sabato 8 dicembre 2018

Natale, improvvisamente, di Marina Pasqualini




Natale, improvvisamente
di Marina Pasqualini




Non aveva potuto rientrare a casa, per Natale. Non aveva maturato ferie sufficienti, nella ditta dove lavorava, in un paese straniero, da soli pochi mesi. Era ormai la Vigilia. Aveva sentito i suoi cari, quasi ogni giorno, per allontanare quella sottile nostalgia che sembrava aumentare, con l’arrivo delle Feste. “Non importa” aveva pensato “Ci vedremo in primavera!” E invece, quella sera, si era accorto che importava, eccome, non tornare a casa per la festa più importante dell’anno. Credenti o non credenti, erano tutti attratti dalla sua magia. Vietato restare soli.
Salutò i colleghi. Molti di loro partivano, altri restavano, come lui.
Le strade erano ovviamente affollate. I ritardatari stavano facendo gli ultimi acquisti e stava iniziando a nevicare. Entrò in un supermercato per acquistare qualcosa di buono da mangiare. Ma caviale e champagne sarebbero impalliditi di fronte a un panino con la mortadella consumato con un amico vero, o, meglio, con la sua famiglia.
Cercò di farsene una ragione. Si convinse che non era la fine del mondo passare il primo Natale della sua vita in perfetta solitudine. Si concesse un regalo, e acquistò anche un piccolo abete, già addobbato, con tanto di stella cometa. Ma la cosa pareva peggiorare il suo senso di solitudine.
Salì nella sua stanza, che condivideva con un collega che era partito, il giorno prima. E quindi, invece di rallegrarsi del maggior spazio a sua disposizione, come avrebbe fatto in qualsiasi altro momento dell’anno, la cosa lo rattristò ulteriormente, se possibile.
Dopo una doccia, si infilò un comodo pigiama e si apprestò a cucinare. Era la sera della Vigilia, nonché il compleanno di suo padre. Rammentò come quella ricorrenza fosse stata sempre festeggiata in famiglia, con tutti i suoi fratelli e le relative compagne. Cercò di scacciare quel pensiero, che aggiungeva una insidiosa malinconia al suo già precario stato d’animo.
Mise un po' di musica ed alzò il volume, quasi a stordirsi. Stappò una bottiglia di vino e si apprestò a brindare a quella solitudine, che pareva essere la sua compagna, per quella sera.
Non sentì subito il campanello. Ma poi avvertì un suono diverso tra le note, ed abbassò il volume. Chi poteva essere a quell’ora?
Guardò nello spioncino della porta, temendo quasi si trattasse di uno scherzo.
E poi spalancò gli occhi, la porta e il suo cuore: erano tutti lì, sul pianerottolo! I suoi cari erano venuti a fargli una sorpresa!
Il piccolo appartamento si riempì di baci e di abbracci, di pacchi e di valigie. Il cuore del ragazzo mise le ali e volò alto, mentre un tacito ringraziamento saliva verso il cielo.
Sarebbe stato, lo sapeva, il Natale più bello della sua vita!


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