lunedì 20 febbraio 2017

Per le vie del mondo, di Renzo Montagnoli



Per le vie del mondo
di Renzo Montagnoli




Vent’anni, quasi non ricordo,
tanto è il tempo che è passato
ma rammento il sole
che ogni giorno splendeva,
la febbrile felicità di vivere,
il desiderio di essere
più veloci del tempo,
di raggiungere il domani
prima che fosse trascorso l’oggi.
Era una vita, sospesa fra sogno e realtà,
andavo per strada con nelle orecchie
la canzone dei Nomadi.
Io vagabondo, diceva,
e mi vedevo vagabondo
per le vie del mondo
passo dopo passo
lungo una strada infinita
che mi spalancava alla vita.


Oggi ancora sento quelle note
ma arranco piano
verso una meta indefinita
e se mi volgo all’indietro
mi par di scorgere
lontano lontano
l’ombra d’un ragazzo
che sognava di andare
per le vie del mondo.
Gli mando un saluto
e una lacrima stanca
mi scivola via.




Da La pietà


La colonna sonora non può essere che questa:






3 commenti:

  1. Eh, la ricordo anch'io quella canzone dei Nomadi...
    Ma con la poesia al fianco il vagabondare è sempre più piacevole e può mitigare la malinconia. Sempre bello leggerti!
    Gio

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  2. Sì, era il tempo in cui, ragazzi, ci sentivamo leggeri, padroni di una vita che cercavamo di costruire, qualche volta anche con un pizzico di arroganza. I Nomadi, ma anche De Andrè, Guccini e tanti altri ci affiancavano nelle nostre bellissime illusioni, nel desiderio di rendere migliore il mondo che ci circondava.
    La seconda parte del tuo bel testo è più malinconica, la vita insegna il disincanto, ma forse anche la saggezza, la consapevolezza. Due fasi dell'esistenza straordinarie ed importanti entrambe.
    Grazie, Renzo.
    Piera

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  3. Ma che bella, Renzo! Mi ci ritrovo completamente.
    Franca

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