Il lago di Garda
di
Renzo Montagnoli
Das Land wo die zitronen blühen (la
terra dove fioriscono I limoni). Così scrive Johann Wolfgang Goethe nel suo famoso
libro Viaggio in Italia, un vero e proprio diario di un
turista particolare che, necessitando di un periodo di svago e di riposo dopo
le fatiche del suo ruolo come ministro di Weimar, decise di scendere in Italia
e se le montagne del trentino, che l’accompagnarono dal Brennero fino a
Rovereto, gli ricordavano quelle incontrate in Tirolo, quando giunse
a Torbole fu per lui come un’illuminazione, uno stupore che traspare
netto nelle pagine che tanti alunni tedeschi studiano a scuola, poiché questo
libro per loro è un po’ quello che è per noi I promessi sposi. Così
anche si spiega perché le sponde del lago di Garda siano da sempre affollate da
tanti tedeschi, che in pratica se ne sono impossessati. Ma questo specchio
d’acqua, che è il più grande lago italiano e assai probabilmente il più bello
in Europa, ha sempre costituito una particolare attrattiva fin dall’epoca
romana, ed è lì che il grande poeta Catullo aveva una residenza, forse, come
indicato senza certezze, sulla punta della penisola di Sirmione. In epoche più
recenti è stata l’ultima dimora, a Gardone, di Gabriele D’Annunzio e, per
un breve periodo, vi soggiornò, a Villa Feltrinelli di Gargnano, anche
Benito Mussolini. Pure Carducci ne rimase estasiato, tanto da scrivere l’ode
“Da Desenzano” e un po’ prima di lui ci fu un altro visitatore famoso,
Stendhal, che ebbe a definirlo il più bel paesaggio del mondo.
Mi sembra quindi che
scrivere di questa meraviglia sia più che naturale, ma io di certo non sono un
narratore famoso come Goethe o come Stendhal, e allora mi limito a percorrere
le sue sponde, in un moto che più che circolare, è ellittico, partendo da dove
il bacino lacustre ha termine, vale a dire dalla cittadina di Peschiera.
Ritengo opportuno,
tuttavia, fornire dapprima alcune notizie geografiche. Esteso per
circa 370 Kmq il lago di Garda o Benaco è in posizione parallela al
fiume Adige, da cui è diviso dal massiccio del Baldo. La sua origine è
conseguente alla fine del periodo glaciale; l’innalzamento delle temperature
sciolse i ghiacci e restò l’acqua, fermata naturalmente dai rilievi morenici a
sud, frutto della attività erosiva del ghiacciaio. La sua profondità, proprio
per questo motivo, è considerevole, visto che la massima è di m. 346. È
alimentato da un immissario, il Sarca, che scende dai ghiacci
dell’Adamello, e ha un emissario, il Mincio, che dopo aver iniziato il suo
cammino a Peschiera, procede rapido e con cascate fino a Goito, per
allargarsi sino a formare tre piccoli laghi a Mantova, e infine adagiarsi
nella campagna (è il fiume di cui parla Virgilio) per poi terminare il suo
percorso nel Po a Governolo.
Peschiera
Iniziamo il nostro giro,
appunto da Peschiera, ridente cittadina, con un bel porto e le fortificazioni
di epoca austriaca (faceva parte del famoso quadrilatero); se teniamo il lago a
sinistra, cioè procediamo in senso antiorario, incontriamo subito tutta una
serie di ameni paesini, d’estate sempre affollati di turisti. Questa sponda è
quella veronese e all’inizio è caratterizzata da un andamento collinare con i
terreni ricchi di ulivi e di viti (è lì che si produce il famoso vino
Bardolino) e Bardolino è appunto uno di questi centri rivieraschi. Ma prima di
arrivarvi troviamo Lazise, con il suo nucleo più antico di chiara impronta
medievale. Da vedere senz’altro lo stupendo lungolago che tanto assomiglia a
Piazza San Marco di Venezia, una passeggiata del tutto appagante, con squarci
da sogno.
Ma è già tempo di andare
ed eccoci a Bardolino, con un bellissimo centro storico e con le antiche e
pregevoli chiese di San Zeno e di San Severo.
Garda
Ancora pochi chilometri
e si arriva a Garda, la cittadina da cui prende il nome il lago. La passeggiata
lungo lo specchio d’acqua è un’altra delle meraviglie che non possono, né
devono sfuggire al visitatore, ma anche addentrarsi nel centro storico è
un’esperienza senz’altro appagante, perché sembra di tornare indietro nel tempo
di diversi secoli.
Punta di San Vigilio
Indi, si riprende il
viaggio con meta Torri del Benaco, non senza aver fatto prima una sosta
alla stupenda e idilliaca Punta di San Vigilio.
A Torri si deve visitare
la zona del porto con il castello scaligero della fine del ‘300 e la serra dei
limoni rimasta immutata da quando fu costruita dai francescani nel XIV secolo.
Malcesine
E’ già tempo però di
avviarsi per raggiungere Malcesine, passando da Brenzone, noto anche
per le belle chiese delle sue frazioni.
Malcesine presenta
la caratteristica di essere un paese non in piano, ma che degrada verso il lago
lungo le iniziali propaggini del Baldo su cui si può salire grazie a una
funivia a due tronchi, di cui il secondo è a cabine rotanti in modo da poter
godere il magnifico panorama del Garda. Anche qui c’è un bel centro storico con
il Castello Scaligero e il Palazzo dei Capitani.
Dopo aver percorso
alcune gallerie, ci avviamo verso l’estremità nord del lago e lì
troviamo Torbole del cui passato è rimasto ben poco.
Riva
Piegando ora ad
ovest si incontra Riva, ricca del suo glorioso trascorso sotto la Serenissima,
con i porticati medievali, la torre, il bastione che alto domina la città, un
centro ricco di fiori e giardini, con un’immancabile affascinante passeggiata
lungo il lago. A pochissimi chilometri meritano di essere viste le cascate
del Varone, che si trovano in grotta, un vero e proprio spettacolo della
natura.
E’ giunto il momento di
intraprendere il ritorno lungo la strada gardesana occidentale, caratterizzata
da numerose gallerie (causa le pareti montuose strapiombanti), alcune delle
quali moderne e altre più obsolete, più strette, da percorrere quindi con
attenzione.
Limone
Il primo grosso centro
abitato che si incontra è Limone, il cui nome va a pennello con le numerose
colture del benefico frutto; anche qui bel lungolago e un centro storico, meno
antico degli altri, ma comunque interessante.
Tremosine
Ripartiti, merita una deviazione,
lungo una strada tortuosa in salita, a Tremosine, che è una vera e propria
balconata sul lago, infatti caratterizzata dalla famosa Terrazza del Brivido,
sospesa a 350 metri sul Garda, con una vista unica, ma con un certo brivido
appunto che provano anche quelli che non soffrono di vertigini.
Si ritorna a valle, per
così dire, e dopo un po’ troviamo Campione, con le sue belle spiaggette. Ancora
pochi chilometri e una deviazione, consigliata, con bella strada in salita
porta a un altro balcone, quello di Tignale, paese che consente delle
belle escursioni nel parco naturale in cui è inserito.
Gargnano
Scendiamo nuovamente e
la prossima tappa è Gargnano, con le sue belle limonaie, il suo ben
conservato centro storico e una passeggiata sul lago, in parte sospesa; da lì
a Toscolano Maderno il passo è breve e può essere utile sapere che in
questo paese c’è un lido ampio e attrezzato come una spiaggia romagnola.
Poi i centri rivieraschi
si susseguono, senza che a volte sia possibile accorgersi di essere passati
dall’uno all’altro: fra questi spiccano Gardone e Salò, entrambi
ricchi di ville ottocentesche immerse in parchi ubertosi
ed entrambo noto, il primo per il Vittoriale (la villa
museo di D’Annunzio), il secondo per aver ospitato, durante la
seconda guerra mondiale, la Repubblica di Salò.
Salò e il suo golfo
Porticcioli, cale e calette
punteggiano la costa, caratterizzata dal grande golfo di Salò; i paesini sono
quasi appiccicati (Moniga, Padenghe) e infine si arriva a Desenzano, forse il
centro rivierasco più grande del lago, con la cinquecentesca piazza Malvezzi e
tutta una serie di vie ricche di storia e di negozi.
Sirmione
Andiamo avanti, si passa
Rivoltella e, prima di arrivare nuovamente a Peschiera è d’obbligo una
deviazione per Sirmione e la sua penisola. Il castello scaligero, le grotte di
Catullo, il lungolago, le viuzze antiche fanno di questo centro, a mio parere,
il più bello del lago e, in assoluto, uno dei più bei borghi d’Italia. Quindi,
è impossibile rinunciare a una sua visita.
Ecco il Garda in poche
succinte parole, ma si potrebbe scrivere ancora molto, dei tramonti che
inteneriscono il cuore, delle albe dorate, delle sue acque cristalline, dei
venti che soffiano, a volte forte, incrociandosi nello specchio d’acqua davanti
a riva, dei profumi dei fiori, dei buoni piatti che si possono gustare insieme
a vini di eccellenza, quali il Bardolino e il Lugana. Ma
non ci sono parole che possano sostituire la visione diretta di uno spettacolo
come quello offerto da questo giustamente famoso lago.
L’intero percorso è
lungo 160 Km. e può anche essere fatto in una giornata, a patto di non sostare
in ogni centro abitato, perché vi è anche da tener conto del traffico,
piuttosto intenso, e dei frequenti attraversamenti degli abitati, che limitano
di molto la velocità.
Per quanto ovvio, un
giorno è appena sufficiente per farsi un’idea e per far venire la voglia di
tornarci; per una visita più completa è necessaria almeno una settimana,
perché, oltre ai centri rivieraschi, il retroterra presenta attrattive di
grande rilievo. Infatti, nel basso lago, dietro a Desenzano, Sirmione e
Peschiera ci sono le colline moreniche, dolci, ricche di vigneti, di borghi
incantevoli (Castellaro Lagusello e Borghetto) e di
storiche località del nostro risorgimento (Solferino, San Martino
e Custoza); sempre nel basso lago, vicino a Bardolino poi ci sono i famosi
parchi tematici per grandi e picciniGardaland e Movieland, nonché lo
zoo e parco zoo di Pastrengo. Nel medio lago, sulla sponda orientale c’è
appunto il monte Baldo, con numerose passeggiate naturalistiche; sulla parte
occidentale, invece, si può salire, per una strada un po’ stretta,
in Valvestino, dove c’è l’omonimo lago creato grazie a una diga, una zona
in qui la quiete è pressoché assoluta. Nell’alto lago, bacino preferito da chi
pratica la vela e il windsurf per la presenza di numerosi venti che soffiano in
diverse direzioni, alle spalle di Riva del Garda è possibile arrivare al passo
del Ballino e al grazioso laghetto di Tenno, oppure risalire la montagna
incombente su un percorso tortuoso, ma con magnifici scorci sul Garda, per
arrivare all’amena Val di Ledro (in alternativa esiste un tragitto
più veloce, caratterizzato da una lunghissima galleria).
Un altro modo per
visitare il Garda è di avvalersi del ben organizzato sistema di navigazione,
con corse di linea regolari su battelli di grande capienza, ma necessariamente
poco veloci, e su aliscafi. E’ un’esperienza, questa, che merita, poiché la
vista della costa al largo è quanto mai suggestiva.
Per arrivare al lago, se
si viene dal Nord (per intenderci dal Brennero) c’è l’ottima autostrada A22,
con uscite specifiche a Rovereto Sud e Affi; per chi viene dal sud va bene
la stessa autostrada con le medesime uscite. Chi proviene da Ovest troverà
comoda l’autostrada Brescia – Verona – Padova, con uscite a Desenzano, Sirmione
e Peschiera (stessa cosa per chi viene da est).
Problemi di alloggio non
ve ne sono, tranne nei periodi di maggior afflusso, poiché sono moltissimi gli
alberghi; la stessa cosa dicasi per i ristornati.
Di seguito comunque
riporto i link di siti che possono essere utili:
Nota: le fotografie a corredo
sono state reperite sul web
Ottima presentazione di questo lago e del meraviglioso paesaggio che lo circonda ed impreziosisce!
RispondiEliminaBUONE FERIE, RENZO!
Giovanna
Una meraviglia! Conosco un poco il lago di Garda, però le mie visite risalgono a diversi anni fa, per questo motivo leggere questo articolo mi ha consentito di rifare in qualche modo quel mio lontano viaggio. Molte delle località citate mi tornano alla mente in tutta la loro bellezza. Sirmione, Desenzano, Gardone, Riva, ricordo le grotte di Catullo, il Vittoriale, come non rimanere colpiti da quelle stanze sin troppo "abitate"... la val di Ledro, il laghetto di Tenno. Un lago, il Garda, dalle mille sfaccettature, di una bellezza che riempie occhi e cuore.
RispondiEliminaBella lettura, mi vien voglia di rivederlo.
Grazie.
Piera