lunedì 18 aprile 2016

Da Lui mi aspetto quiete, di Aurelio Zucchi


Da Lui mi aspetto quiete
di Aurelio Zucchi


Nell’era del tutto ha un prezzo,
vorremmo barattar con Gesù Cristo
le scialbe prove delle nostre vite
con uno dei Suoi miracoli perfetti.
Ma non chiediamo pani e pesci,
la Croce é ormai monotona leggenda,
non più icona di quell’eterna Fede
che ora é incolta, maltrattata, offesa.

Chiediamo invece nuovi luccichii,
fulgidi denti in un corpo perfetto  
a far strada al manichino genuflesso
capace solo di mettersi in mostra.
Rumori a coprire silenzi,
a rischio è il blu del mare mio,
la fronte delle idee vibrante al sole
e d’animo le incalcolabili bellezze.

Da Lui mi aspetto quiete,
un punto e a capo promettente,
un altro segno d’indiscusso amore
che scuota l’aria, me, le genti.
Quale perdono é da vagheggiare?
Mentre insicuro tento di parlarGli,
mentre vacillo anch’io coi tanti,
da Lui mi aspetto quiete e… prego.


3 commenti:

  1. In questo profondo testo percepisco l'urgente bisogno di ritrovare in qualche modo quell'equilibrio, quella pace che non riusciamo più ad avvertire in noi e intorno a noi. Troppa confusione di valori ma anche di progetti, forse è un po' tutto questo che fa dire all'autore "Da Lui mi aspetto quiete".
    Piera

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