La
mia casa
di
Gabriele Oselini
Prefazione
di Gino Ruozzi
Fara Editore
Poesia
Collana
Sia cosa che
Pagg.
64
ISBN 978 88 97441 43 4
Prezzo € 11,00
Amarcord
Di
Gabriele Oselini avevo già letto Piove,
una silloge che mi aveva positivamente impressionato per il languore che
lentamente mi avvolgeva nello scorrere quei versi che così efficacemente
descrivevano un paesaggio, quello padano, da cui, pur essendo abituato, mi è
ancor oggi impossibile non restare attratto.
Questa
nuova raccolta, dall’emblematico titolo La
mia casa, mi fa sprofondare nell’essenza di una natura e di un modo di vita
che va scomparendo, in una sorta di Amarcord
che dolce scende dal cervello al cuore. Più che una riscoperta, più che una
poesia del ricordo, mi sembra di essere presente al canto di una civiltà che mi
ha cullato e che ora vuole abbandonarmi, anche se non è così, perché
l’abbandono è solo, pur inconsciamente nostro.
Sono
visioni che si ripetono di una tradizione agreste, di un’epoca in cui la
famiglia aveva un diverso significato, in cui le ricorrenze assumevano quasi
una sacralità che assai presto non potremo che rimpiangere ( da Gnolini: sulla bianca tovaglia / in fila / sinfonia /
di forme rotonde / giallo caldo / pieno /…). Sembra di vedere questi
agnolotti appena creati dalle abili mani della massaia, ben allineati, in modo
da non incollarsi, dalle forme, dal colore e dal profumo invitante, in tacita
attesa del brodo in cui andranno a cuocere per la delizia del palato.
Ma
é tutta un’atmosfera che si viene a ricreare, quella di un mondo che assai
probabilmente i prossimi nati non conosceranno, mentre gli altri, quelli già
con un po’ di anni sulle spalle, hanno inconsciamente disconosciuto, schiavi
dell’avidità per un denaro che non basta mai e continuamente desiderosi di un
effimero nuovo (da Donna dei ricami: quale
sia / il tuo pensiero / seduta / sulla sedia di paglia /vicino ai girasoli /
assetati d’agosto / non so / donna dei ricami /…). È un’immagine ieratica,
di un tempo lento, mai fuggente, una perfetta integrazione di un essere umano
con la natura, una visione che ormai non è che un ricordo.
Mi
permetto di evidenziare come questi versi non siano aulici, ma nello loro
scarna brevità riescono a coinvolgere il lettore, immergendolo in un’atmosfera
accogliente e rarefatta. Il prefatore addirittura fa un richiamo a Ungaretti
per questa concreta capacità espressiva, non disconoscendo tuttavia che un po’
d’influsso del Pascoli è presente, e in effetti è così. L’abilità di Oselini è
stata quella di amalgamare in pressoché perfetto equilibrio la capacità di
sintesi del padre dell’ermetismo con la malinconica dolcezza del decadente
Giovanni Pascoli, e questo è indubbiamente un merito e fa di questa raccolta un
qualche cosa di nuovo nel panorama letterario italiano, ed é quindi anche per
questo meritevole della massima considerazione. E’ inutile che dica che in
questo mondo mi piace ritrovarmi, amo riassaporare i gusti di un tempo che è
stato, riandare a semplicità di vita ormai sconosciute, e in questo avverto
anche lo spirito di un grande poeta, per non dire grandissimo, mantovano come
il sottoscritto e come l’autore, quel Publio Virgilio Marone che nelle sue
esemplari Bucoliche seppe così bene
parlarci di una realtà, in cui uomo e natura si integravano alla perfezione,
ideale e perfetto rifugio dagli sconvolgimenti, anche drammatici, di cui gli
umili, unici autentici validi rappresentanti del genere umano, sono spesso
vittime incolpevoli.
E La mia casa, che dona il titolo
all’intera raccolta, bene rappresenta, nel suo esemplare equilibrio formale,
fatti ormai irripetibili (…/ e cancelli
aperti / su filari / di mele cotogne / pesche / e ciliegie / per il rito /
sacro a mia madre / della mostarda / di Natale).
La mia casa è
una gran bella raccolta, di rara elevata qualità.
Nato a Viadana in Provincia di Mantova il 19 settembre 1953
ed ivi residente, Gabriele Oselini si è laureato in Pedagogia presso l’Università degli
Studi di Parma. Negli anni ’70 ha conosciuto Daniele Ponchiroli,
viadanese, caporedattore della casa editrice Einaudi, dal quale ha avuto
stimoli importanti e utili alla propria formazione culturale e umana e col
quale ha intessuto un rapporto di profonda amicizia. È insegnante di Italiano e
Storia presso l’Istituto Tecnico Scientifico “Ettore Sanfelice” di Viadana. Sposato
con due figlie, impegnato in politica, ha ricoperto per anni l’incarico di
Assessore alla Cultura, Pubblica Istruzione e Politiche giovanili del suo
Comune. È appassionato di letteratura e di poesia, con particolare attenzione
per quella
latinoamericana del Novecento. Ha partecipato a diversi concorsi locali e nazionali: è stato segnalato alla III edizione del concorso “Pubblica con noi” di Fara Editore, con cui ha pubblicato nel 2005 una selezione di poesie all’interno di Abtologia Pubblica e, successivamente, le sillogi Specchio (2006),Finito (2008) e Piove (2011). Ha collaborato con Fuoco fuochino (la casa editrice più povera del mondo) diretta da Afro Somenzari.
latinoamericana del Novecento. Ha partecipato a diversi concorsi locali e nazionali: è stato segnalato alla III edizione del concorso “Pubblica con noi” di Fara Editore, con cui ha pubblicato nel 2005 una selezione di poesie all’interno di Abtologia Pubblica e, successivamente, le sillogi Specchio (2006),Finito (2008) e Piove (2011). Ha collaborato con Fuoco fuochino (la casa editrice più povera del mondo) diretta da Afro Somenzari.
Recensione
di Renzo Montagnoli
Quanta bella gente nasce in quel di Mantova!
RispondiEliminaNon conosco l'autore che hai proposto, Renzo, ma i versi che ho appena letto mi sono piaciuti molto. Hai ragione, sono essenziali ma completi, non hanno bisogno di nient'altro. Una bella presentazione dalla quale emerge una personalità garbata, in equilibrio, con la predisposizione ad ascoltare i richiami che vengono dalla natura, ma anche la voce silenziosa delle cose, degli oggetti e degli ambienti. Belli i riferimenti a Virgilio e al Pascoli, da quel poco che posso intuire, anche a me sembra di vedere nelle liriche che hai proposto qualcosa di loro, naturalmente rielaborato in uno stile e attraverso uno sguardo che sono sempre unici in ogni poeta.
Grazie.
Piera
Penso proprio che possa essere una bella raccolta.
RispondiEliminaAgnese Addari