Magari in un’ora del pomeriggio
di Davide Valecchi
Fara Editore
Poesia silloge
Collana Sia cosa che
Opera vincitrice del concorso
Faraexcelsior 2011
Pagg. 68
ISBN 9788897441052
Prezzo € 11,00
Adagio malinconico
“Magari
in un’ora del pomeriggio / anche nel luogo dove sei adesso / sopra le pietre
più esposte si posa / un annuncio della fine del giorno: / …..”
Sono i primi versi della poesia che dà
il titolo all’intera silloge, strutturata in tre capitoli (La convalida del tuo sguardo, I
laconici giorni / Stagioni
irripetibili) in un unico tema che ripercorre l’andare del tempo, misura e
sensazione dell’esistenza.
In effetti, più che raccolta tematica,
l’unicuum è tale da far pensare a un
poemetto, realizzato con particolare cura, con attenzione ai particolari, con
una metrica coerente pur se l’impressione è sovente di leggere una prosa
poetica, d’eccellente fattura, con artifizi creativi che in un ritmo costante,
quasi un adagio, compone una sinfonia di voci, di suoni e di parole che non può
non lasciare indifferenti ( Il giorno
muore senza neanche un suono / che si
avvicini ad una tua parola / e questa voragine che non vedi / inghiotte i
ricordi di luoghi appena / intravisti ma subito perduti. /…).
E’ un fraseggio composto quello
dell’autore, intriso di una vela malinconica che, senza indulgere alla
tristezza, si offre al lettore come ancora di salvezza, come rifugio di una
ritrovata consapevolezza dei limiti umani che non porta a rassegnazione, ma che
cala dentro impercettibilmente inondando di serenità.
Le immagini, gli stati d’animo, la
paesaggistica e la natura nel suo complesso, una natura non nemica, ma da cui
cogliere gli aspetti che più riflettono il proprio sentire, fanno da contorno e
anche da sfondo a uno svolgimento lineare che, senza pervenire a eccessivi
approfondimenti, trova tuttavia una sua convinta filosofia, scevra da orpelli
linguistici e da inutili barocchismi, e che si trasmette con immediatezza. Si
stabilisce insomma fra autore e lettore quella corrispondenza inconscia che non
viene meno neppure quando, arrivati all’ultimo verso della poesia conclusiva,
si chiude il libro
e lo si ripone. Resta infatti quest’aura di comunione, quest’atmosfera
impalpabile in cui si finisce con il ritrovare non poco di noi stessi, una
sensazione gratificante che solo un’opera di eccellente livello può garantire.
Davide Valecchi è nato
a Firenze nel 1974. È un grande appassionato e cultore di poesia italiana del
Novecento e contemporanea. Ha una laurea in Letteratura Italiana con tesi su
Maria Luisa Spaziani. Sue poesie sono apparse in riviste (cartacee e online) e
in vari blog letterari. Nell’aprile 2011 una sua poesia, accompagnata da un
video, ha vinto il premio Poesia in Video presso il Centro di Poesia
Contemporanea dell’Università di Bologna. Polistrumentista, è attivo come
musicista fin dall’adolescenza: ha fatto parte di numerose band spaziando in
generi musicali diversi: rock, metal, new wave, sperimentazione, elettronica.
Attualmente è impegnato con due formazioni: Video Diva (new wave, rock,
elettronica) e Downward Design Research (elettronica, ambient, industrial). Con
lo pseudonimo di aal (almost automatic landscapes), a partire dal 2001, ha intrapreso un
percorso di ricerca sonora in campo elettro-acustico, concreto, elettronico e
ambient, pubblicando lavori per varie etichette italiane ed internazionali.
L’attività poetica e quella musicale sono
profondamente interconnesse.
Web: davidevalecchi.blogspot.com
Web: davidevalecchi.blogspot.com
Recensione
di Renzo Montagnoli
Ho letto. Un grande, davvero!
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