Che la luce della Pasqua rimanga dentro di voi.
Il crocefisso
di Renzo Montagnoli
Ricordo bambino
le ginocchia sui lastroni
ruvidi d’anni di passi,
raccolto a mani giunte
a guardare un dolore
che né spine né chiodi
potevano provocare.
C’era tutta la sofferenza
di un mondo di ombre
schiacciate dalla forza del male
e sempre mi chiedevo
perché mai l’avesse fatto
perché parlare di vita nuova
senza poi esser ascoltato.
Lui capiva
vedeva la pena che provavo
e anche questa raccoglieva.
Gli anni son passati
la risposta non è arrivata.
Eppure se vado
a cercar quella croce
se ancora ne provo la pena
se scorgo le lacrime amare
di chi non ha pranzo né cena
se l’ultimo respiro
può essere meglio della vita
m’accorgo che il suo dolore
è la nostra speranza
che la smorfia del suo viso
è il suo messaggio d’amore.
(da La pietà)
La colonna sonora è del grande Vangelis:
Renzo, che bella poesia vera, esposta con parole semplici, che valorizzano il pensiero. Quando noi diciamo di uno che soffre "È un povero Cristo" affermiamo una verità teologica perché chi soffre è unito a Lui e viene divinizzato del mistero del dolore. Buona Pasqua, Renzo, ti auguro scintille di resurrezione. Domenica Luise
RispondiEliminaNon si può non volergli bene, al di là di ogni credenza religiosa. E' una vittima innocente e se tutti ascoltassimo le Sue parole il mondo sarebbe senz'altro migliore e vivibile per tutti.
RispondiEliminaMi piace anche il commento di Mimma. Auguro a tutti serena Psqua
Giovanna Giordani
Senza dubbio é una poesia sublime perché racchiude la problematica della vita.
RispondiEliminaIn essa trovo interessante il confronto delle percezioni fatte da bambino con quelle dell’età avanzata, che pone la domanda: qual’è lo scopo della vita nel mio crescere e decadere?
La vita viene qui simbolizzata dal dolore e dalle smorfie sul viso per adempiere ad una volontà che si crede superiore e che pertanto ci eleva, seguendola, dalla mediocrità dimensionale.
Un’altra via non esiste, se non quella della violenza e sopruso, della diffidia e inganno, nella quale tutti diventano alla fine dei perdenti.
La semplicità dello stile di scrittura dona alle parole coerenza e lucidità d’espressione.
Grazie Renzo!
Lorenzo
Non sono credente, ma questa poesia, che riscopre il Cristo uomo, è talmente convincente che vale più di qualsiasi messaggio pasquale, portando in netta evidenza un atto d'amore per gli altri già visto in pochi altri esseri umani, persone che non hanno esitato a sacrificarsi per salvarne altre.
RispondiEliminaAgnese Addari
Grazie a tutti.
RispondiEliminaRenzo
Ieri ho lasciato un commento ma poi si è perso...
RispondiElimina"Gli anni son passati
la risposta non è arrivata.".
Ci poniamo continuamente delle domande e quasi sempre non troviamo risposte; talvolta ci sembra di percepire un segnale, un invito, ma il nostro "sentire" viene annullato dalla cosiddetta "ragione", così continuiamo con fatica a cercare un senso. Rimane la speranza, che qualche volta ci viene in aiuto.
Bei versi che sottendono un percorso impegnativo.
Buona giornata.
Piera