Endurance.
L’incredibile viaggio di Shackleton al Polo Sud –
Alfred Lansing - TEA – Pagg. 299 – ISBN 9788850203932 - € 9,00
Nel
1914 apparve un annuncio sul Times: “Cercasi uomini per viaggio rischioso.
Paga bassa, freddo glaciale, lunghe ore di completa oscurità. Incolumità e
ritorno incerti”. Arrivarono migliaia di candidature. L’organizzatore della
spedizione che aveva come obiettivo la traversata a piedi del continente
Antartico, estremo sud del mondo, era Ernest Shackleton, esploratore
polare con alle spalle due spedizioni, una in qualità di terzo luogotenente
(1901- 1903), l’altra come comandante (1907- 1909), che lo vide arretrare a 96
miglia dal Polo Sud e rientrare in patria senza raggiungere l’obiettivo per non
mettere in pericolo la vita dei suoi uomini.
Nella vastità dei materiali disponibili: libri, film, rappresentazioni teatrali, foto, video, (si rimanda per approfondimenti al sito www.circolopolare.com,) un posto importante spetta al lavoro di Alfred Lansing che mi presto a recensire.
Il libro è stato pubblicato per la prima volta negli U.S.A. nel 1959 ed è diventato nell’immediato un best seller e un long seller poi. Shackleton di Franco Battiato ( dall’album Gommalacca, 1998, video reperibile su youtube) rappresenta una sinossi, musicale, sicuramente più interessante di quella che potrei scrivere io. A me allora il compito di lasciare qualche impressione personale.
Lansing ci avverte di aver scritto il resoconto di questa splendida avventura utilizzando i diari scritti dai membri dell’equipaggio, le interviste e i documenti di prima mano. Si assume quindi l’onere di eventuali imprecisioni.
La lettura, per me inizialmente stentata, è stata una gradevole sorpresa. Lo stile è scorrevole ma puntiglioso, vengono presentati i ventotto membri dell’equipaggio e io fatico, generalmente, a inquadrarne le singole personalità. La prima parte di sette totali scorre dunque lenta presentando già la situazione dell’abbandono della nave e dell’impresa per poi, a ritroso, raccontare i nove mesi nei quali, l’Endurance, sopportò insieme ai suoi uomini lo stritolamento costante dei ghiacci che l’avevano circondata. Superata questa prima empasse, si entra poi in una narrazione che assume i tratti del romanzo d’avventura e allora diventa difficile lasciare le pagine o gli uomini in balia di spezzoni di banchisa galleggianti in una lenta deriva o peggio, in seguito , in mare aperto col rischio di perdersi per sempre.
La lettura è interessante sotto diversi punti di vista. Si può conoscere una parte di quello spirito che animò la gara tra potenze in un colonialismo meno noto di quello che concorse ad alterare i delicati equilibri imperialistici sfocianti poi nello scoppio del primo conflitto mondiale. Shackleton rispondeva certo a necessità individuali cavalcando un interesse nazionalistico, ma non si deve dimenticare che gli estremi del mondo furono teatro di una gara fra nazioni come poi successe con gli spazi interplanetari. Fa riflettere il fatto che la partenza coincise con lo scoppio della prima guerra mondiale, mettendo a repentaglio la spedizione faticosamente allestita con fondi di diversa provenienza, ma che l’Inghilterra preferì non rinunciarvi. Gli altri aspetti che potrebbero interessare il lettore sono le descrizioni degli ambienti estremi e delle condizioni di vita che può sopportare il corpo umano. Bella è anche la mitizzazione che secondo me opera Lansing della figura diShackleton; viene rappresentato come il leader assoluto del gruppo, l’irreprensibile comandante, l’autorevole uomo capace di riportare i suoi ragazzi a casa. Anche il lettore può ritrovarsi dunque ad apprezzare le qualità dell’uomo che non cede mai e vigila notte e dì comprendendo e gestendo tutte le dinamiche di gruppo onde evitare scompensi micidiali. La narrazione avvincente e mitizzata non si abbandona mai ad alcun giudizio morale assumendo quindi i tratti di una vera e propria cronaca come solo un giornale di bordo avrebbe potuto restituire. Interessante lettura di una delle ultime grandi avventure che animano anche lo spirito più pacato in questo scorcio di estate rovente capace di far sognare temperature decisamente meno calde.
Nella vastità dei materiali disponibili: libri, film, rappresentazioni teatrali, foto, video, (si rimanda per approfondimenti al sito www.circolopolare.com,) un posto importante spetta al lavoro di Alfred Lansing che mi presto a recensire.
Il libro è stato pubblicato per la prima volta negli U.S.A. nel 1959 ed è diventato nell’immediato un best seller e un long seller poi. Shackleton di Franco Battiato ( dall’album Gommalacca, 1998, video reperibile su youtube) rappresenta una sinossi, musicale, sicuramente più interessante di quella che potrei scrivere io. A me allora il compito di lasciare qualche impressione personale.
Lansing ci avverte di aver scritto il resoconto di questa splendida avventura utilizzando i diari scritti dai membri dell’equipaggio, le interviste e i documenti di prima mano. Si assume quindi l’onere di eventuali imprecisioni.
La lettura, per me inizialmente stentata, è stata una gradevole sorpresa. Lo stile è scorrevole ma puntiglioso, vengono presentati i ventotto membri dell’equipaggio e io fatico, generalmente, a inquadrarne le singole personalità. La prima parte di sette totali scorre dunque lenta presentando già la situazione dell’abbandono della nave e dell’impresa per poi, a ritroso, raccontare i nove mesi nei quali, l’Endurance, sopportò insieme ai suoi uomini lo stritolamento costante dei ghiacci che l’avevano circondata. Superata questa prima empasse, si entra poi in una narrazione che assume i tratti del romanzo d’avventura e allora diventa difficile lasciare le pagine o gli uomini in balia di spezzoni di banchisa galleggianti in una lenta deriva o peggio, in seguito , in mare aperto col rischio di perdersi per sempre.
La lettura è interessante sotto diversi punti di vista. Si può conoscere una parte di quello spirito che animò la gara tra potenze in un colonialismo meno noto di quello che concorse ad alterare i delicati equilibri imperialistici sfocianti poi nello scoppio del primo conflitto mondiale. Shackleton rispondeva certo a necessità individuali cavalcando un interesse nazionalistico, ma non si deve dimenticare che gli estremi del mondo furono teatro di una gara fra nazioni come poi successe con gli spazi interplanetari. Fa riflettere il fatto che la partenza coincise con lo scoppio della prima guerra mondiale, mettendo a repentaglio la spedizione faticosamente allestita con fondi di diversa provenienza, ma che l’Inghilterra preferì non rinunciarvi. Gli altri aspetti che potrebbero interessare il lettore sono le descrizioni degli ambienti estremi e delle condizioni di vita che può sopportare il corpo umano. Bella è anche la mitizzazione che secondo me opera Lansing della figura diShackleton; viene rappresentato come il leader assoluto del gruppo, l’irreprensibile comandante, l’autorevole uomo capace di riportare i suoi ragazzi a casa. Anche il lettore può ritrovarsi dunque ad apprezzare le qualità dell’uomo che non cede mai e vigila notte e dì comprendendo e gestendo tutte le dinamiche di gruppo onde evitare scompensi micidiali. La narrazione avvincente e mitizzata non si abbandona mai ad alcun giudizio morale assumendo quindi i tratti di una vera e propria cronaca come solo un giornale di bordo avrebbe potuto restituire. Interessante lettura di una delle ultime grandi avventure che animano anche lo spirito più pacato in questo scorcio di estate rovente capace di far sognare temperature decisamente meno calde.
Recensione
di Siti
Un'impresa sulla quale si è lavorato molto con libri, a livello teatrale, in musica. E' sempre bellissimo il testo che tu citi di F. Battiato, anche a distanza di anni, e tempo fa trovai molto interessante anche un documentario, visto alla televisione, su quel terribile viaggio. Ricordo che era in bianco e nero, ma mi sfugge il titolo.
RispondiEliminaLeggere dunque questa bella recensione mi ha permesso di ricordare una vicenda che ancora oggi ha dell'incredibile e che lascia, almeno in me, non poco sgomento.
Grazie.
Piera