martedì 20 dicembre 2016

Natale 2016 - Le poesie



Ecco un silenzio che contiene profumi e parole
di Carla De Angelis
 
 
Ecco un silenzio che contiene profumi e parole
vorrei  inventarne una per  seguire la stella
di un altro Natale
di una notte vergine senza  fuochi
senza alibi in  nome tuo
ma una notte non basta.
Apparecchiamo ogni giorno dolci carezze
per il tuo sacrificio
in ogni dove
purché ci sia un solo uomo ad ascoltare
uniamoci a tavola nello stesso colore
la strada è questa, stessi passi nel cuore







Il Natale al mio paese
di Renzo Montagnoli
 
 
Già a metà dicembre,
freddo e neve non contava,
tutti belli imbacuccati
giravano i bambini per le strade
intonando canti natalizi
davanti a ogni casa,
in attesa di un obolo o di doni
da consegnare ai meno fortunati.
Nel trascorrere degli anni
il gruppetto di cantori
sempre più s’assottigliava
fino a quando nelle vie
nessun canto risuonò
e la messa di mezzanotte,
un tempo sempre frequentata,
si ridusse a pochi vecchi
tremanti ed acciaccati.
Non così la funzione di Natale
sempre assai gremita
di donne impellicciate
ad ostentar la nuova moda
e forse a pregar a bocca chiusa.
Il Natale al mio paese
sì è svilito d’ogni senso
una festa come tante
solo un poco più famosa.
È che al mondo tutto cambia
e che più si ha
meno si é.
Resta solo un bel ricordo
di Natali ormai lontani
e che sfuma ad ogni anno
tanto da pensare
che fossero solo un sogno
da cui però non ci si vorrebbe
mai risvegliare.
 
Da Il mio paese




La stufa
di Tinti Baldini
 

Mi dicono che
piccola piccola
preparavo palline
di carta di giornale
piccole piccole
le mettevo in fila
come soldatini e
con calma
le riponevo ad una una
nella stufa spenta
chiudevo lo sportello
e poi di nuovo
meticolosamente fuori e
poi ancora dentro e fuori
un poco come ora
faccio coi versi
dentro chiusi e
poi scoperti ma
subito rimessi in quella
stufa che è il mio corpo
caldo che li nutre.




Notte Santa
di Nino Silenzi
 

Scende placida la neve
e suonano le campane,
mentre nasce il Bambinello.
Intirizzito e rannicchiato
me ne sto sul marciapiedi
tra i miei stracci e il cartone.
Prego Dio che non m'ha aiutato.
Sono brividi gli auguri,
aghi di ghiaccio nel mio corpo.
Son lontani di mia madre
i caldi baci e gli abbracci.
Uno sbaglio m'è costato caro.
Avidità ed incomprensione
m'hanno buttato sulla strada.
Sono solo, il freddo aumenta,
meno male che ho un po' di vino.
Scende placida la neve
sul mio corpo rattrappito




Utopia
di Miriam Ballerini
 
 
Di nuovo il calendario
si è sfogliato, instancabile
stacanovista di giorni.
Intorno la gente non cambia,
sempre ha quel dito indice puntato
in una pantomima di risibile distanza.
Vorrei un Natale dove
il Dio di tutti lo si riconosca di tutti Dio.
Perché può parlarci da vari pseudonimi,
ma gli occhi coi quali ci guarda
appartengono allo stesso sguardo.
Allora eccolo appeso ad una croce,
a piedi nudi in una moschea.
Ebreo o indù,
buddista in tonaca arancione.
Tanti volti, tanti nomi,
ma un solo cuore che spera
nella fratellanza dei suoi
figli diversi.





Vetrine 
di Michael Santhers
 

Vetrine separè di bon ton
e specchi di fantasmi
in questo Natale
di zeri e tredicesime
di alberi capricciosi
e carboni spenti a sputi

Lavagne appannate
e qualche dito a zonzo
disegna una croce
o una freccia sul regalo,
tremano le luci
arroventate da sguardi gelidi
e i riflessi pellicole
girate all'infanzia
o a copule di cani con se stessi

Sorridono le commesse
pagate a sguardi
e a contratti allusivi
firmati con tacchi a spillo
su seni a davanzali

I lampioni aspettano il loro turno
scambiano per occhiolino
un lampeggiare in ritardo
s'innamorano nell'intermittenza
e qualche traiettoria
deviata da un palo
lucidato a schiene
disegna al muro
un orologio di Dalì

Da: 
Un Temporale Acclamato Con Nuvole Dirotta





Vigilia di Natale
di Piera Maria Chessa

Una bella serata stasera,
persone prima sconosciute
ora amici amabili
che è bello frequentare.
Si ascolta, si chiacchiera insieme
si raccontano viaggi lontani…
Egitto, Petra, Gerusalemme
e tanto tanto altro ancora.
Profumi distanti, sapori sconosciuti,
luoghi provenienti dai sogni
per questo così belli.
E poi il presente, nell’isola,
quel che è nostro e ci appartiene,
i nuraghi, le rovine di antiche città,
esistenze distanti e vicine.
Quante storie stasera
mentre si mangia e si beve
e nel camino caldo e accogliente
la legna lentamente muore.










2 commenti:

  1. Testi che fanno riflettere, che spesso fanno pensare alla distanza sempre più evidente tra il Natale di ieri e quello di oggi. Poesie amare che non rasserenano, perché i tempi non lo permettono, incapaci come siamo di vivere ancora questi giorni di festa con la gioia attesa di un tempo.
    Grazie, Renzo.
    Piera

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  2. ...con la gioiosa attesa di un tempo...
    Piera

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