La
nera signora
di
Tiziana Monari
Giovane
Holden Edizioni
Poesia
Collana
Versi di segale
Pagg.
56
ISBN
9788863963700
Prezzo
€ 12,00
Il
senso della vita
A
volte il titolo di una raccolta dice poco sul tema trattato, ma in questo
caso La nera signora è già di per sé esplicativo. Certo
non ci sono i richiami o le paure, per non dire le angosce, di scritti e di
affreschi di epoca medievale, con quel “memento mori” che ossessivamente viene
ripetuto per rammentare che la vita terrena non è eterna.
In
questa raccolta, pur se il titolo è alquanto emblematico, c’è invece un senso
di consapevolezza della caducità dell’uomo, che senza essere una vera e propria
rassegnazione, non diventa comunque lo spunto per esorcizzare la fine, quel
termine di cui abbiamo conoscenza assai presto e che nel corso degli anni
volutamente ignoriamo, per poi farlo riemergere quando l’età si fa impegnativa,
quando il tempo che ci resta è assai presumibilmente inferiore a quello
trascorso. C’è invece il passo di ogni essere umano che calca questa terra
ignorando il domani, ma cercando di vivere ogni istante, in quella logica che
Orazio ha sintetizzato così bene nelle sue Odi con la
locuzione “Carpediem”. Che poi questo sia il frutto del memento
mori di cui ho accennato è indubbiamente ovvio, ma è anche il
risultato di una logica stringente che essendo per ognuno di noi il tempo con
un termine è d’obbligo agire di conseguenza.
La
silloge – ed è opportuno premetterlo – non è né triste, né tantomeno dolorosa,
ma appare appunto velata da un tono malinconico che le conferisce un senso
rivelatore dell’ineluttabilità delle cose.
Ormai
sono diversi anni che leggo le poesie di Tiziana Monari e ho potuto
notare, che pur presentando, come per il passato, una serie di visioni
immaginifiche, è venuta meno una certa sensualità giovanile, molto
opportunamente sostituita da un riflettere più ponderato e profondo. Insomma,
per dirla in breve, meno svolazzi e più sostanza, il che certo è
frutto di una maturità che la porta a interagire con il mondo circostante per
quanto concerne le problematiche generali dell’esistenza e, come in questo
caso, della fine della stessa.
Ma
la poesia è anche armonia e una riflessione senza una struttura equilibrata
finirebbe con il rimanere solo una riflessione, e qui invece abbiamo poesia,
una poesia mai greve e anzi accattivante, nonostante sia permeata di filosofia.
Liriche
come quella dedicata a Pierangelo Bertoli, un cantautore troppo presto venuto a
mancare (…/Ti ricordo così in campo lungo/ una farfalla senza volo, la
voce d’usignolo/ un germoglio che fioriva tra le ruote sull’asfalto
buono/ della strada/ mentre seminavi parole ed echi/ nel silenzio della pelle,
nella marea notturna della primavera/ e morivi in un giorno in cui il vento
amoreggiava col grano/ oltre il cortile e la stanza/ l’ultima canzone d’amore
nelle tasche, la voce delle pietre/ in fondo all’anima.) hanno una forza
tutta loro che si fonda sulla funzione evocativa delle parole, sull’equilibrio
fra ciò che porta dolore e l’immutata realtà di una natura che continua a
esistere. Questa discrasia, questo richiamo al potere figurativo che
meglio delinea il corso delle cose è forse ancor più evidente in Mare
d’inverno, laddove, a fronte di un mare, al tempo stesso oceano di vita e
indifferente giustiziere della stessa, un naufragio assume toni epici, subito
affievoliti dal momento del trapasso (…/C’è solo un buio teso al nulla,
buio di mare, buio senza amore/ e i fianchi della morte acuminati e tristi. /
Il suo abbraccio, le sue labbra umide di sale, / l’ultimo bacio dell’indecente
signora. / Prima dell’oblio.).
Tutto
così diventa naturale: gioia, dolore, felicità, perfino la morte,
un’irrinunciabile esistenza di luci e di ombre. E proprio su questo concetto mi
sento di rassicurare che La nera signora non è una
raccolta poetica sulla morte, bensì sulla vita, in un caleidoscopio di
immagini, in una serie di proiezioni che affascinano, e che
Tiziana Monari ha saputo ben dosare, senza eccessi, sempre in
funzione del tema svolto.
Da
leggere, senza dubbio, non avrete da pentirvi, anzi ne ritrarrete un appagante
senso di serenità.
Tiziana Monari nasce
a Monghidoro in provincia di Bologna. Piccolissima si trasferisce con
la famiglia a Prato, anche se trascorre ancora lunghi periodi con i nonni nella
quiete della montagna. Segue studi umanistici letterari, ama leggere, girare il
mondo (ha visitato 67 paesi tra cui Australia, Nuova Zelanda, Indonesia,
Giappone, Corea, Malesia,Thailandia, Cambogia,Laos, Cile, Argentina, Perù,
Bolivia, Stati Uniti, India, Canada) e fare lunghe passeggiate nei boschi con
il suo cane. Scrive poesie e racconti solo da pochi anni. " Dalla
partecipazione ai premi di poesia iniziata dall'anno 2007 l'autrice ha ricevuto
ad oggi più di 200 riconoscimenti tra primi, secondi, terzi premi oltre a premi
speciali, trofei, premi della critica, della giuria , menzioni,
segnalazioni." Le sue poesie sono presenti in numerose antologie e riviste
letterarie.
Nove sono le raccolte di
poesie che ha pubblicato: “Frammenti d’anima” Aletti editore, “Il cielo
capovolto” Maremmi Editore (risultato del premio letterario
l’Autore), “Il lamento di Antigone” Lulù Edizioni. Nel 2010 viene dato alle
stampe ”La luna di Dachau”(risultato del premio letterario
Patrizia Brunetti),e nel 2011 la silloge “Prima che il dolore
finisca”Edilsantoro (risultato del premio letterario Idea donna). Nel 2012
pubblica “42 lune” (risultato del premio
letterario Patrizia Brunetti edizioni Senanova). Nel 2013
vince altri due premi letterari che la portano alla settima ed ottava
pubblicazione “Padiglione 21” (risultato del
premio Hombres itinerante) e “La nera signora”(risultato del premio
letterario Streghe e Vampiri-Giovane Holden Edizioni). Nel dicembre 2013 viene
stampato un quaderno di poesie e racconti con i testi vincitori del
premio P.Brunetti, edito da Senanova.
Sito web: www.tizianamonari.it
Recensione di Renzo Montagnoli
Ho letto la tua bella recensione e subito sono andata a visitare il sito di T. Monari. Mi hanno sorpreso molto le foto degli autori da lei preferiti, sia in campo letterario che musicale. Tutte straordinarie personalità, tutte amate da molti di noi. Per quel poco che posso dire mi sembra veramente un bel sito.
RispondiEliminaIl titolo della silloge riporta a una bella canzone di Roberto Vecchioni in cui l'autore si sofferma sul tema della morte, sempre vincitrice sulla fragile esistenza umana nonostante i molteplici tentativi per tenerla lontana. Cerchiamo di non pensarci, come ben dici, da giovani, ma poi la consapevolezza dell'età adulta ci costringe a farlo, così pian piano ne accettiamo il pensiero sperando che quel momento sia ancora molto lontano. Queste riflessioni ci portano così a vivere i nostri giorni in modo diverso, ci spingono a godere anche delle piccole occasioni, ci insegnano a valorizzare ciò che realmente vale. Subentra sì, a volte, una certa malinconia, che tuttavia non ci impedisce di essere anche sereni.
Bellissimi i versi dedicati a Bertoli, come pure quelli del testo "Mare d'inverno". E' vero, l'autrice riflette sulla morte mantenendo uno sguardo sereno sulla vita.
Una recensione letta con grande interesse.
Piera