mercoledì 23 marzo 2016

È bello ciò che piace, di Renzo Montagnoli



È bello ciò che piace
di Renzo Montagnoli


Gelindo era certo il bello
biondo, occhi celestini
alto e ben piantato
era da tutte ben sognato.
Ma lui si disinteressava
fuggiva le occhiate più lascive
tanto che gli uomini del paese
invidiosi com’erano
al bar, fra una partita e l’altra,
dicevan sempre
che era troppo bello per esser maschio.
Lo guardava pure la Rosina
ma nulla sperava, poverina,
perché di certo la natura
non l’aveva beneficiata.
Magra, anzi secca,
con gli zigomi e i denti sporgenti
una voglia di fragola sulla fronte
era la disperazione di suo padre
che già sentiva odor di zitellaggio.
Ma era simpatica la Rosina,
sempre allegra,
pur consapevole di non essere la Venere di Milo.
E invece Gelindo, serio e laborioso,
soffriva di momenti di tristezza
depressione la chiameremmo oggi
spariva dal bar per tanti giorni
si rinserrava in casa
a luci spente.
Anche per lui si prediceva
un celibato senza appello
quando d’un tratto una mattina
tutto il paese apprese con stupore
che Gelindo e Rosina sarebbero
di lì a poco convolati a nozze.
I soliti maligni insinuarono
un matrimonio di comodo
fra un gay e una bruttina
ma dovettero cambiar parere
quando nacque il primo figlio
a cui altri ne seguirono.
Una Rosina ancor più sorridente
e un Gelindo non più incupito
vissero a lungo d’amore e d’accordo
perché, come ebbe adire il vecchio sagrestano,
è sempre bello ciò che piace.
Ora riposano nel cimitero
uniti anche nella morte
e con le due fotografie ravvicinate
sembrano guardarsi
ancor carichi d’amore.

Da Il mio paese



1 commento:

  1. Un testo gradevole e profondo che affronta con garbo argomenti non facili. Non sempre, per fortuna, il non essere belli è un ostacolo ad una vita serena, e di questi tempi, così inflazionati dal culto della bellezza a tutti i costi, è importante scrivere o leggere scritti di questo genere.
    Davvero indovinata la foto scelta per accompagnare il testo.
    Piera

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