisce! E allora viene da sé che le persone più sensibili, più attente a ciò che avviene fuori o dentro se stesse, si fermino a riflettere su quel grande enigma che è la nostra esistenza.
RispondiEliminaGrazie dunque all'autrice di questa raccolta di poesie e grazie a te che ce ne hai parlato e ci spingi a conoscerla meglio.
Piera