Cristina…omerica.
La tempesta non conta i suoi morti
di Cristina Bove
Videro fuochi di sant Elmo
aprire il nero come fosse un foglio
un mare obliquo
mare
mare
mare!
aprire il nero come fosse un foglio
un mare obliquo
mare
mare
mare!
navigavano vene da contratto
senza diritto di mugugno
ma d’inventarsi un cielo sì
lo fecero grondante di bitume
piovvero inferno e sangue
senza diritto di mugugno
ma d’inventarsi un cielo sì
lo fecero grondante di bitume
piovvero inferno e sangue
il Capitano
s’accorsero nell’attimo d’un lampo
leggeva poesie sul cassero fiammante
s’accorsero nell’attimo d’un lampo
leggeva poesie sul cassero fiammante
o marinaio
mio marinaio
parodiava una voce di balena
arpione in gola
non suonare campane
il gelo ha già ghermito le tue braccia
e le ghirlande
barcollano battendo le fiancate
mio marinaio
parodiava una voce di balena
arpione in gola
non suonare campane
il gelo ha già ghermito le tue braccia
e le ghirlande
barcollano battendo le fiancate
nessuno scenderà da questa nave
E scomodiamo perfino Vivaldi con le sue note:
Sempre affascinante e preziosa la poesia di Cri!
RispondiEliminaE qui valorizzata dalla bellissima musica.
Gio
Renzo, grazie della tua generosa ospitalità.
RispondiEliminai miei versi qui da te acquistano un'altra risonanza.
te ne sono grata.
anche della bellissima musica.
grazie anche a Gio
wow che meraviglia cristina
RispondiEliminain qualunque veste ti cimenti riesci sempre ad emozionare :)
un abbraccio
grazie, alba,è emozionante anche comunicare emozione :-)
EliminaBellissima... mi ricorda tragedie di mare, come quella della Concordia o dei disperati che sbarcano a Lampedusa e spesso li ghermisce il mare.
RispondiEliminaBravissima Cristina, è sempre un piacere leggere le tue poesie.
Maria Savasta
il rifermento è a qualunque nave il cui equipaggio dimentica la vita vera.
Eliminaperfino la poesia, può rappresentare un fallimento se il capitano si distrae.
è il marinaio, allora e solo lui che, forse, può ancora salvare la nave.
Sì, anche a me ha fatto subito pensare alla tragedia della Concordia, ma il capitano di Cristina, nel momento tragico, leggeva poesie: alquanto più nobile.
RispondiEliminacara Mimma, il Capitano si diletta mentre i suoi marinai stanno per morire.
Eliminae nemmeno la voce della natura arpionata lo smuove, e tutto va a finire, come la vita-nave affonda e il suo capitano permette che avvenga.
Ci siamo già tutti su quella nave e non ci permettono neppure di scendere e scoprire altre terre
RispondiEliminaproprio così,Guido.
EliminaSe nel nostro affondare ci accogliesse il mare (l'immenso), forse varrebbe la pena aver vissuto...
RispondiEliminaBBB
car
infatti, car.
EliminaBBB
cri
grazie ancora, Renzo
RispondiEliminabuona serata
cri
Quoto il commento di Mimma ho subito pensato come lei.
RispondiEliminaComplimenti è bellissima.
♥ vany
grazie, Vany
Elimina<3
Un naufragio davvero epico. E' bellissima. viva. fremente.
RispondiEliminafranca
grazie anche a te, franca,
EliminaQuanta forza in questi versi!
RispondiEliminaAnnette
grazie.
EliminaDi verso in verso si arriva alla conclusione, tragica e paradossalmente evitabile se chi ha la responsabilità maggiore facesse il suo dovere fino in fondo. Ma di questi tempi...
RispondiEliminaCiao, Cri, sempre brava!
Piera
proprio così,cara Piera.
Eliminagrazie della tua presenza.
la nave sta per il corso della vita. C’è chi muore prima, chi dopo.
RispondiEliminaNon sta a noi di scegliere quando. Solo la coscienza ci dice se abbiamo fatto il possibile per rendere questa vita priva o con meno colpe. La sua tragicità sta fuori discussione.
Alla fine moriamo tutti e saremo tutti più o meno salvati o condannati a riprovare.
Una poesia significativa, come lo sono tutte le tue poesie, Cristina, che leggo volentieri perché mi indicono a riflettere oltre le parole che leggo.
Grazie,
Lorenzo
con ritardo, Lorenzo, ti ringrazio e ti auguro buone giornate.
Eliminacri