Per
le vie del mondo
di
Renzo Montagnoli
Vent’anni,
quasi non ricordo,
tanto
è il tempo che è passato
ma
rammento il sole
che
ogni giorno splendeva,
la
febbrile felicità di vivere,
il
desiderio di essere
più
veloci del tempo,
di
raggiungere il domani
prima
che fosse trascorso l’oggi.
Era
una vita, sospesa fra sogno e realtà,
andavo
per strada con nelle orecchie
la
canzone dei Nomadi.
Io
vagabondo, diceva,
e
mi vedevo vagabondo
per
le vie del mondo
passo
dopo passo
lungo
una strada infinita
che
mi spalancava alla vita.
Oggi
ancora sento quelle note
ma
arranco piano
verso
una meta indefinita
e
se mi volgo all’indietro
mi
par di scorgere
lontano
lontano
l’ombra
d’un ragazzo
che
sognava di andare
per
le vie del mondo.
Gli
mando un saluto
e
una lacrima stanca
mi
scivola via.
Da La
pietà
La
colonna sonora non può essere che questa:
Eh, la ricordo anch'io quella canzone dei Nomadi...
RispondiEliminaMa con la poesia al fianco il vagabondare è sempre più piacevole e può mitigare la malinconia. Sempre bello leggerti!
Gio
Sì, era il tempo in cui, ragazzi, ci sentivamo leggeri, padroni di una vita che cercavamo di costruire, qualche volta anche con un pizzico di arroganza. I Nomadi, ma anche De Andrè, Guccini e tanti altri ci affiancavano nelle nostre bellissime illusioni, nel desiderio di rendere migliore il mondo che ci circondava.
RispondiEliminaLa seconda parte del tuo bel testo è più malinconica, la vita insegna il disincanto, ma forse anche la saggezza, la consapevolezza. Due fasi dell'esistenza straordinarie ed importanti entrambe.
Grazie, Renzo.
Piera
Ma che bella, Renzo! Mi ci ritrovo completamente.
RispondiEliminaFranca