domenica 21 ottobre 2012

Gli altipiani dei forti, di Renzo Montagnoli


Forte Belvedere
 
 
Gli altipiani dei forti

di Renzo Montagnoli

 

                                                            Forte Campomolon
 

Ai confini di Asiago e dei Sette Comuni si estende in Trentino un grande tavolato, la cui quota media è di circa 1.000 metri.

Questa distesa verde, coperta da prati e da boschi, si suddivide in tre distinti altipiani: quello di Folgaria, quello di Lavarone e quello di Luserna.

Il paesaggio è tipicamente alpino, benché i rilievi siano di modesta altezza e non siano presenti le caratteristiche formazioni rocciose proprie delle Dolomiti.

Il clima è particolarmente salubre, con inverni non troppo rigidi e buone precipitazioni nevose, e con estati ricche di sole, ma con temperature non elevate.

Questo tavolato, quindi, è particolarmente frequentato dai turisti, anche perché soprattutto per quelli delle province di Vicenza, Padova, Verona, Brescia e Mantova è facilmente raggiungibile, data la non elevata distanza e la presenza di strade comode e anche veloci.

Caratteristica che inoltre accomuna questi altipiani è la presenza di forti, che ebbero il loro battesimo del fuoco durante la 1^ Guerra Mondiale.

                                                                    Forte Cherle


Dos delle Somme, Sommo Alto, Cherle, Belvedere, Luserna, Busa Verle, Cima Vezzena, queste sono i nomi delle fortezze austro-ungariche, che dal lato opposto, cioè più a sud, erano fronteggiate da quelle italiane (Campomolon, Casa Ratti, Punta Corbin, Campolongo, Verena, Interrotto e Lisser).
 
                                                        Forte Dosso delle Somme
 

Già esistenti prima di quel conflitto, erano sempre stati zitti e quieti, ma, alla dichiarazione di guerra, iniziarono a cannoneggiarsi e quelli austriaci furono il trampolino di lancio della Strafexspedition che fra il 15 maggio e il 27 giugno 1916, nel corso di una durissima battaglia, vide le truppe dell’Intesa travolgere le linee italiane, dilagare nell’altopiano dei Sette Comuni, distruggere Asiago, per poi essere fermate proprio mentre si accingevano a scendere su Vicenza, a completamento di una manovra a tenaglia che nelle intenzioni avrebbe accerchiato il nostro esercito impegnato sull’Isonzo.

                                                                 Forte Luserna

Un po’ per i danni di guerra, un po’ per la necessità negli anni precedenti il secondo conflitto di recuperare ferro, queste gigantesche opere murarie sono state rimaneggiate, fatta eccezione per il Forte Belvedere, che lo stesso Vittorio Emanuele III volle che rimanesse intatto a testimonianza della guerra vittoriosa.

E’ l’unico a essere visitabile e si trova sull’altopiano di Lavarone; ben curato, è meta di numerosi visitatori che possono vedere come si vivesse in queste fortezze; tutto è rimasto come allora e mancano solo i cannoni nelle torrette girevoli.

                                                               Forte Sommo Alto

Gli altri forti, sia quelli italiani che quelli austriaci, sembrano scheletri di dinosauri, aggrediti dalle erbacce, ma nondimeno interessanti, tanto che esistono comodi sentieri per poterli raggiungere.  

                                                                   Forte Verle

Se le fortezze sono una caratteristica di questa zona, la stessa presenta altre attrattive e mete meritevoli di visita.

A parte i cimiteri di guerra, di cui quello di Costalta sulla strada che dal passo Vezzena porta a Luserna,è indubbiamente caratteristico e commovente, c’è la salita, a piedi o con telecabina, al Monte Cornetto, che sovrasta Folgaria, e che precipita sulla valle dell’Adige con un panorama mozzafiato. 
 
                                                              Cimitero di Costalta
 

In Località Costa di Folgaria, poi, nei pressi del Campo da Golf, c’è lo ieratico Santuario della Madonnina e, dopo una salutare e piacevole passeggiata nel bosco, il biotopo di Ecchen, una torbiera che è area protetta.

A Lavarone poi c’è il famoso laghetto, una perla incastonata nel verde, meta di numerosi bagnanti, e infine, oltre all’alpestre passo Vezzena, il passo Coe, nelle cui vicinanze, durante la guerra fredda, esisteva una base Nato con tanto di missili.

Durante la bella stagione, cioè in estate, esistono numerose passeggiate ed escursioni, e la zona è particolarmente ricca di funghi.

Nell’inverno ci sono ampie possibilità di praticare sport invernali, con piste di discesa di media difficoltà e con due centri del fondo di fama internazionale (quello di Passo Coe e quello di Luserna, che ospita ogni anno la Millegrobbe, gara a cui partecipano i migliori fondisti).

L’ospitalità è assicurata da numerosi alberghi e la cucina è quella trentina classica, che incontra facilmente i gusti di tutti.

Come si arriva?

Dal Veneto, passando da Asiago, e valicando il passo Vezzena (a proposito se sui Sette Comuni si produce il delizioso Asiago, di qua assai buono è il formaggio Vezzena, specie quello di media stagionatura); sempre dal Veneto risalendo all’Alpe dei Fiorentini e da lì, passando vicino a forte Cherle, si scende a Costa di Folgaria; dalla Lombardia con la veloce  autostrada del Brennero, con uscita a Rovereto Sud e prendendo l’ampia - ma in paio di punti stretta  - strada che porta a Serrada di Folgaria, oppure a Rovereto Nord, da cui, dopo un piacevole percorso fra i vigneti della Valle dell’Adige, a Calliano si prende la carrozzabile, stretta e tutte curve, che porta direttamente a Folgaria.

 

 

Siti Internet Utili:

 

Per alloggiare:

 


 

Per escursioni:

 


 


 


 


 


 

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Camminando tra i forti


 

 

 

4 commenti:

  1. Natura e storia. Ci proponi una bella escursione con chiara semplicità descrittiva e informativa. E ancora una volta mi fai pensare che ogni luogo della nostra Bell'Italia andrebbe visitato con attenzione e consapevolezza.

    franca

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  2. Una proposta per un viaggio senz'altro interessante. Non abito molto lontano e quindi credo che sarà possibile il prossimo anno fare un'escursione in giornata.

    Agnese Addari

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  3. Una piacevole e interessante lettura, Renzo. Alcune località le conosco, come Asiago o Folgarìa, ma i tanti forti di cui parli sono stati una vera sorpresa ed è stato bello approfondirne la storia.
    Anche in Val d'Aosta ce ne sono ma la loro storia è diversa, il più cupo e tetro è il Forte di Bard, davvero impressionante visitarlo.
    Grazie, informazioni e suggerimenti da tener presenti.
    Ciao

    Piera

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